Interno Ventidue Arte Contemporanea
Maree Azzopardi, Myriam Laplante e Luana Perilli osservano "obliquamente" gli aspetti ordinari del vivere, rileggendo la quotidianita' in opere di forte impatto visivo che ricorrono a tecniche quali la fotografia, la proiezione, il collage, la scultura e l'istallazione. A cura di Jonathan Turner.
a cura di Jonathan Turner
Maree Azzopardi, Myriam Laplante e Luana Perilli osservano ‘obliquamente’ gli aspetti ordinari del vivere, rileggendo la quotidianità in opere di forte impatto visivo che ricorrono a tecniche quali la fotografia, la proiezione, il collage, la scultura. Ancora, l’istallazione.
L’obiettivo del loro fare non è magnificare le virtù domestiche. Le loro opere traggono senso d’essere al di fuori della
soglia della ‘zona di comfort’; i loro lavori tuttavia non assumono necessariamente il senso di un attacco all’etica
bourgoise, piuttosto di traduzione visuale del rifiuto di un adeguamento acritico a prassi socialmente condivise.
L’attenzione delle tre artiste è tenacemente rivolta ai temi del ricordo, della memoria, dell'infanzia.
Sebbene abbiano storie personali diverse e provengano da contesti culturali assai distanti - Maree Azzopardi nasce in
Australia da genitori maltesi; Myriam Laplante nasce in Bangladesh, si forma in Canada ed infine sceglie l’Italia quale
patria elettiva; Luana Perilli nasce a Roma nel 1981 e qui tuttora vive e lavora - ci sono nessi logici assai forti e ricorrenti
nei loro percorsi, inclusa la fascinazione subita dal tema dell'immortalità, che si evince in modo particolare dalle opere
che esplorano gli argomenti disparati della religione, delle presenze, del folklore e - sopra tutti - della famiglia , in grado
riassumere in sé un senso di eternità. Materia per un immaginario antico e attuale.
Si rilegge pertanto una ricorrenza di figure della domesticità - adolescenti travestite da fate e angeli nei lavori della
Azzopardi, il gioco ed i piccoli drammi domestici nella figurazione della Laplante e la comparsa di oggetti casalinghi quali
macchine da cucire e altre suppellettili nei disegni, nei collage e nelle installazioni della Perilli.
Altri elementi di convergenza sono un legame assai forte con Roma: tutte e tre hanno esposto con continuità in diverse
gallerie e spazi pubblici nella capitale e, non da ultimo, un solido e reciproco rapporto di amicizia.
La nuova serie di fotografie di Maree Azzopardi, Chaos & Revelry (2008) percorre i ricordi infantili. Operando
creativamente sull'iconografia religiosa mutuata dalla chiesa del villaggio paterno presso Malta ed insieme sugli scatti
fatti alla nipote, Angel Blood, Wings e The Family danno corpo alle memorie dell'educazione impartita dalla propria
famiglia cattolica maltese, traducendo la notevole influenza che la formazione cultuale e culturale abbia avuto
nell'identità della persona quanto in quella dell’artista.
Per più di un decennio, le fotografie a tecnica mista di quest'artista di Sydney hanno presentato il corpo umano come
una metafora contemporanea della bellezza, del decadimento, della grandezza e del pudore. Sculture classiche ed
icone religiose si traducono visivamente quasi fossero tanto reali quanto un corpo dotato di vita, così come i soggetti
umani assumono la stessa ieratica consistenza di sculture marmoree. Talvolta la Azzopardi “sgualcisce” la proprie
fotografie in modo che la superficie risulti attraversata da una fitta tessitura di segni irregolari, come fossero lampi; la
tratta poi con lacche e foglie d'oro ossidate, quasi la tecnica consista nel ferirne la pelle e sanarla.
Le sei fotografie che compongono la serie Chaos & Revelry possono essere lette come frammenti di un percorso
immaginario di affrancamento dalla propria infanzia cattolica compiuto presso Sydney.
Utilizzando una combinazione cromatica di rosa fosco, celeste polvere ed oro, ritrae giovani ragazze in un'età animata al
contempo da curiosità, prudenza e fragilità.
Le immagini - accostate in dittici e trittici - restituiscono ad esempio una curiosa combinazione in cui le costole di un
agnello sacrificale assumono la grazia delle ali di un angelo. Il mondo della Azzopardi vive di contrasti culturali, di putti
scolpiti e bambine vestite da fate, innocenza perduta e tentazione della carne, rosa pastello e rosso sangue.
Nell’opera in cui giustappone una ragazza schiva e un mazzo di fiori appassito, Flower Girl ferma emblematicamente il
contrasto tra acerba sensualità e fine prossima.
Myriam Laplante crea fotografie, sculture e installazioni, spettacoli e performance i cui dispositivi funzionano come
incursioni non annunciate nella quotidianità. Cortocircuita intenzionalmente il nostro senso della realtà, come nel caso
della recente realizzazione di un falso hotel nel quartiere San Lorenzo di Roma, una grande installazione completa
d’insegna, lobby e camere dipinte di uno stucchevole giallo - avventori spaesati si sono spinti fino ad informarsi circa la
disponibilità di stanze - .
Al contempo, le serie di sculture di piccolo formato sono un mix inquietante di grottesco e giocoso. Giocattoli di peluche
per bambini sono aggettivati con dettagli anatomici umani e resi violenti.
Il contributo a questa mostra - Nano (2008) - è potente e forte nonostante le dimensioni contenute, con lo stesso
potenziale di invadenza dello spazio di un ospite indesiderato: in un angolo, un comune nano da giardino è stato
aggomitolato in pizzo bianco, quasi una creatura orrorifica parzialmente mummificata.
Come di consueto, Myriam Laplante sfida i meccanismi della nostra percezione di ciò che è bene e il male, normale e
sovversivo.
Luana Perilli è stata la più giovane artista che abbia esposto alla XVA QUADRIENNALE DI ROMA appena conclusa, dove ha
presentato la propria surreale lettura di un ambiente domestico: un'installazione a riproduzione di un modesto salotto
riempito con mobili a buon mercato, souvenir, piante in vaso e bocche parlanti video-proiettate su volti in marmo
scolpito, lavorando - com’è sua cifra distintiva - su un progressivo disvelamento di livelli di lettura, sovrapposizioni di
immagini e metafore.
Per questa mostra presso InternoVentidue, ha ri-formalizzato la propria installazione Welcome (Alone in Public) - già
proposta nel progetto di arte contemporanea ‘diffusa’ Written City presso il Comune di Frascati - consistente in una
comune panchina accompagnata da una colonna sonora di annunci personali letta da voci differenti. « [...] sono dei veri
e propri annunci presi dalla carta stampata e dalla rete, scritti in diverse lingue», spiega la Perilli. Ancora: « [...] si tratta
di richieste di attenzione - al contempo pubbliche e personali - che innescano un dialogo tra lo spazio e lo spettatore.
Una riflessione sulla comunicazione negli spazi pubblici ed un’iniziativa assai privata come la ricerca di un partner».
La panchina diventa così uno spazio informale di contemplazione e un possibile luogo d’incontri romantici. Uno zerbino
da ingresso è stato adagiato sul sedile. Si tratta di un gesto di apertura, un invito, benché disorientante dal momento che
un simile oggetto solitamente trova collocazione sul pavimento all’uscio di casa, quasi una dichiarazione d'intenti.
Alcuni schizzi insieme a dei collage forniscono un’integrazione, un backstage del progetto Welcome (Alone in Public),
installato a InternoVentidue. Un’investitura ad ambiente domestico.
La presente mostra è gemellata con la collettiva Disorientated Imagery di Tracey Moffatt, Marina Paris e Beatrice Pediconi - curata
anch’essa da Jonathan Turner - dal 25 settembre presso la galleria Z2O | Via del Querceti 6 | Roma
Per Maree Azzopardi si ringrazia la galleria Il Ponte Contemporanea, Roma.
Per Myriam Laplante e Luana Perilli si ringrazia The Gallery Apart, Roma.
Per Welcome (Alone in Public) si ringrazia l’Associazione Culturale Semintesta.
Inaugurazione 4 ottobre 2008
InternoVentidue Arte Contemporanea
00186 Roma - Via di Monte Giordano 36 - Palazzo Taverna
Dal lunedì al venerdì dalle 16:00 alle 20:00
Ingresso libero