Venezia nelle fotografie di Carlo Naya. L'esposizione si articola in un percorso di 106 immagini provenienti dall'Archivio Fotografico della Biblioteca Vallicelliana (Roma). A cura di Alberto Manodori Sagredo.
a cura di Alberto Manodori Sagredo
Venerdì 3 ottobre 2008, alle ore 11.00, si inaugura la mostra “Venezia
nelle fotografie di Carlo Naya della Biblioteca Vallicelliana” a cura di
Alberto Manodori Sagredo, allestita nelle Sale Monumentali della
Biblioteca Nazionale Marciana (Libreria Sansoviniana, con ingresso in
Piazzetta San Marco n. 13/a). Saranno presenti Maria Letizia
Sebastiani, direttore della Biblioteca Marciana, e il curatore della mostra.
Saranno esposte 106 fotografie di tema veneziano provenienti
dall’Archivio Fotografico della Biblioteca Vallicelliana (Roma). Per
l’occasione saranno esposte anche alcune delle fotografie di Carlo Naya
tratte dal fondo omonimo depositato presso la Biblioteca Marciana nel
1880, che consta di 194 pezzi.
L’ingresso per il pubblico, a partire dal pomeriggio del 3 ottobre e
fino al 30 ottobre, sarà dal Museo Correr (la mostra è inserita nel
percorso integrato dei Musei di Piazza San Marco).
Venezia, fin dalla nascita della fotografia, è stata la città più
fotografata del mondo: le vedute dei fotografi presero ben presto a
gareggiare con guazzi e acquerelli, proponendo una cartolina-souvenir,
che non aveva eguale, per chiarezza e precisione fisionomica.
Carlo Naya (Naja, Naya, Naija?), nato a Tronzano Vercellese il 2 agosto
del 1816, giunse a Venezia verso il 1857 dopo un lungo viaggio, anche
fotografico, nel bacino del Mediterraneo; fino alla sua morte, avvenuta
nel 1882, documentò sistematicamente la città in ogni suo aspetto: i
palazzi, le opere d’arte, le vedute e le scene di genere folkloristiche,
ovvero i soggetti generalmente preferiti ovunque dai fotografi, e
destinati al grande mercato che la fotografia aveva ormai conquistato,
ma Naya sapeva scegliere con particolare cura e descriverli con
singolare accuratezza tecnica. A Venezia egli aprì un laboratorio e un
negozio in piazza San Marco, ai numeri 77 e 78bis, e in campo San
Maurizio al civico 2758. Si dedicò alla ripresa di vedute d'architettura
e di ambiente, ma soprattutto alla riproduzione d'arte; è assai noto il
suo rilievo fotografico degli affreschi di Giotto a Padova, eseguito nel
1865, dopo i restauri. Naya non si limitò a svolgere un lavoro
artigianale da piccola bottega d’arte ma, come gli Alinari, ampliò
rapidamente il suo atelier assumendo parecchi aiutanti sia per i lavori
esterni che per quelli di laboratorio ed editoriali.
Scrive Alberto Manodori Sagredo nella sua introduzione al catalogo:
“Queste immagini vallicelliane confermano il debito di eredità che la
fotografia veneziana deve a Carlo Naya, maestro della fotografia dei
viaggiatori, ma anche attento osservatore e innamorato dell’immagine e
dell’identità della sua Venezia”.
Come ebbe a scrivere Italo Zannier nel suo volume L' occhio della
fotografia: protagonisti, tecniche e stili dell'invenzione maravigliosa
(Roma, 1988): “Il negozio di Naya, scrisse un cronista della “Gazzetta
privilegiata di Venezia” era “un gioiello degno della piazza San Marco”
dove erano i fotografi, allora a vendere i souvenirs della città, ossia
le loro fotografie.”
Inaugurazione 3 ottobre 2008 h.11
Biblioteca Nazionale Marciana - Sale Monumentali
Piazzetta San Marco, 13/a - Venezia