Museo delle Icone Russe F. Bigazzi Peccioli
Peccioli (PI)
piazza del Popolo, 5 (Palazzo Pretorio)
0587 672877, 0587 672158
WEB
L'angelo sigillato
dal 3/10/2008 al 15/11/2008
merc-sab-dom e festivi 10-13 / 16-20

Segnalato da

Igor Muroni




 
calendario eventi  :: 




3/10/2008

L'angelo sigillato

Museo delle Icone Russe F. Bigazzi Peccioli, Peccioli (PI)

La mostra e' volta a mettere a confronto e ad istituire un dialogo tra le icone appartenenti alle collezioni del museo ed una serie di interventi di artisti contemporanei. Nella selezione dei lavori sono stati privilegiati monocromi bianchi che rappresentano una superficie indefinita e unicamente viva che sotto il suo candore nasconde tensioni. Opere di Massimo Bartolini, Alighiero Boetti, Piero Manzoni, Antonio Rovaldi, Igor Muroni, ecc.


comunicato stampa

a cura di Rita Selvaggio

In occasione della quarta edizione della Giornata del Contemporaneo, promossa dall'AMACI (Associazione dei Musei d'Arte Contemporanea Italiani) e con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, sabato 4 ottobre alle 18.00 viene inaugurata, presso il Museo di Icone Russe "F. Bigazzi", la mostra dal titolo "l'angelo sigillato", organizzata dalla Fondazione Peccioliper e volta a mettere a confronto e ad istituire un dialogo tra le icone appartenenti alle collezioni del museo ed una serie di interventi ed opere di artisti contemporanei.

La provenienza delle icone del Museo di Peccioli spazia geograficamente dalla Russia alla Russia sud-occidentale (attuali Ucraina e Bielorussia), dalla Romania alla Grecia e ai Balcani, dall'Armenia ai Paesi Baltici.
Il progetto della mostra inserisce all'interno del percorso espositivo museale, tra difficili equilibri e polifonie sospese, tracce e indizi più recenti che contribuiscono ad azzerare ogni griglia spaziale e ogni allusione naturalistica dello spazio.
L'immagine iconica non racchiude ma "apre". La sua essenza sta nel rimandare a qualcosa che sta al di fuori di sé, senza volerlo costringere e limitare.

L'icona raffigura il passato, il presente e il futuro, perciò è per principio oltre il tempo e lo spazio; essa viene dipinta per l'eternità e contribuisce al compito di innalzare la gloria divina.
Nelle grandi sintesi di Gregorio Palamas e Nicolas Cabasilas, sino ai grandi testi che cercano di sistemare la teologia dell'icona, da Giovanni Damasceno a Florenskij, si parla dell'icona in quanto manifestazione, energia, luce di una qualche essenza spirituale. Essa è allusione ad un archetipo celeste ed ontologicamente viene dipinta sulla luce. Nella tradizione iconica, infatti, la luce splende come oro, è luce pura, non colore. L'icona inizia con l'oro della grazia creante e finisce con l'oro della grazia consacrante, cioè la razdelka.

Nella selezione delle opere contemporanee sono stati privilegiati monocromi bianchi come l'Achrome di Manzoni ,che rappresenta una superficie indefinita e unicamente viva e superfici che sotto il loro candore nascondono tensioni (Enrico Castellani, Agostino Bonalumi), testi (Alighiero Boetti), intrecci di fili (Maurizio Anzeri, Enrico David), stratificazioni di trasparenze (Luciano Bartolini). Come filo conduttore si sono inoltre privilegiati attimi brevi e gesti minimi, o opere che si autosacralizzano attraverso l'uso di patine d'oro. Si vedano ad esempio il nastro di Gian Domenico Sozzi; la saponetta di Ettore Spalletti, le pinne in Nessuntempo di Antonio Rovaldi e ancora le sneakers di Philip Wiegard, icona della più attuale contemporaneità, o l'oro fenomenico nella scultura di Arp e in Fontana.

L'oro, accentuando i valori balucinanti della superficie, rende percepibile l'indeterminarezza dello spazio esistenziale e sottrae alla materia il suo peso e il suo volume.

Il titolo della mostra, "l'angelo sigillato", è preso in prestito da un lungo racconto datato 1873 dello scrittore russo Nikolaj Semenovic Leskov. In esso si narra del ritrovamento di un'icona confiscata dalle autorità, ritrovamento che richiede ardui viaggi e improbabili peripezie tra steppe e tormente di neve. L'icona in questione, proveniente dalla scuola di Stroganov, rappresenta un angelo che ha patito l'offesa di un sigillo che ne oscura il volto.
In assenza di una teologia positiva, la spiritualità russa si era tutta espressa nelle immagini ed è a queste stesse immagini che, in quest'occasione, si accostano lavori che dichiarano la fine di ogni possibile rappresentazione e che indagano la discrepanza tra l'immagine stessa e il linguaggio.

Maurizio Anzeri
Hans Harp
Luciano Bartolini
Massimo Bartolini
Vasco Bendini
Alighiero Boetti
Agostino Bonalumi
Enrico Castellani
William Cobbing
Marie Cool e Fabio Balducci
Enrico David
Lucio Fontana
Thomas Grünfeld
Ann Veronica Janssens
Piero Manzoni
Jonathan Monk
Paul Morrison
Igor Muroni
Antonio Rovaldi
Gian Domenico Sozzi
Igor Muroni
Philip Wiegard

Immagine di Antonio Rovaldi

Inaugurazione Sabato 4 ottobre 2008 ore 18

Museo di Icone Russe "F. Bigazzi", Peccioli (PI)
mercoledì, sabato, domenica e festivi 10 – 13 / 16 – 20
ingresso libero

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