Sala Bolaffi
Torino
via Cavour, 17
011 5576300 FAX 011 5620456
WEB
Daniela Monaci
dal 1/10/2008 al 8/11/2008
mart-dom 10-19
800 329329
WEB
Segnalato da

Emanuela Bernascone



approfondimenti

Daniela Monaci



 
calendario eventi  :: 




1/10/2008

Daniela Monaci

Sala Bolaffi, Torino

Ci sono cose tra cielo e terra. La mostra, curata da Gabriella Serusi, ripercorre attraverso circa 60 opere, fra fotografie, installazioni e video, realizzate fra il 2000 e il 2008, gli sviluppi recenti della ricerca dell'artista, seguendo il filo della sua riflessione sull'inquietudine, sulla bellezza e sulle fragilita' che accompagnano il nostro vivere contemporaneo.


comunicato stampa

a cura di Gabriella Serusi

Dal 3 ottobre al 9 novembre 2008 la Regione Piemonte dedica a Daniela Monaci una mostra personale presentata negli spazi della Sala Bolaffi di Torino. La mostra, curata da Gabriella Serusi e inserita nel calendario delle manifestazioni di Contemporary, ripercorre attraverso circa 60 opere fra fotografie, installazioni e video, realizzate fra il 2000 e il 2008, gli sviluppi recenti della ricerca di questa poliedrica artista, seguendo il filo della sua riflessione sull’inquietudine, sulla bellezza e sulle fragilità che accompagnano il nostro vivere contemporaneo.

Partendo dallo scatto fotografico, Monaci rielabora e ricostruisce le immagini con un sottile gioco di spiazzamenti facendo emergere il non sense dell’esistenza e ci porta in un mondo dove il confine tra realtà ed irrealtà si fa sottile. Le sue figure nascono e percorrono la vita immerse nel profondo mistero delle cose, simbolo della precaria e a volte dolorosa incertezza del nostro vivere. Un vivere che, anche se non se ne disconosce il pericolo, è accolto con un sentimento di riconoscente meraviglia verso la vita stessa e il suo enigma e con profondo rispetto e amore, che si manifestano nella ricerca dell’armonia e della bellezza, elemento imprescindibile nella ricerca di Daniela Monaci.

Come sottolinea la curatrice, Gabriella Serusi: “Durante la fase di rielaborazione delle fotografie, condotta in studio con l’ausilio del suo computer, Daniela Monaci rimaneggia, modifica, altera, ricodifica e reinventa la realtà e ritrova così, attraverso un processo artificiale, la naturalità e la purezza originarie di quel portato emozionale, di quella polifonia sensoriale e della memoria legate a un momento preciso della sua vita.”

La mostra si articola seguendo un percorso tematico più che cronologico, scandito da tappe visive che corrispondono ai differenti cicli di opere. Accanto alle immagini fotografiche più conosciute – quelle che hanno per soggetto i corpi o i paesaggi naturali, elaborate secondo una sapiente tecnica di fotoritocco eseguita al computer – figurano immagini più enigmatiche, velate di malinconia, come quelle dedicate ai Giocolieri o alla Maternità, nate da una riflessione incrociata fra privato vivere e accadimenti politici e sociali collettivi. Particolare attenzione è riservata in mostra alla produzione video che, nel caso di Daniela Monaci, è quasi sempre frutto di un lento e ragionato montaggio fotografico. Anne Marie, un video del 2008 realizzato appositamente in occasione di questa esposizione, è un lavoro che sintetizza perfettamente i temi e gli interrogativi intorno a cui si è sviluppata negli anni la ricerca artistica di Monaci .

Nell’esposizione torinese vengono presentati i grandi e raffinati quadri fotografici della serie Altrove in cui si vedono gambe femminili che descrivono percorsi incrociati immerse in uno spazio-tempo sospeso; i cicli dedicati al paesaggio naturale intitolati Vertigine, dove la Natura viene ripresa da una prospettiva rovesciata, ribaltata e aggettante, Barocco Romano, Metamorfosi, D’aria d’acqua di terra. Queste ultime, sono immagini di paesaggi tempestosi realizzati attraverso una lenta rielaborazione al computer, con il preciso scopo di re-inventare la realtà a partire dalle emozioni che essa suscita in noi quando ci troviamo in presenza della sua vastità e potenza fenomenica. E poi ancora la serie fotografica sui Giocolieri e le Natività caratterizzate dal potente contrasto cromatico fra rosso e nero.

Spaesamento, incertezza connessa al quotidiano vivere, senso di alienazione e solitudine sono i temi indagati nelle opere intitolate Sì, no non so in cui l’immagine di donne “decollate”, incarna le paure e le incertezze legate allo sradicamento culturale e al nomadismo dei migranti. Una certa malinconia, un sentimento di languido abbandono e un’idea fuggevole del tempo caratterizzano i ritratti che Daniela Monaci colloca, attraverso alcuni accorgimenti stilistici, in una dimensione assolutamente “presente”, eppure a-temporale. Con la produzione video, Monaci riesce particolarmente bene poi a restituirci l’idea del tempo che scorre, come in La cena degli avanzi (2002-2004) che – scrive la curatrice in catalogo - è “il racconto epifanico della bramosia cieca e smodata dell’essere umano.” Anche nel video dedicato ad Anne Marie che si perde nel labirinto delle sue difficoltà, un lavoro pieno di struggente dolcezza e di dolorosa partecipazione alle sofferenze intime dell’essere umano, si ritrovano suggestioni e spunti di riflessione simili rischiarati però da una maggiore fiducia nel futuro.

La profonda conoscenza dell’animo umano unita ad una grande capacità empatica rendono Monaci un’artista particolare le cui opere hanno il dono di rendere comprensibile al cuore quello che non si riesce ad intuire con gli occhi e con gli altri sensi. Un’artista che utilizzando l’occhio meccanico dell’apparecchio fotografico come naturale prolungamento della mente e del cuore riesce a comunicare e a rendere comprensibile l’inestricabile labirinto dei sentimenti umani.


Biografia
Daniela Monaci è nata a Torino nel 1944. Ha trascorso qui buona parte della sua giovinezza e qui si è laureata in Lettere Moderne durante gli anni della contestazione giovanile. Sono anni di forte impegno civile e politico al termine dei quali l’artista sceglie di trasferirsi a Roma, dopo aver frequentato un corso di incisione alla Scuola Internazionale di grafica di Venezia.

A Roma si iscrive all’Accademia di Belle Arti diventando allieva di Toti Scialoia. È lui ad insegnarle il valore e la potenza del gesto artistico, l’amore per la pittura e il desiderio di cominciare un’avventura personale nell’arte.
Gli esordi dell’artista sono legati all’incisione e alla pittura di superficie: sono questi anni in cui Daniela Monaci impara a sviluppare le tecniche dell’incisione e il gusto estetico per la forma. Nel 1994, la prima mostra tenuta a Roma, a cura di Ludovico Pratesi, critico giovane e attivo all’epoca nella capitale. Monaci presenta in questa occasione un gruppo di sculture poetiche in gesso che rappresentano mani strette nel gesto della preghiera.
Ciò che l’artista sta da tempo cercando è di raggiungere il livello più profondo della realtà, di catturare attraverso uno sguardo trasversale e obliquo la vera natura delle cose.

In questo senso, il 1997 è un anno fondamentale. Daniela Monaci scopre che con l’ausilio delle tecnologie – anche quelle legate a programmi di fotoritocco semplici – può raggiungere i suoi obiettivi. Da quel momento, il computer diventa uno strumento di lavoro imprescindibile. La fotografia e la sua elaborazione diventano il linguaggio privilegiato della sua ricerca anche sel’etichetta di “ fotografa” sembra starle un po’ stretta.
L’artista non mi sente legata ad una tecnica ma al pensiero e alla sua visualizzazione e per questa ragione cerca ogni volta il linguaggio e gli strumenti più adeguati alle circostanze. Nel 2002 inizia la produzione video, opere che hanno origine da un lento montaggio degli scatti fotografici tratti in precedenza.

Attualmente Daniela Monaci, vive e lavora fra Roma e Torino. Fra le principali mostre personali recenti, ricordiamo nel 2006 quella alla galleria Dieffe di Torino, intitolata Ho capito che non c’è niente da capire; alla galleria Il Segno di Roma nel 2005 Ho mal di testa e di infinito. Daniela Monaci ha partecipato a numerose mostre collettive in ambito nazionale fra cui XII Quadriennale d’arte, Roma Palazzo delle Esposizioni; Tirannicidi: la fotografia, Roma- Istituto Nazionale per la Grafica e Torino- Archivio di Stato; 2 Festival Internazionale della fotografia, Roma Musei Capitolini Centrale Montemartini; XI Biennale d’arte sacra S.Gabriele, Teramo; Autobiografia Autoritratto, Museo Andersen – Galleria d’Arte Moderna, Roma.


Ufficio stampa
Emanuela Bernascone
Corso re Umberto 31, Torino
tel 011 19714998/999 - fax 011 19791935
info@emanuelabernascone.com
http://www.emanuelabernascone.com

Inaugurazione giovedì 2 ottobre ore 18.30

Sala Bolaffi
via Cavour 17, Torino
Dal martedì alla domenica 10.00-19.00
tel. 800 329 329
ingresso gratuito

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