Scrivere e disegnare. Una mostra di acquarelli che rivisitano con salace ironia alcuni capisaldi della letteratura europea, dall'Ulisse di James Joyce al Gargantua e Pantagruel di Francois Rabelais, a Madre Coraggio di Bertolt Brecht.
La Fondazione Corrente riapre dopo la pausa estiva con un ciclo di iniziative dedicate all'indagine del rapporto fra parola e immagine nella letteratura illustrata.
· Nella nostra Biblioteca sarà allestita, dal 30 settembre al 22 ottobre, una mostra di acquarelli di Adamo Calabrese che rivisitano con salace ironia alcuni capisaldi della letteratura europea, dall'Ulisse di James Joyce al Gargantua e Pantagruel di François Rabelais a Madre Coraggio di Bertolt Brecht, con uno sguardo privilegiato per la letteratura per l'infanzia e la sua dimensione onirica (Cenerentola, Le avventure del Barone di Münchhausen).
Si vedranno il padre di Cenerentola portare la matrigna cattiva alla fiera di Munchhausen nel tentativo di venderla o il Principe azzurro meditare sulla gravitazione universale, per il gran peso sul cuore che gli ha procurato la scomparsa di Cenerentola…
· La mostra delle illustrazioni inaugura il 30 settembre alle ore 18. Nella stessa serata presenteremo il libro L'anniversario della neve di Adamo Calabrese, con interventi dell'autore e del poeta Giancarlo Consonni. Adamo Calabrese è infatti anche un abile narratore che ha recentemente pubblicato questa raccolta di racconti, nei quali emerge quello stesso gusto per la rivisitazione letteraria, l'amore per la parola scritta.
· Infine il 14 ottobre alle ore 18 dedicheremo una serata a una conversazione sul rapporto fra parola e immagine, con un intervento di Martino Negri, ricercatore di letteratura italiana presso l'Università di Milano-Bicocca (La parola e l’immagine: un dialogo dagli esiti multiformi) e una presentazione di Adamo Calabrese (Scrivere con la mano destra e disegnare con la mano sinistra).
Da una presentazione di Adamo Calabrese:
“Mio padre mi ha lasciato una cassa di libri con i quali ho trascorso i miei anni più stravaganti, quelli che vanno dal sillabario all’Iliade. Il più amato dei volumi è stato uno scartafaccio con i disegni di Gustave Dorè sulle favole di Perrault. Poi c’è stato il teatro di mio padre con la sua filodrammatica da dopolavoro inondata dalle lacrime del Padrone delle ferriere e di Come le foglie. Poi…poi il fiume della vita mi ha portato per il mondo a vendere acido solforico e salgemma sostando nelle caffetterie degli aeroporti davanti ad un bicchiere di birra in ascolto delle chiacchere di un altro bicchiere di birra. E nell’insonnia delle notti, accompagnato dal cri cri dei tarli in stranieri lettoni, scrivere e disegnare.
Scrivere con la mano destra e disegnare con la mano sinistra come un muto che s’ingegna a raccontare a gesti la forma delle nuvole, o il colore degli alberi. L’ultimo mio libro è L’anniversario delle neve, una raccolta di racconti sulla consolazione della solitudine. L’ultimo mio disegno (china e acquarello) illustra la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre. L’ultimo mio “teatro” è la rivisitazione di Mutter Courage di Brecht che gira per gli auditorium con il “Teatrino dell’allodola”. (Adamo Calabrese)”
Dalla quarta di copertina del libro L'anniversario della neve di Adamo Calabrese:
“L'anniversario della neve raccoglie brevi racconti che hanno per protagonisti vecchi professori di matematica, randagi rappresentanti di commercio, illustratori di libri di animali ciascuno chino su se stesso ad ascoltare l’eco di una donna lontana. Ne risulta un universo ingarbugliato in un ripetitivo fato di assenze e di solitudini che presiede una trama di vani tentativi di ricongiungimento: lettere che non arrivano, telefonate che suonano a vuoto, viaggi senza meta. I protagonisti abitano luoghi di confine reali: camere d’albergo, case nel bosco, o risiedono in lontananze immaginarie: sulla luna o tra le stelle.
Tutti i personaggi leggono un libro che si travasa nella loro vita alimentando una stupefacente confusione tra vissuto e scritto. Leggono i grandi classici, ma anche partiture musicali, atlanti geografici, testi di chimica e tutto ciò che nell’insieme forma il catalogo di una libreria sommersa nel tempo.
Salvezza di questa umanità è la beatitudine della natura con i suoi pacifici animali dei boschi e con il suo mite orto botanico di erbe domestiche. Uomini e donne consolate dalle stagioni e dal silente e luminoso ritorno della neve.”
Fondazione Corrente
via Carlo Porta, 5 - Milano
Orario: mart, merc, giov 9-12.30 e 15-18.30
Ingresso libero