nel nome del padre. 3.6.0 e' un collettivo formato da un giornalista, un fotografo e una regista. Il punto di partenza e' la notizia e la sua rielaborazione in fasi che ripercorrono il processo mentale della digestione dell'informazione. L'obiettivo e' approfondire e superare il caso di cronaca che sconvolge, la tematica sociale che divide.
3.6.0 è un collettivo formato da un giornalista, un fotografo e una regista che interpretano la notizia attraverso l’uso e la commistione dei loro mezzi espressivi.
Il punto di partenza è la notizia e la sua rielaborazione in fasi che ripercorrono il processo mentale della digestione dell’informazione.
L’obiettivo è approfondire e superare il caso di cronaca che sconvolge, la tematica sociale che divide.
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Amstetten, Austria. Aprile 2008. Joseph Fritzl ha imprigionato sua figlia Elizabeth per 24 anni in un covo sotterraneo sotto la casa dove viveva. Con lei, attraverso una relazione incestuosa, ha avuto sette figli. Tre di loro hanno vissuto tutta la loro vita nel covo con la madre, che oggi ha 42 anni.
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Lo spettatore viene invitato a rivivere il fatto di cronaca, un’installazione che si sviluppa in tre fasi diverse:
-Il primo impatto con i media, l’informazione pura.
Si accede in un cubo di piccole dimensioni. Pareti, soffitto e pavimento sono ricoperti di quotidiani, settimanali e fotografie che nel periodo a cavallo tra la fine di Aprile e l’inizio di Maggio 2008 hanno raccontato al mondo la vicenda. Il passaggio sarà accompagnato dalle voci di giornalisti televisivi e radiofonici che in quei giorni hanno annunciato la notizia.
-Il video, una giornata nel covo
Un piccolo corridoio sbocca in un secondo cubo, più grande del primo. È buio. Al centro una piramide di 24 televisori, tanti quanti gli anni di prigionia di Elizabeth. Gli schermi guardano a 360° e trasmettono tutti la stessa immagine, anche se in tonalità e colori diversi: il bagno e il salone del covo costruito da Fritzl. L’immagine è fissa. Tutto intorno, una traccia audio riempie l’ambiente con i rumori e i suoni di una giornata tipo nel sotterraneo.
-Fotrografie e catarsi
Un altro corridoio, una terza sala, la più grande. Sette fotografie, il sacrificio del “mostro”. La notizia viene sconvolta, i ruoli invertiti, il carnefice ridicolizzato e trasformato in capro espiatorio. Le sette immaginifiche vendette dei figli di Fritzl nei confronti del padre hanno come sfondo il covo. Ma l’atmosfera è onirica, la messinscena al limite del surreale. Il rimando è a Aristotele, che intende la tragedia come mimesi: facendogli rivivere intensamente le passioni provate in precendenza, lo spettatore se ne libera, ne esce sollevato, purificato. L’informazione è digerita.
Inaugurazione 22 settembre dalle ore 19
Roma Ex Carrozzeria Piazza della Marina 27