Suggestioni d'interni. "La scelta dell'acquerello come scelta tecnica ed espressiva pressoche' unica, esclusiva, non e' frequente, ma ha in se' molte ragioni plausibili nella sensibilita' estetica dell'artista che la compie."
La Galleria d’Arte “Arianna Sartori”, in via Cappello 17, a Mantova, inaugurerà Giovedì 4 Settembre la rassegna “Renzo Ferrarini. Suggestioni d’interni”. La mostra, curata da Arianna Sartori, sarà presentata giovedì 4 settembre alle ore 18.00 da Giorgio Segato alla presenza della famiglia dell’artista. Per l’occasione è stato dato alle stampe una monografia con presentazione di Giorgio Segato e la riproduzione dei 21 acquerelli che saranno esposti. La rassegna resterà aperta al pubblico fino al prossimo 18 Settembre.
Renzo Ferrarini: Gli umori del reale
La scelta pittorica dell’acquerello come scelta tecnica ed espressiva pressoché unica, esclusiva, non è frequente, ma ha in sé molte ragioni plausibili nella sensibilità estetica dell’artista che la compie. Fino a Turner e alla scuola inglese era uno dei tanti modi di rappresentare con rapidità, leggerezza e libertà vedute paesistiche, rovine monumentali e ritratti. Poi si diffonderanno scuole di acquerello come esercizio di registrazione di appunti visivi, schizzi, bozzetti, rapidi e sintetici spunti pittorici, con particolare successo nei programmi di educazione femminile, ma sempre più diffuso tra tutti gli artisti.
Le sue origini sono antiche, riscontrabili in molte aree culturali diverse, dall’antico Egitto alla Cina, dall’India a Babilonia. Per lo più la tecnica della diluizione del colore era dedicata a momenti illustrativi o documentari, a registrazioni ambientali, mappe. Con Turner raggiunge piena autonomia tecnica e, soprattutto espressiva, narrativa, comunicativa di immediate impressioni, emozioni e sentimenti e principalmente come arte pittorica con una sua specifica identità, aderente alle forme della memoria, anche nella presa diretta, frequente nelle registrazioni d’ambiente, naturalistiche, monumentali, urbane degli intellettuali e degli artisti e del Grand Tour culturale, del diffondersi del grande giro turistico alla ricerca del passato, della classicità, dell’antico, dei frammenti della storia da coltivare nel ricordo.
E’ importante rilevare che già nel momento esecutivo, non di rado all’aria aperta, spesso partendo da appunti presi in taccuini ‘en plein air’ si sente che lo sguardo sulle cose è sorprendentemente sospeso o anche già retrovisivo, come se registrasse a futura memoria, per ricordare, non tanto per rivedere, come negli oli, ma per mantenere un rapporto tutto emozionale e poetico con la realtà, la leggerezza e la purezza di sentimento, di scoperta, di modulazione atmosferica e cromatica che viene dalla visione interiore e dal magico ‘confondersi’ ed amalgamarsi armonico di sinestesie, di sensazioni a grappolo, diverse, custodite nelle stratificazioni psichiche profonde, tali da creare col gesto grafico di base e poi con il rapido gesto pittorico, con le diluizioni controllate e libere una compenetrazione di realtà e sogno, di visione e immaginazione, di aderenza formale e di invenzione creativa che sommuove l’anima junghiana profonda e cerca l’anima mutevole, metamorfica e transmorfica delle cose, dei luoghi, dell’aria, dell’acqua.
Renzo Ferrarini (Mantova 1928 – 2001), da eccezionale autodidatta, ha compiuto questa scelta radicale ed esclusiva negli anni Quaranta, e solo con poche eccezioni, specialmente a tempera, ha raccontato ad acquerello il mondo e il suo rapporto emozionale, affettivo, di sempre meravigliata scoperta degli umori della realtà, gli umori della terra e dell’aria, e quelli di Mantova. In sessant’anni di severo impegno nello studio e nell’esercizio, ha condotto la sua scelta a livelli tecnici personali di assoluta eccellenza e ad esiti notevolissimi, finalmente riconosciuti anche nel vasto panorama internazionale degli acquerellisti professionisti, molto spesso consociati in sodalizi, associazioni, scuole, a volte di rigida difesa dei processi esecutivi e dei contenuti più tradizionali.
Ma, indubbiamente, nelle tante pagine del suo lavoro, è Mantova il fondamentale riferimento esistenziale: luogo di nascita e di residenza fino alla morte, luogo delle mostre principali, personali e collettive, soggetto primario del suo lavoro, specchio delle stagioni, dei sentimenti, delle architetture, delle gioie e delle inquietudini interpretate nelle infinite varianti di luci e di ombre che l’acquerello consente ed esalta. Il sole, i notturni, le acque dei laghi e del Mincio, le piazze (Concordia, Sordello, Alberti, delle Erbe, Mantegna, Virgiliana, Canossa), interni ed esterni delle antiche chiese (San Lorenzo, Sant’Andrea, San Sebastiano, Santuario delle Grazie) e poi i tetti (bellissimi i bigi dei tetti grigi di Parigi), il Rio, Porta Pradella, la stazione, il tram, porta San Giorgio, Belfiore, sempre in affascinanti sequenze con varianti di prospettiva, di scorci architettonici, di quantità e di qualità luminosa per la diversa stagione, atmosfera, ore del giorno e della notte.
La cattura della luce – vero segreto dei migliori acquarellisti internazionali – ora porta il pigmento a compattarsi in campiture scivolate, dense e morbide (Stazione di Mantova, 1952, la tempera Spiaggia di Forte di Marmi del 1954, Porto Catena, 1978, Venezia,1974) ora a farsi vibratile e liquida (Venezia, 1976, Il Rio, 1980, Venezia 1982) o ad esplodere in fuochi d’artificio che frantumano la notte in zone d’ombra intense, squillanti di riverberi (Piazza Broletto, 1976, Notturno in Piazza Sordello, Amsterdam, 1995, Bruxelles, 1996). Un magico intuito costruttivo ed una grande sensitività caratterizzano gli episodi architettonici prediletti e più e più volte ripetuti, interpretati nella luce, nei colori, nei fregi, come l’atrio di sant’Andrea, momento terminale di tanti percorsi nell’antico centro urbano; così come i vari scorci che conducono a piazza Mantegna, per non dire degli inquietanti volumi dei notturni nella contigua piazza Alberti.
Renzo Ferrarini si lasciava incantare dalla neve, dalla coltre soffice appena scesa a coprire piazze, strade e monumenti in una luminosità cangiante fino al blu (Mantova, nevicata blu in Piazza Bordello), e amava le differenti nebbie che invadono Mantova di opache trasparenze: sia la neve che le nebbie acuivano la percezione di silenzi, di spazi misteriosi da esplorare e da far risuonare e crescere dentro di sé, esaltando l’aspetto poetico, lirico del rapporto con l’ambiente. E non è un caso che proprio Mantova sia da alcuni anni considerata una delle città più accoglienti e vivibili e capitale internazionale della poesia: Ferrarini ne ha colto e descritto l’identità profonda proprio in questo senso, con una capacità e originalità di variazioni pittoriche che ne fanno uno dei più amati ed apprezzati acquerellisti del secolo scorso sia tra i collezionisti privati che tra i conservatori museali. E’ certo che resta punto di riferimento sicuro per quanti decidono di intraprendere il non facile viaggio attraverso i meravigliosi effetti dei colori diluiti, delle carte di vario spessore per ottenere una diversa imbibizione e ancor meglio modulare le stesure e un ben controllato dripping, con notevoli possibilità di diversificazione degli esiti, negli accostamenti cromatici, nella valorizzazione dei bianchi lasciati a potenziare i ritmi del supporto, che Ferrarini satura di immagine e di atmosfera, e dunque di autentica e faticata pittura, piuttosto che di tocchi sparsi in larghi spazi allusivi. Si coglie questa sua esigenza di compiutezza soprattutto nei ‘cahiers de voyages’, nei fogli dedicati alla visita di città, negli album di viaggi in Italia e all’estero compiuti con la consorte (per lui ‘solare presenza’ ci ricorda in una recente monografia la figlia Brunetta Ferrarini), ma anche in corpose Nature morte, davvero in felici composizioni e cromie che arrivano a confrontarsi, in differente ricchezza e semplicità, con le Nature morte degli specialisti fiamminghi del Settecento, e infine nella decorazione di interni era anche raffinato e ricercato arredatore.
Venezia, Parigi, Amsterdam, Bruxelles, Praga, Londra, Brighton e, naturalmente, Roma, Firenze (le luci d’Arno), Milano, Verona, con Copenaghen, Interlaken, Montreaux, non sono per Ferrarini semplici occasioni per diari di viaggio con la moglie e dunque registrazioni di scoperte ed emozioni condivise, ma vere e proprie interpretazioni d’ambiente, alcune volte sulla scia del mirabile dettato di Turner, ma per lo più come indagine personale, con sorprendenti variazioni tecniche, di stile, di esercizio della manualità (si confrontino l’eterea Londra del Tamigi, quella di compatta composizione di architetture urbane tradizionali, e quella affascinante dei ritmi pulsanti creati nell’Abbazia di Westminster dal gigantesco rosone); o si guardi alla straordinaria, ampia sequenza delle Venezie (gialla, beige, scura, rossa) con orizzonti tenuti bassi per esaltare cieli dilaganti, densi, morbidi, cangianti nelle luci invernali o di estiva solarità, o con soluzioni in verticale in cui i riflessi luminosi s’infilano ondeggianti nei rii, con rimbalzi dall’una all’altra riva, o, ancora, la Venezia delle macerazioni, del degrado lagunare, e quella dei notturni come scenografia di favole. Su tutto domina per varietà, quantità e beltà, raffinatezza il racconto su Mantova, dai mercati affollati alle chiese, dalle piazze alle acque, dalla solarità autunnale di piazza Sordello, alle nevicate e alle nebbie che intervengono a modificare la percezione di luoghi e monumenti ben noti, mutandone “l’umore” e sollecitando l’immaginario, il fantastico, l’onirico.
La tavolozza si schiarisce di molto nelle festose cromie delle cittadine turistiche marinare come nella specie di patchwork della Costiera amalfitana (anni novanta) o nelle vedute di Portofino (1995), della costa pugliese o inglese (Brighton), dove però meno gli soccorre l’invenzione personale e soprattutto la confidenza, l’intimità quotidiana, che, invece, rendono così liberi ed efficaci il suo gesto pittorico, la scelta dei punti e dei momenti di osservazione, la scoperta e l’evidenziazione di zone d’ombra e di pieghe di luce nelle magistrali rappresentazioni diurne, notturne, stagionali, ambientali e monumentali della sua amatissima Mantova, nelle quali ogni soggetto è spesso ma diversamente replicato, mai ripetitivo, bensì costante risentimento e approfondimento conoscitivo e affettivo di luoghi monumentali e di vita comune (piazze, mercati, interni di chiese) e, dunque, continua riscoperta, interiorizzazione e riflessione mnestica (di coltivata memoria ) rivolta a comporre una sorta di ‘poema’ visivo sui tanti umori di Mantova e sulla beltà segreta della diletta città, nutrice e certa ‘dimora’ del suo impulso artistico e del suo afflato poetico e lirico. La scelta dell’acquerello risulta quanto mai adatta, ma è la sensibilità dell’artista a dare anima alle rappresentazioni, perché in esse l’autore sa trasferire il suo sguardo originale, il suo modo di sentire, insieme, la realtà esterna ed interna: fisicità ed evanescenza della luce, corposità e trasparenza, matericità, anche densa, e raffinata leggerezza delle cromie sempre adeguate alle esigenze del reale, ma anche rispondenti alla poeticità di uno sguardo attento e prensile, abilissimo nel coniugare visione ed emozione, selezionando, trattenendo, sedimentando e comunicando una nobiltà di trascrizione interpretativa di alto rango, davvero personale, costantemente esercitata nell’acquerello, in tempere, carboncini e disegni, non di rado bozzetti, vignette spiritose, manifesti, cartelloni in cui si esprime l’alta professionalità di un artista che Mantova dovrebbe onorare con una ampia collezione pubblica di grande valore estetico e didattico.
La sequenza di acquerelli di interni con ricche nature morte a me sembrano capolavori di fraseggi luminosi altamente felici, curatissimi nei rapporti cromatici e costruttivi, nella distribuzione ritmica delle forme in funzione dello scivolare e frangersi della luce su bottiglie, fiori, frutti, cuccume, piatti, vetrinette: all’esperto taglio dell’immagine da arredatore si congiunge, di solito al centro, ad alzate debordanti di composizioni di frutta e floreali, nature morte complesse che moltiplicano il gioco dei variegati riflessi d’ambiente in autentiche sinfonie di colori, rese ancor più suggestive da elaborati e riuscitissimi passaggi tra interno ed esterno, o interno e finestra con magiche variazioni di luce mai ferma, quasi alla Pierre Bonnard anche nei valori chiaristi oltre le finestre, in contrappunto con gli oggetti di maggiore peso cromatico dell’interno. La luce artificiale interna si confronta con quella notturna e lunare esterna; le ciliegie e i limoni al di qua con i fiori al di là; composizioni floreali all’interno e luce sfolgorante e trasfigurante all’esterno; il pianoforte e la biblioteca all’interno e fuori i tetti innevati ad accrescere il candore atmosferico; le rosse ciliegie sul davanzale della finestra aperta al chiarore della luna; la splendida invenzione della cascata d’oro delle foglie di platano al di là dei vetri. E una sfolgorante visione del viale d’autunno di citazione monetiana si accompagna a un romantico laghetto azzurro e grigio e a un remake molto personale ed elegante della stanza da letto di Van Gogh, in una luce vibrante che testimonia l’emozione di Ferrarini nel rivisitare l’opera del grande Maestro senza resistere alla tentazione di arricchirla nella luminosità e nell’arredo. La rifinitura armoniosa degli interni costituisce un’altra delle qualità pittoriche di Ferrarini, un pregio non trascurabile in una ricerca di beltà e di leggerezza intima che vuole tradursi anche in leggerezza dell’abitare. Davvero ricca, dunque la sensibilità pittorica di questo artista mantovano che nell’acquerello ha espresso il meglio di sé, della sua conoscenza tecnica e della sua confidenza con la propria città, Mantova delle acque, dei monumenti, della nebbia e della poesia.
Giorgio Segato
Renzo Ferrarini nasce nel 1928 a Mantova, dove muore nel 2001. Inizia giovanissimo a disegnare. Determinanti nella sua formazione artistica si rivelano gli stretti contatti di amicizia e stima con alcuni dei maggiori maestri mantovani: Giovanni Minuti, Giordano Scaravelli, Vindizio Nodari Pesenti e soprattutto Giulio Falzoni. Gli anni ‘40-’50, oltre ad essere caratterizzati da una ricca produzione di disegni, grafiche e tavole illustrate, sono quelli in cui Ferrarini impronta e perfeziona la sua tecnica e la sua vocazione di vedutista. Giunge a contatto con autori di livello nazionale quali Falzoni, Raimondi e Molino, e poi Alessandro Durini, Mosé Bianchi, Tranquillo Cremona, Daniele Ranzoni, Paolo Sala e i vedutisti dell’ambito napoletano. Fa parte dal 1947 al 1951 del gruppo “Artisti Indipendenti Mantovani” (GAM) e con essi espone. Dagli anni Sessanta è impegnato in una produzione varia e caratterizzata dalla continua ricerca. Si moltiplicano sue mostre personali e la sua partecipazione a prestigiose rassegne collettive si estende ad altre città italiane. Nel 1999 ha tenuto un Corso di Acquerello presso l’Istituto Tecnico Femminile “A. Mantegna” di Mantova. Dagli anni ’90 ha partecipato con la Galleria B&B di Mantova alle principali Rassegne nazionali d’arte contemporanea (Bologna, Bari, Milano, Padova, Ferrara, Vicenza, Carrara, Montichiari, Reggio Emilia, Forlì, Sabbioneta...). Sue opere sono presenti nella Collezioni d’Arte e nei cataloghi della Banca Agricola Mantovana e della Camera di Commercio, Industria, Artigianato di Mantova.
Mostre personali:
1973 - Renzo Ferrarini Acquerelli, Mantova, galleria La Torre.
1974 - Ferrarini. Personale di Acquerelli, Mantova, galleria La Torre.
1977 - Renzo Ferrarini, Mantova, saletta d’arte Hotel Rechigi.
1980 - Personale di Renzo Ferrarini, Mantova, galleria La Torre.
1981 - Renzo Ferrarini Acquerellista, Mantova, galleria Andreani.
1985 - Renzo Ferrarini, Mantova, galleria Andreani.
1986 - Personale di Renzo Ferrarini, Mantova, galleria Saletta dei Corradi.
Ferrarini. Luoghi Anselmiani e Piazze di Mantova, Mantova, Museo Diocesano “F. Gonzaga”.
Ferrarini. Luoghi Anselmiani e Piazze di Mantova, Curtatone (Mn), sede didattica in località Grazie.
1989 - Renzo Ferrarini. Opere, Mantova, galleria Saletta dei Corradi.
1992 - Ferrarini. Personale, Mantova, galleria Saletta dei Corradi.
1993 - Ferrarini. Luminose impressioni di viaggio. Oltre le frontiere, nel cuore antico dell’Europa, Merano (Bz), Galleria d’Arte della Banca
Popolare di Merano.
1994 - Omaggio a Leon Battista Alberti. Renzo Ferrarini. Acquerelli, Mantova, Palazzo Ducale, Sala Novanta.
1994 - Ferrarini. Personale per i dieci anni di attività della galleria B&B, Mantova, Chiesa di San Francesco, Salone Mantegnesco.
1997 - Ferrarini. Acquerelli, Mantova, galleria B&B.
1999 - Mostra acquerelli originali del libro Piazze e strade di Mantova. Percorsi tra Arte, Storia e Leggenda, Mantova, galleria
B&B.
2000 - Renzo Ferrarini. Proposte per una collezione, Mantova, galleria B&B.
2004 - Ferrarini. Les Petites Feuilles. Disegni, Acquerelli e Tecniche miste, Mantova, Associazione Culturale Ca’ Gioiosa.
2005 - Renzo Ferrarini. Omaggio a un Maestro del ‘900 - Opere 1941-2001, Mantova, Palazzo Ducale, Appartamento Isabella d’Este, a cura di Paolo
Bertelli, con la collaborazione di B&B.
2007 - Città d’Europa. Acquerelli inediti di Renzo Ferrarini, Mantova, Museo Diocesano “F. Gonzaga”.
2008 - Renzo Ferrarini. Suggestioni d’interni, Mantova, Arianna Sartori - Arte & Object Design.
Principali mostre collettive:
1948 - Mostra provinciale d’Arte degli Artisti Indipendenti, Mantova, Palazzo della Ragione.
1985 - 14 pittori per una città. Collettiva pittori mantovani, Mantova, galleria La Torre.
1986 - Mostra collettiva, Mantova, galleria Saletta dei Corradi.
La primavera, Mantova, galleria La Torre.
1987 - GAM Mostra Artisti Mantovani, Mantova, Palazzo della Ragione, a cura di Benvenuto Guerra.
Mostra piccolo formato artisti contemporanei, Asola (Mn), galleria B&B.
Maestri del ‘900, Mantova, Chiesa di San Francesco, Salone Mantegnesco.
Maestri del ‘900, Sabbioneta (Mn), galleria B&B.
1988 - Natura Fluens, Mantova, Palazzo Ducale, Sale del Fossato, a cura dell’Associazione ecologica “Garofano Verde” e dell’Assessorato
all’Ecologia dell’Amministrazione Provinciale di Mantova.
Collettiva, Sabbioneta (Mn), galleria B&B.
Collettiva, Mantova, galleria Saletta dei Corradi.
Collettiva Maestri del ‘900, Asola (Mn), galleria B&B.
Collettiva Maestri del ‘900, Sirmione (Bs), galleria B&B.
1989 - Natura Fluens, II edizione, Mantova, Palazzo Ducale, organizzata dalle Amministrazioni Provinciali di Mantova e di Ferrara, a cura di
Benvenuto Guerra e Lucio Scardino.
Per Isabella. Evocazioni rinascimentali di artisti mantovani e ferraresi, Mantova, Palazzo Ducale, Sale dell’Esedra.
Collettiva Maestri mantovani, Mantova, Palazzo Massarani galleria Lo Scalone.
Collettiva Maestri mantovani, Bondeno (Fe), Rocca Possente Stellata.
Rassegna nazionale del quadro d’autore, Mantova, Chiesa di San Francesco, Salone Mantegnesco.
Collettiva, Mantova, galleria Saletta dei Corradi.
1990 - Collettiva benefica di pittori mantovani pro Arca, Mantova, Casa del Rigoletto, a cura dell’Amministrazione Provinciale.
Natura Fluens, III edizione, Mantova, Palazzo della Ragione.
Collettiva Maestri del ‘900, Carpi (Mo), Castello dei Pio, a cura di B&B.
Orfeo in pittura, Mantova, Palazzo Ducale, a cura di Benvenuto Guerra.
Orfeo nell’arte e nella saggistica, Mantova, Palazzo Massarani.
Collettiva Maestri del ‘900, Mantova, galleria B&B.
1991 - Collettiva Maestri del ‘900, Mantova, Salone Mantegnesco, a cura di B&B.
Po padre e padrone. Arte e immaginario padano, Sermide (Mn), Sede municipale,a cura di Benvenuto Guerra.
16 Artisti in Mostra, Mantova, galleria Saletta dei Corradi.
1992 - Collettiva B&B, Mantova, Chiesa di San Francesco, Salone Mantegnesco.
Collettiva Grandi Maestri, Sabbioneta, galleria B&B.
Maestri del ‘900, Mantova, galleria Saletta dei Corradi, a cura di B&B.
1993 - 6° Art Box - Collettiva Maestri ‘900, Carpi (Mo).
Collettiva Grandi Maestri, Mantova, galleria B&B.
Collettiva Maestri del ‘900, Sirmione (Bs), galleria B&B.
Collettiva Maestri del ‘900, Sabbioneta (Mn), galleria B&B.
Collettiva artisti mantovani, Mantova, galleria Isabella d’Este.
1994 - Collettiva, Mantova, Fiera di Mantova.
Expo Arte, Montichiari (Bs), galleria B&B.
1995 - Collettiva, Sirmione (Bs), galleria B&B.
Collettiva Artisti del ‘900, MiArt, Milano, galleria B&B.
Artisti del ‘900, Mantova, galleria B&B.
1996 - Maestri del ‘900, Mantova, galleria B&B.
Collettive Grandi Maestri, Vicenza Arte, Miart Milano, Bologna Arte Fiera, Bari, Padova, con galleria B&B.
Rassegna nazionale quadro d’autore di piccolo formato, Mantova, galleria B&B.
1997 - Il Disegno mantovano, Mantova, galleria Arianna Sartori - Arte.
Collettiva artisti del ‘900, Sabbioneta (Mn), galleria B&B.
Rassegna nazionale quadro d’autore di piccolo formato, Mantova, galleria B&B.
1998 - Rassegna nazionale quadro d’autore di piccolo formato, Mantova, galleria B&B.
1999 - I grandi Maestri del ‘900, Mantova, Chiesa di San Francesco, Salone Mantegnesco, a cura di B&B.
2000 - XL - Grandi tele di artisti contemporanei, Mantova, Chiesa di San Francesco, Salone Mantegnesco, a cura di B&B.
2001 - Collezionando, Mantova, Salone Mantegnesco, a cura di B&B.
Arte di Mantova a Siracusa, Siracusa, Casina Cuti, a cura della Provincia Regionale di Siracusa e della Provincia di Mantova.
Arte di Mantova a Siracusa, Gazoldo degli Ippoliti (Mn), Museo Arte Moderna e Contemporanea, a cura della Provincia Regionale di Siracusa e della Provincia di Mantova in collaborazione con il Comune di Rodigo e di Gazoldo degli Ippoliti.
2003 - Acquerellisti Mantovani, Mantova, galleria Principe Amedeo.
2004 - Collettiva, Mantova, galleria B&B.
Collettiva, Sirmione (Bs), galleria B&B.
2005 - 1a Rassegna d’arte contemporanea mantovana, Mantova, galleria Arianna Sartori - Arte.
2006 - I Grandi Maestri del ‘900, Mantova, galleria B&B.
2007 - Collettive Grandi Maestri, galleria B&B, in permanenza a Mantova, Sirmione (Bs), Pinzolo (Tn), Canneto Sull’Oglio (Mn).
Inaugurazione: Giovedì 4 Settembre ore 18
Galleria “Arianna Sartori - Arte”
Via Cappello, 17 - 46100 Mantova
Orario: 10.00-12.30 / 16.00-19.30. Domenica 7 Settembre 15.30-19.00. Chiuso festivi.
Ingresso libero