L'albero delle note e della poesia. Dell'artista sono mostrate diverse sue tecniche, momenti artistici focalizzati con mosaici, i vetri coi quali ha realizzato sculture, i diari, e gli oli su tela o su carta spagnola.
La Mostra: la riapertura della nuova stagione artistica della Galleria L’IMMAGINE di Cesena è affidata anche quest’anno a un Grande Maestro del ‘900 italiano, Riccardo Licata.
Dell’Artista, che nasce a Torino nel 1929, saranno mostrate diverse sue tecniche, momenti artistici focalizzati con mosaici, (ricordando la particolare intensità che il Maestro ha dedicato a questa tecnica, e l’importanza che ha avuto nella sua vita artistica, realizzando grandi opere, esposte anche alla Biennale di Venezia nel 1952, e, per spazi pubblici in Italia, Francia e Spagna), i vetri coi quali ha realizzato sculture, i diari, e gli oli su tela o su carta spagnola.
Il segno inconfondibile di Licata è ritmo, fondamentale per lui, ed è proprio il ritmo, il leitmotiv che compone l’opera, un filo conduttore musicale quindi, elemento inscindibile della sua arte, unito ad un profondo legame con la poesia.
Ogni opera ha un suo significato, anche se “scritta” con lo stesso linguaggio.
Sull’onda di questo ritmo-pittorico, ritroviamo alcuni dei segni più ricorrenti dell’alfabeto mentale ideato da Licata, “l’Albero-Nota-musicale”. Un fraseggio ritmato che di volta in volta si modifica nelle varie tecniche da lui utilizzate. Uno slang fresco, giovane, una scrittura leggibile solo con l’anima e la mente.
Note: dopo una breve infanzia parigina si trasferisce con la famiglia prima a Roma dal 1935 al 1945, poi a Venezia.
Nel ’47 si iscrive al Liceo Artistico veneziano, avendo come Maestri L. Gaspari e M. De Luigi. Il pittore Romualdo Scarpa lo inizia all’arte del mosaico, esperienza questa che avrà un peso determinante nel suo futuro. Entra in contatto con gli artisti del Fronte Nuovo delle Arti, Santomaso, Birolli, Guttuso, Pizzinato, Turcato, Vedova e Viani, che gli trasmetteranno importanti stimoli, nell’ambito del rinnovamento dell’arte italiana del dopoguerra, di cui loro fanno parte.
Inizia in quel periodo un’intensa frequentazione dei concerti al Teatro La Fenice ed al Festival di musica contemporanea della Biennale di Venezia. È il 1950, quando si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Venezia, seguendo i corsi di Bruno Saetti. Nel 1952 presenterà alla Biennale di Venezia un grande mosaico, e l’anno successivo sarà alla Triennale di Milano.
Innumerevoli negli anni le sue partecipazioni alla Biennale.
Nel 1954, conosce Gino Severini, qualche anno dopo lo chiamerà a Parigi come suo assistente alla cattedra di mosaico. Cattedra di cui diverrà titolare alcuni anni dopo.
L’artista che collabora anche con la Scuola internazionale di Grafica di Venezia, si divide fra il capoluogo veneto(in cui ha uno studio) e Parigi.
Queste minime note non rendono giustizia ad un artista così importante del ‘900 italiano, le cui tracce indelebili sono presenti in ogni parte del globo.
Troppo lungo sarebbe scrivere anche in minima parte le cose maggiori che lo riguardano. Si lascia quindi agli amici giornalisti la libera scelta di pubblicare ciò che desiderano, in base a queste brevi note o all’innumerevole biografia e bibliografia presente sul web.
Direzione: Maria Grazia Melandri
Galleria L'Immagine
Piazza Aguselli, 42 - Cesena (FC)
Orario: 10 – 13 e 16 – 19.30 Chiuso Lunedì e martedì
Ingresso libero