Le foto della serie Frammenti degli Atleti di Marmo, realizzate al Foro Italico di Roma. In mostra l'immagine di corpi destrutturati che rivelano l'intenzione di cogliere le pieghe piu' intime dell'atleta. A cura di Eleonora Lucangeli.
a cura di Eleonora Lucangeli
Il tema dell’uomo, in quanto figura e universo maschile, per Nathalie Biet è fonte di indagine e di ricerca, torna costantemente nei suoi progetti espresso in forme e contesti diversi.
Le foto della serie Frammenti degli "Atleti di marmo" (2008), realizzate al Foro Italico di Roma, costituiscono nella fattispecie un catalogo dell’estetica e della mitologia (l’atleta, ma anche l’eroe, il soldato, il condottiero) cui il regime fascista aveva affidato il suo fondamento e la sua legittimità culturale.
Le immagini, realizzate attraverso un attento e sapiente gioco di contrasti nel caso del colore, e più pacate e classiche nel bianco e nero, ci appaiono, però, prive di retorica: lo sguardo della fotografa sembra umanizzare e ammorbidire quei corpi scolpiti e irrigiditi allo stesso modo dell’ideologia cui dovevano obbedire, rimandandoci, piuttosto, alla prefigurazione dei loro modelli originari, svestiti dei panni o sudari di eroi.
Per gli antichi un uomo, un eroe si misura con la forza, con il valore, la lotta. Tra loro appena si incontrano si stabilisce una gerarchia, siano essi combattenti o atleti, o altro. Fin da ragazzi è il più forte a dominare il branco, e tra gli uomini si scelgono i condottieri, i re.
E’ Ulisse il primo uomo moderno che da eroe si trasforma in uomo, nel percorso-metafora del suo viaggio nell’Odissea. Una destrutturazione che sottintende la morte dell’eroe e la nascita dell’umano; solo, egli piange guardando il mare, prigioniero di Circe. Gli eroi nella morte cercano l’eternità, gli uomini la trasformazione, il ritorno a casa.
Quello che esce dalla terra dei morti è un uomo diverso, o semplicemente un uomo. Ulisse è perso nel mare, in un mondo di donne. Atena, Circe, Calipso, Penelope conducono il viaggio.
Nathalie Biet in questo lavoro propone l’immagine di corpi destrutturati in frammenti “Pezzi d’uomo-anatomia di eroe”, che rivelano, nell’indagine analitica affidata all’obbiettivo, l’intenzione di cogliere dell’atleta, dell’essere in senso lato, le più intime pieghe, quelle insondabili. Sessanta sentinelle di un mondo maschile? Agli occhi di una donna, l’eterna interrogazione sul mistero degli uomini.
Eleonora Lucangeli
Il Foro Italico, venne realizzato nel 1932 sulle pendici di Monte Mario dopo la bonifica di un’area soggetta alle piene del Tevere. Alla costruzione parteciparono i migliori architetti dell’epoca, da Del Debbio a Moretti e ancora Pediconi, Costantini e Pintonello.
Lo Stadio dei Marmi fu realizzato utilizzando unicamente marmo di Carrara, le sessanta statue marmoree di atleti classici vennero donate dalle province italiane e scolpite da giovanissimi artisti poi divenuti famosi (Bellini, Buttini, Canevari, Selva).
Biografia
Nathalie Biet è nata a Roma nel 1963. Esperta di comunicazione, è di madrelingua italiana e francese. Dopo gli studi scolastici alla scuola francese di Roma, segue i corsi dell’Istituto Europeo di Design dove si diploma nel 1982 in comunicazione visiva e fotografia. Si iscrive in seguito all’American College dell’Università di Charleston, dove ottiene nel 1985 negli Stati Uniti un B.A. in semiotica e comunicazione di massa. Comincia a lavorare nel 1983, mentre continua i suoi studi. La fotografia è l’attività di base, accompagnata da ricerche in comunicazione e traduzioni. Nathalie Biet ha esposto in collettive e personali in Italia e all’estero. La mostra Frammenti è stata esposta lo scorso giugno a Parigi.
Eleonora Lucangeli
cell. 338.6452963
ele.lucangeli@alice.it
Nathalie Biet
cell. 335 5359127
http://www.nathaliebiet.com
Inaugurazione: venerdì 24, ore 18.30
Galleria ICIPICI
Via Giulia, 96 Roma