Eric Angles
Jason Boughton
John Kelsey and Sylvere Lotringer
Taylor Kretschmar
Charles Mayton
Eileen Quinlan
Amelia Saddington
Josh Tonsfeldt
Thomas Torres Cordova
Gareth James
Dopo la personale del 2006 "Dead Unconscious Desire", Gareth James, presenta un progetto da lui curato per la galleria Soffiantino in cui sono presenti i lavori di dieci artisti provenienti da diversi Paesi. Eric Angles, Jason Boughton, John Kelsey and Sylvere Lotringer, Taylor Kretschmar, Charles Mayton, Eileen Quinlan, Amelia Saddington, Josh Tonsfeldt, Thomas Torres Cordova.
a cura di Gareth James
Gareth James, inglese di nascita (Londra 1970) ma americano d’adozione (vive
e lavora a New York dal 1997), divide la sua ricerca tra la produzione
artistica e la riflessione teorica.
Nel 2006 è stato protagonista di un progetto alla galleria Franco
Soffiantino con un lavoro performativo a quattro mani con Cesare
Pietroiusti. Oggi è in veste di teorico e curatore.
Proprio l’ambivalenza, il “dilemma” come lui preferisce definirlo, fa da
filo conduttore e da collante tra le due attività.
Più precisamente: l’analisi del dilemma, come costruzione linguistica e non
come ricerca di contenuti, sfocia nei suoi due possibili risvolti, si
manifesta attraverso due attività ambivalenti.
Nella mostra precedentemente citata (11 Novembre 2006), l’artista James,
attento conoscitore della teoria lachaniana, ha dichiarato: “Il problema di
disegnare su un pezzo di carta non è cosa disegnare, bensì il fatto che il
foglio ha due facce”.
Ora come allora, anche per il curatore James, l’accento è spostato sulle
manifestazioni ambigue della forma più che sui contenuti del messaggio. Sul
gioco degli incastri linguistici i cui elementi, a seconda di come vengono
incastrati, possono dare letture diverse, anche contraddittorie.
Il dilemma diventa soggetto, opportunità da ricercare, possibilità di
esperienza, e non ostacolo con cui confrontarsi al fine di trovare una
soluzione univoca, la migliore possibile. Non c’è una ricerca valoriale, ma
l’analisi delle strutture che sono alla base dei contenuti e che
opportunamente scomposte possono dare adito ad interpretazioni molteplici.
La griglia di Hermann è un reticolo bianco e nero, è uno schema fisso,
bidimensionale, che per definizione non dovrebbe lasciare adito a nessuna
digressione. Esso però, per un effetto ottico, pare muoversi, sfumarsi in
raggi luminosi che si proiettano all’interno del nero dei riquadri.
Ciò nonostante l’occhio umano non può fissare quello che per costruzione è
statico, da qui l’illusione ottica di una griglia composta di luci vibranti.
Anche l’idea curatoriale emerge soltanto per scomparire, lasciando il posto
ad un’illusione in cui ogni artista diventa curatore inconsapevole della
mostra per la quale è stato selezionato:
Gareth James invita artisti che hanno esercitato un potere sulla scelta,
imponendosi a lui per la loro testardaggine ed indipendenza. Scegliendo
quindi, ma passivamente.
Il concetto stesso di scelta è linguisticamente scomposto, la ricerca dei
contenuti è sostituita da un dialogo in cui i soggetti che ne prendono parte
hanno funzione ed acquisiscono valore solo all’interno del dialogo stesso.
Confermandolo e al contempo contraddicendolo.
Il curatore James crea dei principi di selezione ai quali tutti gli artisti
selezionati rispondono.
Tutti meno uno per ognuna delle categorie create.
Il dilemma, l’ambivalenza, l’illusione, l’eccezione che conferma la regola,
il gioco delle strutture che si scompongono e si ricompongono.
L’artista James gioca con la pratica curatoriale come strumento della sua
opera, come pretesto di creazione artistica che si manifesta non attraverso
un manufatto, ma attraverso la composizione delle opere di altri artisti.
Le opere, osservate singolarmente, dimostrano di soffermarsi, più che sul
loro contenuto, sul valore linguistico che esse acquisiscono nel dialogo
intrapreso con lo spazio che le ospita e tra loro stesse.
Ogni opera acquisisce valore all’interno del dialogo, ma potrebbe
completamente perderlo in un contesto differente.
Franco Soffiantino
via Rossini, 23 - Torino
Orari: da martedì a sabato, dalle 11 alle 19
Ingresso libero