Le fotografie eseguite per la rivista d'arte Dedalo che costituiscono il fondo Ojetti. Le arti minori rappresentano uno dei temi fondamentali di Dedalo, che fu pubblicata dal 1920 al 1933. Il fondo e' costituito da oltre 400 foto, 50 per l'Atlante, 150 per il Giardino, 100 per la Pittura del Seicento e Settecento, 135 varie. Mostra a cura di Marilena Tamassia.
Ideazione e cura Marilena Tamassia
Abbiamo dedicato la manifestazione espositiva di quest’anno all’illustrazione delle fotografie eseguite per la rivista d’arte Dedalo, che costituiscono il fondo Ojetti.
Il 20 agosto 1943 il Soprintendente Giovanni Poggi scrive ad Ugo Ojetti: “Accludo al presente elenco degli 848 negativi fotografici che gentilmente avete, a suo tempo, offerto in omaggio a questa Soprintendenza. Rinnovo frattanto i miei sentiti ringraziamenti e aggiungo cordiali saluti”.
Con questa lettera Giovanni Poggi ringrazia l’amico Ugo Ojetti per la generosa donazione di oltre ottocento negativi, frutto del lavoro svolto per la creazione e lo sviluppo della rivista d’arte Dedalo, fondata nel 1920.
In questo lascito di negativi sono presenti le fotografie d’alcuni articoli della rivista.
Oltre alle fotografie di corredo di numerosi articoli apparsi in diverse annate, la donazione Ojetti possiede immagini di altri tre libri che il critico, insieme a Luigi Dami e a Nello Tarchiani, ha scritto negli stessi anni. Questi libri sono l’ Atlante di storia dell’Arte Italiana, in due volumi, scritto con Luigi Dami, il secondo è Luigi Dami, Il Giardino Italiano e il terzo è La Pittura Italiana del sei e settecento, scritto dai due autori sopra citati e da Nello Tarchiani.
Il fondo è costituito da oltre 400 foto concernenti Dedalo, 50 per l’Atlante, 150 per il Giardino, 100 per la Pittura del Seicento e Settecento, 135 varie.
Ugo Ojetti nasce a Roma nel 1871. E’ figlio dell’architetto e restauratore Raffaello. Dopo essersi laureato in legge nel 1892, si dedica alla letteratura e al giornalismo. Pubblica romanzi, testi teatrali e collabora con diverse testate, entrando nel 1898 quale inviato speciale e redattore artistico al Corriere della Sera, di cui sarà per quasi cinquant’anni una delle firme più importanti.
Critico d’arte famosissimo ai suoi tempi, nel giugno del 1920, quando era cinquantenne, fonda la rivista Dedalo.
Dedalo rappresenta un avvenimento di primaria importanza nel panorama culturale e artistico italiano del tempo. La rivista si rivolge ad un ampio pubblico ed è suo scopo divulgare e far conoscere l’arte.
I termini temporali della vita della rivista sono dal 1920 al 1933.
Le illustrazioni costituiscono parte integrante del linguaggio espressivo di Dedalo, che si fonda essenzialmente sulle fotografie, molto belle, di semplice lettura, nitide e curate.
E’ sempre presente una grande attenzione alla capacità di comunicazione della rivista e anche in quest’aspetto Ojetti anticipa tendenze che si affermeranno diversi decenni dopo.
Attraverso l’analisi delle fotografie degli articoli di Dedalo presenti nella fototeca della Soprintendenza siamo comunque in grado di offrire una valida campionatura dei temi e degli argomenti trattati nella rivista.
La mostra si apre con le fotografie appartenenti al secondo fascicolo di Dedalo, che sono le illustrazioni di un articolo di Pietro Jahier sull’arte alpina.
Le arti minori rappresentano uno dei temi fondamentali di Dedalo. Per ogni epoca, dall’antico al Rinascimento fino al Sei e Settecento, chi sfoglia la rivista incontra articoli dedicati a tessuti, ricami, stoffe, maioliche, porcellane, terrecotte, libri, mobili, arte del giardino, poi, oggetti maggiormente legati alle necessità quotidiane come scaldini, bussole, giocattoli, arredi e arte navale. Insistono sempre su temi d’arte primitiva e arte applicata le fotografie per gli articoli di Morazzoni su Il presepe napoletano.
Uno degli scopi della rivista è di presentare al pubblico le più importanti collezioni d’arte private e in mostra abbiamo fotografie di collezioni fiorentine quali la collezione Cecconi e quella Corsini.
Altro filo conduttore degli articoli di Dedalo è l’interesse per l’arte contemporanea e per quei pittori e quegli scultori che propugnavano un ritorno all’ordine classico. Tra questi documentiamo Victor Hammer, amico di Berenson e di Placci e le opere dei pittori René Piot e Giuseppe Ricci.
Ojetti ha sempre dimostrato grande sensibilità e attenzione al mondo delle immagini e al loro potere di comunicazione, in questo anticipando di almeno un secolo valori che si sono poi definitivamente affermati.
Enti Promotori
Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze
Catalogo
Casa editrice Sillabe, euro 12.00
Ufficio stampa
Giulia Bastianelli - bastianelli@sillabe.it editrice Sillabe Scali d'Azeglio 22-24, 57123 Livorno tel 058 6839784
Orario 9,00-18,30
Chiusura: tutti i lunedì
Ingresso gratuito