Antologica. Cinquanta lavori, che coprono un arco temporale dal 1961 ad oggi, tracciano tutta la sua parabola di ricerca e sperimentazione: dai disegni a china, al decennio figurativo, fino all'ultimo periodo informale. A cura di Barbara Pavan.
a cura di Barbara Pavan
Si apre sabato 20 settembre 2008 alle ore 18.30 presso le sale di Palazzo Marcotulli, in via Garibaldi 241 a Rieti, la mostra antologica di Alfredo Bonanni.
La mostra è promossa da Studio7.it, curata da Barbara Pavan, e patrocinata dalla Provincia di Rieti e dal Comune di Rieti e costituisce un tributo a questo artista reatino che ha dedicato all’arte oltre quarant’anni.
Cinquanta i lavori esposti che coprono un’arco temporale dal 1961 ad oggi, tracciando tutta la parabola di ricerca e sperimentazione di Bonanni, dai disegni a china, al decennio figurativo, fino all’ultimo periodo informale.
Scrive Cinzia Minuti Innocenti: ‘La prima attività di Alfredo Bonanni, che giunge sino al 1998 circa, è caratterizzata da un’intensa visionarietà fantastica. Bonanni esplora le componenti irrazionali dell’animo umano, quelle forze occulte che in sogno materializzano paure e tormenti di una realtà sentita come sofferta e che riversa la sua carica psicologicamente distruttiva in quella dimensione che abbandona il controllo razionale per farsi avvolgere nell’onirico. L’artista reatino, liberandosi da ogni vincolo con la linea di contorno, che ingabbia l’anima dell’opera, fa esplodere tutta la sua immaginazione attraverso un denso uso del colore, carico di simbologie, che diviene il veicolo principale di comunicazione del proprio io.’
‘La maggior parte dei quadri di Bonanni accoglie come fulcro espressivo l’intreccio dinamico, che si stempera attraverso vibranti e rapidi segni, bruscamente proiettati verso l’esterno, conducendo l’immaginazione lungo un ipotetico viaggio che parte dall’irruenza espressiva fino alla quiete del segno…’ continua Eliana Frontini nella recensione delle opere dell’ultimo decennio ‘Le sue tele conservano al meglio la tavolozza che fu di Burri e di tanti artisti della sua scuola, non immemori della lezione informale e dunque attenti alle voci ed ai modi più autentici e innovatori dell’arte italiana contemporanea.
L’operazione artistica di Bonanni si traduce in una raffinata tecnica grafica, tutto ciò che risulta dalla selezione mentale viene portato in rilievo e composto in movimenti precisi sempre più gestuali. Sente il bisogno di infondere e scorporare la realtà, enfatizzando alcune parti dell’opera per creare differenti linee di forza senza per questo rompere un assetto spaziale spesso centrico, sempre razionale. Le coordinate restano quelle della geometria, ed anche la dilatazione dello spazio, in una sottile dialettica tra definito e indefinito. Ma il colore attinge a qualità inedite, per l’intensa, solare saturazione luminosa: si anima nel colore tutta la composizione pittorica, che arriva a sedimentarsi, quasi brano di memoria o momento emotivo, nella stesura progressiva. Da un lato colpisce l’elemento materico derivante da una spontaneità creativa e dall’altro il rigore compositivo attentamente ricercato. Il mondo di Bonanni è tutto fatto di luce e di colore, di nervi scoperti che si accendono nell’attimo. I timbri cromatici sono esatti: ogni vibrazione ha un valore preciso, provato per sicuro istinto, e la luce non viene da fuori, ma è dentro la pittura.’
Opening 20 settembre 2008 ore 18.3
Palazzo Marcotulli
via Garibaldi 241 - Rieti
Orario: da lunedì a giovedì ore 10-13 e 16-20 Venerdì, sabato e domenica ore 10-13 e 17-23
Ingresso libero