La mostra ripercorre l'itinerario astratto dell'artista dal 1948 al 1975 con una quarantina di opere (alcune delle quali inedite) fra tecniche miste su tela, su compensato, su carta, carboncini, pastelli, gouache, arazzi, litografie ed incisioni. Il principale obiettivo del percorso e' proprio quello di mettere in luce l'ampiezza e la varieta' delle tecniche usate per saggiare e verificare tutte le possibilita' e potenzialita' del proprio linguaggio.
A cura di Gabriele Simongini
Afro Basaldella (Udine 1912-Zurigo 1976) è senza dubbio uno degli artisti italiani più significativi della seconda metà del XX
secolo, capace di fare da ponte fra le più avanzate ricerche americane del secondo dopoguerra relative all’action painting e
l’informale europeo, attraverso cui filtra anche - grazie alla sua pittura - la grande tradizione coloristica veneta.
Dal 5 luglio al 15 ottobre 2008 si terrà quindi nelle prestigiose sale del Museo Archeologico Nazionale di Chieti “La Civitella”
una significativa mostra dedicata ad Afro, realizzata con la decisiva collaborazione dell’Archivio Afro, organizzata
dall’Associazione culturale Trifoglio di Chieti e che ripercorrerà il suo itinerario astratto dal 1948 al 1975 con una quarantina
di opere (alcune delle quali inedite) fra tecniche miste su tela, su compensato, su carta intelata, su carta, carboncini, pastelli,
tempere, gouache, arazzi, litografie ed incisioni.
Il principale obiettivo scientifico della mostra è quello di mettere in luce l’ampiezza e la varietà delle tecniche magistralmente
usate dal grande artista friulano di nascita e romano d’adozione per saggiare e verificare tutte le possibilità e potenzialità del
proprio linguaggio. E ciò costituirà anche l’occasione per dare rilievo all’importanza del progetto nel suo percorso creativo
attraverso il confronto fra gli studi preparatori e due opere compiute quali le straordinarie tecniche miste su tela Figura I
(1953) e Doppia figura (1954).
Come scrive Gabriele Simongini nel suo approfondito saggio per il catalogo pubblicato da Silvana editoriale, “se si guarda
attentamente all’intero percorso creativo di Afro, e soprattutto ai quasi trent’anni di ricerche astratte (1948-1975) che
costituiscono l’oggetto di questa mostra, emerge evidente una delle qualità più forti del grande artista friulano, quella di far
dialogare, con la sua pittura intesa come ponte di luce, culture, temperie e tendenze diverse. Proprio in questa straordinaria
dialettica della stabilizzazione contemplativa fra elementi apparentemente opposti ed inconciliabili risiede il carattere forse
più personale dell’itinerario di Afro”.
Questo evento espositivo, pur avendo un’indubitabile rilevanza quanto meno nazionale, ha un particolare
significato proprio per l’Abruzzo, anche in vista dei Giochi del Mediterraneo del 2009. In primo luogo Afro, come
nota ancora Simongini, “con la sua pittura fatta di un colore-luce arioso, trasparente, sensuale e leggero, è
l’emblema dell’artista mediterraneo per eccellenza, capace di conquistare con la sua creatività una notorietà
internazionale. E come il Mediterraneo è stato sempre ed è tuttora il mare del dialogo e dell’incontro fra culture
diverse, così anche Afro ha saputo unire e far dialogare civiltà artistiche lontane l’una dall’altra, rinnovando in
senso internazionale ma comunque salvaguardando un’identità tipicamente italiana”. Questo fatto assume un
grande rilievo come preludio e viatico verso i Giochi del Mediterraneo del 2009 che si terranno in questa regione
e che dal punto di vista artistico potrebbero anche ben essere rappresentati dai colori caldi di un quadro come
Porto Ercole (1952), esposto a Chieti e da cui promana pure la memoria trasfigurata di un porto con le barche o
da uno dei magnifici quadri blu di Afro capaci di evocare quasi una mirabile dimensione marina (in mostra sarà
presentata ad esempio la strepitosa Figura blu del 1955). Ma si legano direttamente al Mediterraneo anche
opere come la tecnica mista su carta intelata Minotauro (1949), in cui rivive l’eco lontana di un mito archetipo,
o la litografia Solchiaro (1959) che nel titolo richiama una caletta di Procida (dove Afro ha trascorso alcune
estati su invito dell’amico Toti Scialoja) o, ancora, l’incisione Pozzuoli (1974) che evoca l’omonima cittadina
nonchè stazione balneare e idrominerale campana. E, infine, non va trascurato il fatto che le opere di Afro,
artista mediterraneo, sono ospitate per l’occasione in un Museo archeologico che custodisce molti capolavori
dell’antica cultura mediterranea locale.
Inoltre in mostra sono eccezionalmente presentati cinque grandi e spettacolari arazzi, del 1968, del 1973 e del
1975, realizzati su progetto e sotto la supervisione diretta di Afro nella storica Arazzeria di Penne, diretta da
Fernando Di Nicola, recentemente scomparso. Si può quindi dire che, sia pur temporaneamente e grazie a
questa mostra, gli arazzi di Afro tornano nella regione che li ha visti nascere, a testimonianza di una gloriosa
tradizione artigianale di cui essere orgogliosi e che ha saputo esaltare la creatività di uno dei maggiori artisti
italiani del ‘900.
Afro ha trasformato il colore-luce nell’assoluto protagonista della propria ricerca sospesa fra tradizione e costante
innovazione ed approdata ad una spiritualità laica in cui si manifesta la certezza che una comune armonia unifichi sia il
microcosmo interiore che il macrocosmo.
La mostra, appositamente progettata per il Museo Archeologico Nazionale di Chieti “La Civitella”, promossa dalla Regione
Abruzzo, dalla Provincia e dal Comune di Chieti, dal Comitato Giochi del Mediterraneo Pescara 2009, dalla Fondazione
Carichieti, dall’Università G. D’Annunzio, dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo e curata da Gabriele
Simongini, sarà realizzata in collaborazione con l’Archivio Afro ed organizzata dall’Associazione culturale Trifoglio di Chieti.
Il catalogo, pubblicato da Silvana editoriale, conterrà: testi di Gabriele Simongini; le riproduzioni delle opere esposte
corredate da schede scientifiche; un colloquio con Valeria Gramiccia; la trascrizione finora inedita dell’importante
documentario (che sarà proiettato in mostra) dedicato ad Afro da Franco Simongini per la serie Artisti d’oggi ed andato in
onda sui canali Rai nel 1978, con una intervista all’artista (risalente ad una decina d’anni prima), a Cesare Brandi e a Valeria
Gramiccia; ampi apparati bio-bibliografici curati dall’Archivio Afro.
Dopo le grandi mostre degli anni precedenti presentate nella sede di Villa Frigerj del Museo Archeologico Nazionale
d’Abruzzo, curate sempre da Simongini e intitolate Astrattismo italiano 1910-1970 (2006), Pop Art: la via italiana (2007),
anche nel 2008 si propone l’affascinante dialogo e cortocircuito fra l’arte del ‘900 e l’archeologia, questa volta nella
prestigiosa sede della Civitella.
Ufficio Stampa Associazione Culturale Trifoglio
Micaela Conti 0871.330344 / 339.5781779
info@associazioneculturaletrifoglio.com
Museo della Civitella
via G. Pianell, Chieti
orari: dal martedi alla domanica 9-20
Biglietto d’ingresso: Intero € 4,00
Gratuito sotto i 18 e sopra i 65 anni, studenti universitari di facoltà umanistiche e accademie di
belle arti, scolaresche e docenti accompagnatori, persone con disabilità e un loro familiare o altro
accompagnatore, giornalisti con tesserino, soci ICOM, guide turistiche e interpreti turistici
nell’esercizio della propria attività professionale, operatori delle associazioni di volontariato su
convenzione con il Ministero (art. 112 c. 8 Codice)
Ridotto € 2,00 dai 18 ai 25 anni e docenti con incarico a tempo indeterminato delle scuole statali