Segni incisi. Mostra di incisioni calcografiche suddivisa in due nuclei comunicanti tra loro: una prima sala che si apre con un Omaggio a Rembrandt e una seconda in cui sono la vernice molle e l'acquatinta a prevalere, qui prevale la suggestione del mondo magico di una Praga molto amata dall'artista.
a cura di Micaela Mander
La personale di Angela Di Bari allestita presso Palazzo Grimaldi a Modica non è la prima tenuta da quest'artista che da qualche anno opera nel campo dell'incisione, ma è sicuramente significativa per la completezza dell'immagine che della sua arte ci viene restituita.
Angela Di Bari ha infatti alle spalle una formazione umanistica centrata sullo studio delle lingue e delle letterature dell'Europa dell'Est; la passione per l'arte si sviluppa in una seconda fase della sua vita; ma l'uomo fa, o dovrebbe fare, tesoro di tutte le esperienze, ed ecco che l'artista porta nello studio della tecnica una grande sistematicità, come solo gli studiosi sono avvezzi a fare, e moltissime suggestioni che dal mondo magico di Praga e della letteratura orientale derivano. Per questo motivo, si è scelto di suddividere l'esposizione in due nuclei, comunque comunicanti tra loro: una prima sala che si apre con un Omaggio a Rembrandt, maestro indiscusso dell'arte dell'incidere e punto di riferimento per l'artista, e che raccoglie opere di anni diversi eseguite soprattutto con l'acquaforte e la puntasecca; e una seconda sala in cui sono la vernice molle e l'acquatinta a prevalere. Ma non in contrapposizione schematica: alcuni temi e motivi tornano, confrontandosi tra loro tra sala e sala, così come le datazioni ci parlano di un continuo verificare i propri risultati tecnici di anno in anno, mescolando le tecniche all'interno di uno stesso periodo; inoltre, costante nell'artista è il fascino subito delle incisioni del passato, che portano Di Bari a esercitarsi e a fare proprio un frammento di incisione di qualche altro maestro che l'ha preceduta, trasformandolo, e riscoprendo al contempo figure meno note del mondo dell'incisione. Ed è, secondo il parere di chi scrive, la seconda sala quella che restituisce appieno l'anima praghese dell'artista, anche quando il soggetto dell'opera non è dichiaratamente Praga: le forme sfumate e a volte volutamente fumose, espressioniste, restituiscono scorci di un paesaggio reale e dell'anima insieme, una sorta di album dei luoghi dell'artista, che a partire dal proprio studio apre finestre verso scorci un tempo visti nella città magica, oppure verso universi letterari e testi fondamentali per la propria formazione, come quel Chlebnikov che solo il suo maestro di lingua russa, il grande Angelo Maria Ripellino, ha provato a rendere in traduzione, fino a rivitalizzare il genere dell'ex libris, omaggiando la Polonia, e la sua più grande creazione, sua figlia Viola.
Micaela Mander
Inaugurazione: sabato 23 agosto ore 19:00
Fondazione Giovan Pietro Grimaldi
Corso Umberto I, 106 - 97015 Modica (RG)
orario: 18 - 22 domenica chiuso