Orizzonti plastici. Lavori recenti in tecnica mista dell'architetto che opera e vive in Abruzzo. Nelle sue ultime opere pittoscultoriche sembra che, per mezzo del foglio di plastica e attraverso qualsiasi risorsa tecnica, voglia riscoprire l'anima segreta delle cose. La velocita' del gesto, i contrasti di luminosita', la combustione, lo portano verso una sensualita' introflessa.
Sarà inaugurata alla Libreria “Evaluna”, Piazza Vincenzo Bellini, 72 a Napoli venerdì 11 luglio, alle ore 19.30, la mostra, curata da Maurizio Vitiello, intitolata ”Orizzonti plastici”, con lavori recenti in tecnica mista dell’architetto Alfredo Celli, che opera e vive in Abruzzo. Inteventi, alle ore 20, di Stefano Arcella, Pino Cotarelli, Angelo Lippo, Franco Lista, Nando Romeo, Antonino Scialdone, Maurizio Vitiello. Catalogo in galleria.
Alfredo Celli continua la sua attività nel suo studio di Tortoreto Lido per preparare opere per le prossime mostre. Viaggiando per l'Italia abbiamo l'opportunità di controllare e fissare nella memoria esposizioni su esposizioni e ci sembra, quindi, essenziale segnalare artisti emergenti, di un certo tono e di un certo valore, che sono alla ricerca di una considerazione e di una stima e tentano e cercano di far conoscere la risoluta “cifra artistica” su cui vorrebbero appoggiare un proprio lancio. L'artista, nell'accogliente studio di Tortoreto Lido, in provincia di Teramo, che abbiamo avuto la possibilità di visitare insieme a Pino Cotarelli, critico teatrale, e a Nando Romeo, regista cine-tv, prosegue una stimolante ricerca sull'informale.
Alfredo Celli nasce a Tortoreto (TE) nel 1958. Frequenta l'Istituto Statale d'Arte di Castelli diplomandosi nel 1976, ed è in quegli anni che inizia a dipingere. Dipinge avviandosi ai colori ad olio su tela, ma trova volontà e spazio anche per eseguire dei lavori in argilla: bassorilievi, sculture e oggetti dai molteplici aspetti. In questi primi lavori ad olio è orientato verso un figurativo molto essenziale ed indicativo, per passare, dopo alcuni anni, verso schemi geometrico-astratti, che, col tempo, sono orientati a recepire una maggiore corposità, anche attraverso il colore, per arrivare ad un approccio “materico informale”. Il supporto tradizionale, oggi, gli va stretto. Infatti in questi ultimissimi lavori sembra che, per mezzo del foglio di plastica e attraverso qualsiasi risorsa tecnica, voglia riscoprire l'anima segreta delle cose e delle immagini e cercare di tracciare il confine, se c’e confine, dell'incertezza. La velocità improvvisa del gesto, i contrasti di luminosità, la combustione, lo portano verso una sensualità introflessa. I nuovissimi esiti e le recentissime prove della pittura di Alfredo Celli, che ci è stato segnalato dal maestro Umberto Esposti, nipote di Lucio Fontana e bravissimo artista, si presenta nettamente stuzzicante, per chi come noi frequenta, e non da poco, l'ambiente artistico italiano. Le elaborazioni, di netta impronta informale, riescono a dominare la scena e a determinare uno spesso senso dell'intimo che incontra e/o “contra” la realtà, che, fondamentalmente, pilota, conduce, governa, regola e controlla scenari, virtualmente possibili, più che ipotetici. Dal pennello, gravido di materia ed umori, alla spatolata, tesa e netta, passa con disinvoltura Alfredo Celli. Il suo “sentire la materia”, ormai rodato, vola alto e, senza urti, plana su possibili confini di nuovi scenari e, così, l'artista guida tutta la sua attuale pittura, che va verso gli infiniti spazi dell'informale, per tessere e definire una “cifra artistica”, una sorta di certezza del carattere e dello stile con cui distinguere le opere che in quest'ultimo biennio ha redatto. L'artista riesce a dimensionare vastità ed ambienti di vigorosa vivacità, capillari orizzonti di prospettive, elementi scenici liberi da inquinamenti metropolitani. Inoltre, dirama striature multicolori di quinte che premono sullo spazio vergineo di supporti lignei o di plastiche applicate a faesite. Il tutto si svela e scivola in inquadrate percezioni reali ed intendimenti pulsano nelle vene e nella testa di Celli e scattano termini cromatici e tentativi di comparare quadri da cui scaturiscono riscontri straordinari, e, soprattutto, rilanci impensati; poi, il gioco di laceranti ustioni e di strofinati passaggi fa scattare spacchi incontaminati di natura, ma anche segnature ed abbreviate campiture astratte, imbevute di convenienti voluttà operative, nonché secchi avvolgimenti, graziosi avviluppamenti ed affidabili arrotolamenti su vortici, che aprono all'infinito. E da questo giro di trame e di orditi, tessute da incastri, ove si stringono diverse reazioni cromatiche di estremi apicali, emergono silhouettes, sospese tra visioni e suggestioni. E, se andiamo ad assodare, registriamo affioramenti segnici e gemmazioni e concrezioni cromatiche, che sembrano far passare, in filigrana, i vari stadi della materia, mentre recepiscono bagliori mediterranei e clangori ctonici in riassunti di minimali allegorie. Intervalli di luci e ripartiti coni d'ombra afferrano ed agguantano dondolii memoriali e surrealtà ambientali. L'artista adegua concatenazioni di dinamiche fabulistiche che s'aprono su altre dimensioni, sotto l'impulso di un fronte febbricitante d'invenzioni. In fondo, produce cangianti e variegate interpretazioni informali, ma anche scattanti combinazioni. Insomma, la sua forte immaginazione declina accordate ambientazioni per consegnare singolari e fulminei risultati. Le sue opere in tecnica mista, su vari supporti, comprendono intensità di note declinate da riferimenti seriali e, così, emerge la sua voglia di tonificare controcampi e contropiani. Celli tende a tonificare e a corroborare visuali e misure, nonché tracce che possano manifestare specularità ripetute. Nei lavori si presentano irregolarità e si leggono scansioni, ritmi, cadenze, accenti, trasformazioni, variazioni, mutamenti e richiami di purezze dell'animo. Le redazioni pittoriche di Celli oscillano tra pittura totalizzante e pittura di sostanza e visibilità coloristiche sostanziano temperature sussultanti. Un dettato di molteplici combinazioni pulsanti, focalizzato da dosaggi misurati e studiati nel gesto ampio, interessa varchi, respiri, aperture, tagli e spaccature. Tracciati e margini vengono dall'artista siglati per comprendere la “coscienza del mondo”. In definitiva, questo nostro commento emerge da riflessioni sui seguenti lavori, che abbiamo avuto l'opportunità di visionare: Alba di giugno, Anima avviluppata, Conclave, Crocifissione, Bilaterale, Carcassa aliena, Colonna, Cuore bianco, Decollo domani alle 6, Durante la tempesta, Ferite lungo i confini, Il Sud del mondo, Il suono del vento, Laceranti ustioni, Linea di superficie, Lo specchio del disinganno, Malinconia veneziana, Salendo da Est, Senza stress, Soluzione di continuità, Strinature e sfregi, Terra e cielo, Un'altra dimensione, Vecchia Europa addio, Vecchio. In conclusione, Alfredo Celli continua a detessere l'attualità ed assicura un magma potenziale d'immagini per tagliare, poi, squarci personalissimi del quotidiano, perché ha bisogno di seguire le sue fantasie, che esplorano momenti d'incanto e di ragionamenti e di considerazioni. Insomma, attimi e dettagli sono segmentati in una proiezione periscopica e sono agitati dal fuoco che esalta risultati sorprendenti intercalati sul foglio di plastica.
Maurizio Vitiello
inaugurazione venerdì 11 luglio, alle ore 19.30
Libreria “Evaluna”
Piazza Vincenzo Bellini, 72 - 80138 Napoli
Orario: 10.30-14.30/19.00-22.00; domenica chiuso.