Le anime morte. In mostra il ciclo completo delle 96 incisioni (acqueforti e acquetinte) dell'artista russo che illustravano il celebre romanzo incompiuto di Gogol. Le tavole - realizzate tra il 1923 e 1925 - rileggono il testo e nel contempo disegnano un viaggio nei territori dell'umanita', con ampi richiami ai paesaggi russi, e ai personaggi della madrepatria. A cura di Flavio Arensi.
a cura di Flavio Arensi
A Palazzo Penotti Ubertini, uno dei capolavori incisori del maestro russo: i 96 fogli ispirati al celebre romanzo di Gogol’
Le settecentesche sale di Palazzo Penotti Ubertini a Orta San Giulio (Novara), ospiteranno dal 27 luglio al 16 novembre 2008 il ciclo completo delle 96 incisioni (acqueforti e acquetinte) di Marc Chagall che illustravano il romanzo Le anime morte di Gogol’. Organizzata dall’Associazione Culturale Overview e curata da Flavio Arensi, la mostra intende far conoscere al grande pubblico uno dei capolavori grafici del Novecento, senza dubbio la più importante opera incisa di Chagall.
Nella parole di Luca Caramella, presidente di Overview: “Presentando il capolavoro incisorio di Marc Chagall, Le anime morte, si da il via ad un nuovo progetto che nasce ad Orta ed inaugura un affascinante spazio espositivo cittadino: Palazzo Penotti Ubertini. Aggiungendosi alle iniziative di Ortissima Percorsidorta, che quest'anno omaggia il genio di Arnaldo Pomodoro, l'esposizione delle novantasei incisioni del maestro russo sono il primo appuntamento di un calendario annuale che intende portare in questa città mostre di importanti autori della contemporaneità, seguendo non soltanto le loro vicende artistiche, ma cercando di studiare il senso del nostro vivere il tempo presente”.
“Le anime morte sono uno dei capolavori del Novecento che siamo felici di poter ospitare a Orta San Giulio, nella splendida cornice di Palazzo Penotti Ubertini – ha affermato Stefano Cusinato, sindaco di Orta. La nostra comunità è ormai abituata a custodire le opere dei più importanti autori del nostro tempo, ponendole come elementi di dialogo col territorio e con gli ospiti che raggiungono le sponde del nostro Lago”.
Le anime morte è il titolo del romanzo incompiuto di Nikolaj Gogol’, composto prevalentemente a Roma nel corso di oltre quindici anni di lavoro. Il racconto si svolge intorno alle avventure del truffatore Čičicov, modesto proprietario terriero che tenta di fare fortuna con mezzi disonesti e percorre la campagna russa per comprare, da altri proprietari, le “anime morte”, ossia i nomi dei servi della gleba deceduti dopo l’ultimo censimento. A quei tempi infatti il patrimonio terriero veniva calcolato sul numero di “anime” possedute dai proprietari ed è questo numero che permette a Čičicov di ottenere dalle banche prestiti consistenti.
Le tavole incise di Chagall rileggono il testo di Gogol’ e nel contempo disegnano un viaggio nei territori dell’umanità, con ampi richiami ai paesaggi russi, ai personaggi della madrepatria. Fu proprio Chagall, nel 1923 a Parigi, a proporre all’editore Ambroise Vollard - che lo aveva contattato con una richiesta diversa, quella di illustrare un libro per l’infanzia - di corredare figurativamente Le anime morte di Gogol’. Chagall incise le prime lastre nel 1924, concludendole verso la fine del 1925, e stampandole nel 1927 presso la calcografia Fort per l’editore Ambroise Vollard. Quest’ultimo, pur entusiasta del risultato, continuò a rimandare la pubblicazione dei libri, fino al sopraggiungere tragico della sua morte. Fu Stratis Eleftheriades detto Tériade, editore di origine greca, a terminare il monumentale progetto, il 28 ottobre 1948, a Parigi.
Accompagna l’esposizione un catalogo Allemandi.
Note biografiche
Marc Chagall nasce a Vitebsk (Bielorussia) il 7 luglio 1887 da una famiglia di religione ebraica lituana di stretta osservanza, matura la sua prima formazione artistica San Pietroburgo: insoddisfatto dal clima culturale russo e affascinato dall'arte occidentale di Cézanne e Matisse, nel 1910 decide di trasferirsi a Parigi e lì rimane fino al 1914. In questo periodo, domicilia in un atelier del Passaggio Danzica, dove vivono anche Soutine e Modigliani. Partecipa a numerose esposizioni, come il Salon des Indepéndents e il Salon d'Automne. E' questa la stagione in cui dipinge alcune delle sue opere più famose, come A la Rusie, a les ânes, at aux autres, Le peintre et sa fiancée, Le Violiniste. In Francia, dove entra in contatto con artisti e uomini di cultura, vive una stagione felicissima, nella quale nascono i suoi primi capolavori: solo parzialmente influenzati dal cubismo, in quegli anni movimento dominante nell'arte parigina, essi rivelano già quell'interesse totalizzante per il lato invisibile, spirituale e illogico della realtà che sarà la cifra stilistica costante della sua intera produzione. Dopo la sua prima personale a Berlino, nel 1914, ritorna a Vitebsk dove sposa Bella, conosciuta nel 1909. Apprezzato dalla nuova nomenclatura russa, Chagall diviene direttore della nuova Accademia di Vitebsk e gli viene dedicata una sala all'Hermitage di San Pietroburgo. In Russia, dopo la Rivoluzione d'ottobre Chagall apre una scuola d'arte a Vitebsk, presto abbandonata per trasferirsi a Mosca: nella capitale realizza la decorazione del Teatro Ebraico (1919-20), impresa che è considerata tra i suoi maggiori capolavori.
Nel 1922, grazie all'aiuto dell'ambasciatore lituano a Mosca, riesce a lasciare la Russia per trasferirsi prima a Berlino, poi a Parigi. La capitale francese è la città nella quale sceglie di stabilirsi, e in Francia rimarrà, salvo una parentesi americana, fino al termine della sua vita. Nel maggio del 1920 si trasferisce a Mosca, dove rimane fino al 1922, anno in cui si trasferisce a Berlino. L'anno seguente eccolo di nuovo a Parigi. Qui si incontra con Ambroise Vollard e per lui esegue le incisioni per le Anime morte di Gogol e per le Favole di La Fontaine. Tra il 1925 e il 1932 Chagall si dedica particolarmente al lavoro su carta: realizza tempere, acquarelli e soprattutto incisioni destinate a culminare nel celebre ciclo di illustrazioni per la Bibbia. Nel corso degli anni Trenta ottiene i più prestigiosi riconoscimenti europei, mentre a partire dal 1941 (l'anno nel quale, costretto dalla guerra, l'artista abbandona Parigi per emigrare negli Stati Uniti) anche i musei e l'opinione pubblica d'oltreoceano cominciano a tributargli enormi onori. Al termine della guerra, Chagall torna stabilmente in Francia, a Vence, dove vive anni particolarmente fecondi, durante i quali si dedica anche alla ceramica e alla scultura. La sua opera, intrisa di uno spiritualismo che rivela una matrice insieme russa ed ebraica, costituisce l'espressione visiva di un ricchissimo mondo interiore: un fantasmagorico universo di emozioni, un caleidoscopio d'immagini reali e fantastiche, talvolta velato da un lirismo nostalgico, che sembra nascere quasi spontaneamente dal pennello.
Il suo linguaggio atemporale, eterno come l'animo dell'uomo e la poesia dello spirito, riesce più di ogni altro a raccontare i sogni e a dare un volto alle speranze. Durante la seconda guerra mondiale, Chagall emigra negli Stati Uniti per problemi razziali, dal 1941 al 1948. Tornato in Francia, partecipa alla XXV Biennale, dove riceve il premio per l'incisione, con alcune tavole della Bibbia - non ancora edita - e si trasferisce nel 1950 a Vence. Nel 1955, inizia in forma organica il ciclo di opere pittoriche di una certa misura, in un certo modo inaugurato da La Bibbia incisa e dai bozzetti preparatori, sul Messaggio biblico, che confluisce nel Museo Nazionale Messaggio Biblico di Nizza, a lui dedicato. Marc Chagall muore il 28 marzo 1985, a Saint Paul de Vence.
Palazzo Penotti Ubertini
Palazzo Penotti Ubertini sorge al centro dell’abitato di Orta San Giulio. L’edificio presenta un frontale imponente, con due balconi nel corpo centrale e un ampio portone attraverso al quale potevano transitare carrozze e cavalli. Splendido l’interno del primo piano con grandi saloni; qui s’incontra l’atrio, le cui pareti sono abbellite da armi antiche e da ritratti di personaggi storici legati alla storia dello stesso palazzo. Le sale sono ornate da stucchi, mentre i soffitti sono a cassettoni decorati, ancora conservati in buono stato.
I camini sono la caratteristica saliente di questo Palazzo: in particolare, quello in marmo bianco, sovrastato da un bel ritratto di un membro di Casa Savoia. Nella stanza verso nord ritroviamo un altro camino, questa volta cinquecentesco, in pietra serena, sovrastato a centro dallo stemma visconteo e di casa Penotti. Circa l’erezione del Palazzo sappiamo che i Fortis o de Forte ebbero la casa da Francesco della Croce, erede di Francesca Gemelli: la casa dovette essere originariamente dei Gemelli e pare che il costruttore sia stato Paolo Gemelli, che la fece erigere nel primo decennio del secolo XVIII e fu terminata nel 1746: una riprova del possesso dei Gemelli è la presenza dallo stemma di casa Gemelli che si scorge in mezzo a un grazioso arco sulla Motta, contiguo al Palazzo Penotti. Dal costruttore Paolo Gemelli il Palazzo passò per eredità ai De Forte, che qui si rifugiarono durante la ventata napoleonica, provenienti da Venezia. In particolare a Marco Antonio De Forte, che fu Procuratore generale della Lombardia e per il suo talento e per i servigi resi ebbe il titolo di Barone e quello di Commendatore della Corona di Ferro. Il Palazzo passò poi ai Penotti, famiglia di notai e giureconsulti della riviera d’Orta. Dal matrimonio del loro figlio Marco Antonio Penotti con l’ortese Maria Ubertini, l’edificio passò in eredità alla famiglia Ubertini, attuali proprietari che hanno da poco avviato una notevole opera di restauro conservativo, per riportare il Palazzo alla sua primitiva bellezza.
Catalogo Allemandi (pp. 144)
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Palazzo Penotti Ubertini
via Caire Albertoletti - Orta San Giulio (NO)
Orari: dal 27 luglio al 14 settembre dal lunedì al giovedì 10.00 – 22.00; venerdì, sabato e domenica 10.00 – 23.00; dal 15 settembre al 16 novembre: da martedì a giovedì 10.00 – 19.00; venerdì, sabato e domenica 10.00 – 23.00; lunedì chiuso
Biglietti: intero euro 7,00; ridotto euro 5