La mostra si propone, con i terminali di universale riconoscibilita', Miro' e Dali', di far conoscere al grande pubblico italiano una folta schiera di personalita' del tutto ignote e trascurate. E nel documentare l'approdo catalano nella capitale francese, la rassegna intende anche ovviamente sottolineare la vivacita' e l'influenza che l'arte catalana ha esercitato sull'arte europea, che a Parigi ha trovato il luogo di scambio, l'epicentro riconosciuto.
Ribera, Casas, Rusiñol, Mirò, Dalì e gli altri
Nell'ambito della pluriennale ricognizione sull'arte del Novecento, Brescia Mostre dedica una originale, esclusiva, rassegna alla pittura catalana. La mostra "Catalani a Parigi. Ribera, Casas, Rusinol, Mirò, Dalì e gli altri", organizzata in collaborazione con la Generalitat de Catalunya, si aprirà il 10 febbraio 2002, a Brescia, a Palazzo Martinengo, dove sarà visitabile fino al 12 maggio.
Il progetto, sostenuto da un autorevole comitato scientifico guidato da Francesc Fontbona, guarda per la prima volta a quella corrente e a quel periodo della pittura della Catalogna particolarmente affascinati, stregati, dallo specchio parigino, che fu riferimento ineludibile nella seconda metà dell'Ottocento e nei primi decenni del Novecento dell'intera arte europea.
La mostra si propone, con i terminali di universale riconoscibilità , Mirò e Dalì, di far conoscere al grande pubblico italiano una folta schiera di personalità del tutto ignote e trascurate. E nel documentare l'approdo catalano nella capitale francese, la rassegna intende anche ovviamente sottolineare la vivacità e l'influenza che l'arte catalana ha esercitato sull'arte europea, che a Parigi ha trovato il luogo di scambio, l'epicentro riconosciuto. Non casualmente due anni fa Palazzo Martinengo dedicò una analoga rivisitazione con la mostra "Les Italiens de Paris".
Per gli artisti catalani Parigi risultò tanto attraente che la preferirono di gran lunga a qualsiasi altra capitale. Ramón Martì y Alsina vi si recò nel 1853, e poco dopo ebbe occasione di venire a contatto con la rivoluzione pittorica di Courbet, che egli importò in Catalogna. Negli anni sessanta, passeranno da Parigi molti altri artisti della Catalogna: Modest Urgell, Antoni Caba, Simó Gómez, Francesc e Josep Masriera, Francesc Miralles, Francesc Torrescassana ed evidentemente Marià Fortuny. Negli anni sessanta era già un fatto comune che i pittori catalani passassero periodi più o meno lunghi nella capitale della Francia (Joaquim Vayreda, Josep Liovera, Joan Roig Soler, Marià Vayreda, Jaume Morera, Josep Cusachs, Eliseu Meifrèn, Benet, Mercadé, Torrescassana, Codina Langlin). Alcuni di loro scelsero Parigi come dimora stabile: Miralles, Masó, Casanova Estorach, Pujol, Romà Ribera, Gaspar Miró, Llovera e Fortuny, che però viveva fra Roma e Parigi.
I catalani in generale vivono bene a Parigi, completamente a loro agio in una professionalità impeccabile basata sul naturalismo domestico o sul realismo bozzettistico che si era fortemente consolidato fra la vasta clientela dei mercanti d'arte come Adolphe Goüpil.
Soltanto Joaquim Vayreda sembra possedere qualche vibrazione dell'Impressionismo genuino, senza essere stato a contatto diretto con il gruppo. Rispecchiano questo stile anche alcuni capolavori dell'ultimo periodo di Fortuny.
Negli anni ottanta la presenza catalana a Parigi si poteva già considerare quasi massiccia.
Oltre agli artisti che ci erano già stati, che ancora ci vivevano o che vi ritornavano - in particolare, Ribera, Miralles, Masó, Gaspar Miró, Josep LluÃs Pellicer, Llovera, ma anche Cusachs, Meifrén, Vayreda, LluÃs Masriera….-, ci fu una vera valanga di nuove ondate di artisti plastici che si recarono nella capitale francese per la prima volta in quel decennio: Apeles Mestres, Manuel CusÃ, il giovanissimo Ramon Casas, Josep Maria Tamburini, DionÃs Baixeras, Laureà Barrau, Joan Brull, Manuel FelÃu de Lemus, LluÃs Graner, Santiago Rusiñol, Miquel Utrillo, Sebastià Junyent, Miquel Carbonell, Félix Mestres, Andrei Solà Enric Galwey… I catalani che arrivano a Parigi negli anni ottanta risultano molto più inquieti come creatori: ad attrarli era piuttosto la Parigi faro della modernità artistica internazionale. Questi artisti, una volta tornati in Catalogna, si muoveranno nell'ambito del Modernismo.
Il periodo più importante del rapporto tra gli artisti catalani e Parigi fu l'ultimo decennio del secolo. La Parigi degli anni novanta costituisce uno degli scenari del Modernismo catalano, grazie al gruppo di Montmartre formato da Rusiñol e Casas, i cui frutti si radicarono profondamente in Catalogna, ma grazie anche alla presenza costante a Parigi di pittori come Joan Sala. In quel periodo una generazione nuova, quella di Claudi Castelucho, Anglada-Camarasa, Ramou Pichot, Ricard Urgell, Joaquim Sunyer, Isidre Nonell, Ricard Canals, LluÃsa Vidal, Marian Pidelaserra, Pere Ysern, lo scultore Manolo Hugué…
L'asse Barcellona-Parigi persiste anche nella prima metà del Novecento: Joan Mirò e Salvador Dalì, protagonisti del surrealismo, subiranno l'influenza del clima culturale parigino, ma anche altri artisti della loro generazione scelsero Parigi come punto di riferimento, come il grande illustratore di moda Xavier Gosé, il giornalista grafico Josep Simont, pittori da cavalletto come Josep Mompou, Rafael Durancamps, Josep de Togores, Antoni Vila-Arrufat, Josep Amat, e fra i più giovani, Emili Grau-Sala che diventerà , oltre che pittore, uno degli illustratori più essenzialmente "parigini" della Francia.
Orari
Dalle 9.30 alle 19.30
Lunedì chiuso
Biglietti
Intero: E 6,50
Ridotto: E 5
Gruppi organizzati: E 4,50
Ridotto super (scuole, weekend famiglia, adulti over 65): E 3
Informazioni
Brescia Mostre
Piazza del Vescovato 3
25121 Brescia
tel. +39 030 297551
fax +39 030 2975517
Ufficio stampa : Elisa Zanetti
Immagine: Joaquin Sunyer, Nudo sulla spiaggia, 1936, Coll. Generalitat de Catalunya
Palazzo Martinengo
Brescia