Poesie concrete e altre dissociazioni. Nei suoi lavori l'artista sperimenta la decostruzione delle parole, indagando il potere della comunicazione e delle forze non-comunicative.
Maurizio Baldrini presenta : ''Poesie concrete e altre dissociazioni''.
Nel 1956 si tenne a San Paolo del Brasile l'''Esposizione Nazionale di Arte Concreta'' : fu in quella occasione che venne proposto il nome di poesia concreta. Con quella denominazione si voleva indicare la dimensione materica della nuova poesia: le parole non venivano più usate per la loro semanticità, per il loro significato, ma per i valori grafici e visivi che potevano assumere. Nei suoi sviluppi la poesia concreta arriverà a operare fin dentro la parola, smontandola e ricomponendola.
Questo procedimento risulta ben evidente nelle decoscritture di Maurizio Baldrini nei suoi lavori sulla ricerca della decostruzione delle parole e sul proponimento di un linguaggio senza parole, dove l'utilizzatore/fruitore è solo davanti a caratteri tipografici mutilati, manipolati, fatti rivivere come linguaggio dell'inconscio con un codice (password) da possedere per capire, per entrare e rifiutare che si vive in un mondo di parole, (senza valore)dove tutti fanno parole, politici europei, nostrani, mondiali, holding, banche, industrie.
In sintesi IL POTERE della comunicazione alle forze non comunicative con il singolo rappresentano una sorta di esplorazione tra le possibilità di usare i frammenti di caratteri, con sezionature verticali o orizzontali, ed eventuali sovrapposizioni di frammenti verbali o parti di parole ''leggibili''. La poesia concreta, per la sua estrema economia espressiva, si presenta con doti particolari di accessibilità anche per chi non conosce la lingua in cui è scritta, e come movimento di carattere internazionale fu concepita dai primi promotori: Decio Pignatari ed Eugen Gomringer. A proposito del carattere internazionale della poesia concreta, lo stesso Gomringer ha scritto: ''Un sintomo significativo della necessità della poesia concreta si riscontra osservando che simili e analoghe forme sono emerse quasi contemporaneamente in Europa ed in America latina e che una analoga forma mentis ha trovato il suo terreno in entrambi gli ambienti. Sono perciò convinto che la poesia concreta comincia a realizzare l'idea di una poesia universale comune. È forse comunque tempo di rivedere profondamente la concezione, il modo di credere nella poesia e di riesaminare la condizione di una sua funzione nella società coeva.
Museo coevo
via cardone, 9 - Catanzaro