Il mondo di immagini di Ragimov e' un mondo di segni. La serie pittorica Metro' e' stata realizzata sulla base di fotografie scattate da Ragimov, cosi' come un suo video e' all'origine dei quadri utilizzati per l'installazione Pieta'. L'artista non considera le sue tele come prodotti autonomi della pittura da cavalletto, ma pensa per conglomerati di opere - serie, cicli, progetti talora aperti nel loro divenire.
Primo Marella Gallery ha il piacere di presentare la mostra
dell'importantissimo artista russo Kerim Ragimov.
Kerim Ragimov torna in Italia dopo il l'incredibile successo già
riscontrato nella mostra "Progressive nostalgia" presso Centro per
l'Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato nel 2007.
Ad accompagnare la mostra un catalogo monografico con testo critico
di Viktor Misiano, che ben accompagna alla scoperta della complessità
di questo artista.
"Il mondo di immagini di Kerim Ragimov è un mondo di segni. (...)
«Autoambulanze alla fermata del metrò» è una riproduzione
fotografica di alcune autoambulanze col caratteristico simbolo della
croce rossa. La serie pittorica «Metrò» è stata realizzata sulla
base di fotografie scattate da Ragimov, così come un suo video è
all’origine dei quadri utilizzati per l’installazione «Pietà».
(...) Tale ammissione del carattere mediatico della realtà –
essenziale per Ragimov – ha tutta una sua tradizione all’interno
dell’arte russa. (...) Kerim Ragimov non considera le sue tele come
prodotti autonomi della pittura da cavalletto, ma pensa per
conglomerati di opere – serie, cicli, progetti talora “aperti”
nel loro divenire. (...) Ragimov definisce la sua prassi come un work
in progress, ossia come un’opera che riflette la totalità delle sue
opere realizzate e di quelle che ancora non lo sono. (...) A
differenza di molti artisti russi, in Ragimov la realtà mediatica è
lineare e unidimensionale. (...) Per lui la realtà mediatica è post-
storica e pertanto priva di nessi casuali. (...) Lavorando con i
segni visuali dei media, Ragimov non può ignorare il fatto che il
proprio materiale iconico, ossia la condizione d’esistenza della
superficie mediatica, sia la sua visibilità. Ma i segni possono
essere visibili solo a patto di essere illuminati per questo motivo
Ragimov rientra in quella corrente d'artisti che insistono sulla luce
come presupposto dello sguardo. (...) Ricopiando scrupolosamente le
immagini tecniche, egli le traspone in grandi formati, traendo dalla
loro anonima banalità un effetto di suggestione metafisica. Egli
costringe l’immagine tecnica a illuminarsi di una luce trascendente,
avvicinandola all’Immagine originaria e ieratica dell’icona. (...)
L’idea fondamentale di Ragimov è dunque quella di tradurre
l’immagine tecnica (un’immagine di second’ordine)
nell’immagine originaria, arcaica e magica. (...) Egli individua lo
scopo della sua tecnica mediatica nello svolgere una funzione di
medium. (...) Quasi per costringerci a un confronto oculare con gli
spettri dell’umano che invano abbiamo tentato di scacciare. (...)"
dal testo di Viktor Misiano, 2008
OPENING Mercoledì 15 Ottobre 2008 Ore 19
Performance dalle 19 alle 22
Primo Marella Gallery
Viale Stelvio 66 (angolo Via Lepontina), Milano