Qui e mai altrove. La mostra presenta un ciclo di lavori fotografici inediti. Dalle stampe su plexiglas ai light box, dalle grandi installazioni ai piccoli formati, la perizia dell'artista si manifesta nella diversita' degli ambienti creati come set cinematografici. L'utilizzo della tecnica della lunga esposizione permette di ottenere immagini sovrapposte che provocano una duplice dimensione nei soggetti.
“Qui e mai altrove” esprime perfettamente il concetto di solitudine e di stasi forzata in un
luogo dove l’unico confronto possibile è quello con se stessi e dove avviene un azione costante
di ricerca della propria identità...
Roberto De Paolis
Giovedì 18 settembre, alle 19, si inaugura a Roma, in via Reggio Emilia 24, presso la
galleria OREDARIA “Qui e mai altrove”, mostra personale dell’artista Roberto De
Paolis (Roma, 1980) che presenta un ciclo di lavori fotografici inediti.
Nel suo immaginario visivo l’interesse per la fotografia cinematografica stimola
l’impiego di un’illuminazione morbida che attutisce i contrasti cromatici delle
ambientazioni, addolcisce le forme e sfuma i contorni. Inquadrature intese
come architetture della presenza, dove la prospettiva, rigorosamente centrale, si
focalizza principalmente sui soggetti: donne che riflettono, ascoltano, scrutano
o sognano; uomini che sussurrano, meditano, vagheggiano o ricordano. Volti
malinconici, figure assillate nella propria solitudine il cui sguardo smarrito si
rivolge verso qualsiasi direzione tranne quella frontale, annullando in questo
modo qualunque possibilità di coinvolgimento nella propria intimità da parte
dello spettatore.
L’utilizzo della tecnica della lunga esposizione da parte di Roberto De Paolis
permette di ottenere immagini sovrapposte che provocano una duplice
dimensione nei soggetti. Una riflessione sul tema del doppio, dell’ombra, della
ricerca di una identità sempre sfuggente ove la fotografia sembra intesa come
visione e non come veduta.
Dalle stampe su plexiglas ai light box, dalle grandi installazioni ai piccoli formati,
questa dicotomia si rispecchia inoltre nella diversità degli ambienti creati come
set cinematografici. Porte semiaperte, cornici abbandonate, divani e letti della
memoria, lampade soffuse, sedie, ombre. Ambienti quotidiani, generalmente
domestici, che sottraggono tempo al proprio tempo.
Una calma sospesa che cela l’anima di ogni personaggio. Un’identità dileguata
nel passato e anonima nel futuro, identificabile soltanto in un preciso istante:
qui e mai altrove.
Angel Moya Garcia
Catalogo Oredaria con l’intervista all’artista di Walter Guadagnini.
Inaugurazione: giovedì 18 settembre dalle 19 alle 21
Oredaria Arti Contemporanee
via Reggio Emilia 22-24 - Roma
Orari: dal martedì al sabato: 10-13 e 16-19.30
Ingresso libero