Morire di classe. In mostra le fotografie che per la prima volta permisero agli italiani di aprire gli occhi sulla spaventosa ingiustizia della realta' manicomiale. Era il 1969 e Franco Basaglia aveva gia' cominciato la battaglia per la chiusura dei manicomi. Il reportage realizzato dal fotografo insieme a Carla Cerati, diede un contributo importante alla costruzione del movimento d'opinione che avrebbe portato, nel 1978, all'approvazione della legge 180/78.
Sono le immagini che nessuno avrebbe voluto vedere, quelle che per la prima volta permisero agli italiani di aprire gli occhi sulla spaventosa ingiustizia della realtà manicomiale. Era il 1969 e Franco Basaglia aveva già cominciato la battaglia per la chiusura dei manicomi. “Morire di classe”, il reportage realizzato da Berengo Gardin insieme a Carla Cerati, diede un contributo fondamentale alla costruzione del movimento d'opinione che avrebbe portato, nel 1978, all'approvazione della legge 180/78. Scatti che, a 40 anni di distanza, mantengono immutata la loro carica di indignazione e ci invitano a non chiudere, mai, gli occhi.
h 21.30 - E ti chiamaron matta
- Presentazione del disco di Alessio Lega e Rocco Marchi “E ti chiamaron matta” (reincisione dell'omonimo Ep di Gianni Nebbiosi del 1971)
- Incontro con Gianni Berengo Gardin, autore, insieme a Carla Cerati, di ''Morire di classe'', reportage fotografico del 1968 sulla realtà manicomiale italiana.
- A seguire: “Spazi sociali e disagio mentale”, conversazione aperta. Sono invitati Circoli Culturali, Associazioni, Centri Sociali.
Quanto più gli spazi di aggregazione sono improntati su una visione inclusiva e libertaria, tanto più sono attraversati quotidianamente da persone affette da forme più o meno gravi di sofferenza psichica. Spesso chi gestisce questi luoghi è impreparato ad affrontare le situazioni, a volte difficili, a volte solo imbarazzanti, che queste persone rischiano di creare.
La risposta più semplice è che in fondo intervenire sul disagio mentale “non spetta a noi”, ma ai medici, agli psichiatri, agli assistenti sociali: agli specialisti. In altri casi gruppi e comunità informali hanno saputo accogliere e integrare soggetti che le strutture “ufficiali” avevano rifiutato. Ma se è vero che la realtà manicomiale è stata superata, resta certamente ancora molta strada da fare perchè a farsi carico delle situazioni di disagio sia finalmente la società nel suo complesso.
Moderano la serata: Gabriella Fulgi, Graziano Valera, Lorenzo Valera.
Il disco
Quest'anno si celebrano i 30 anni della legge Basaglia. Del grande movimento di opinione di quegli anni ci resta anche un piccolo grande disco. Gianni Nebbiosi psichiatra e clarinettista scrisse e pubblicò nel 1971 “E ti chiamaron matta” un EP (ovvero un 33 giri di piccolo formato della durata complessiva di circa 20 minuti) con dentro 6 meravigliose canzoni che raccontano le storie dell’ordinaria repressione e di speranza di quegli anni. I testi, la musica, la voce di Nebbiosi, gli arrangiamenti di Giovanna Marini ne fanno un classico sconosciuto, tornato disponibile, dopo più di trent’anni, nel catalogo della NOTA nella reincisione integrale di Alessio Lega e Rocco Marchi. È un disco urgente, 35 anni fa come oggi, perché testimonia l’interesse della canzone nei confronti di quel grande movimento d’opinione che si coagulò intorno alla figura di Franco Basaglia perché in Italia la liberazione arrivasse anche ai manicomi.
La Scighera
via Candiani, 13 - Milano
Ingresso libero con tessera Arci