David Behar
Felix Dario Ruggeri
Marco Taje'
Andrea Chiesi
Francesco Nonino
Selene Lazzarini
Sergio Cruz
Brina Stinehelfer
Ilaria Tortora
Katia Baraldi
Elena Santagiustina
La mostra vuole andare alla ricerca della ragione profonda dell'architettura, decostruendo lo spazio fino a risalire alla sua struttura portante. Architettura mentale e reale in un gioco di astrazioni e dipendenze, riflettono sul mobile e l'immobile, sui materiali e sui simboli di uno spazio diviso tra interno ed esterno. Opere di otto artisti e performance per l'opening.
Artisti: David Behar, Felix Dario Ruggeri, Marco Taje', Andrea Chiesi, Francesco Nonino, Selene Lazzarini, Sergio Cruz.
Opening performance: Brina Stinehelfer
Curatori: Ilaria Tortora, Katia Baraldi, Elena Santagiustina
Collaboratori: Judah Natan Lev, Elena Borghello
"L'architettura e' l'arte di sprecare lo spazio"
(Philip Johnson)
Questa mostra vuole andare alla ricerca della ragione profonda dell'architettura, decostruendo lo spazio fino a risalire alla sua struttura portante. Architettura mentale e reale in un gioco di astrazioni e dipendenze, riflettendo sul mobile e l'immobile, sui materiali e sui simboli di uno spazio diviso tra interno ed esterno. In tutto questo cogliere lo spirito degli spazi, attraverso l'occhio del fotografo e non solo del fotografo, diventa una provocazione utile ad una valorizzazione estetica ed intima della realtà .
Le creazioni umane viste dall'occhio umano, trasfigurate e immobilizzate nei loro particolari conducono ad un'intensa riflessione; ma allo stesso tempo e' il mondo che ci guarda, l'obiettivo e' colui che e' osservato, in un capovolgimento del senso e della logica superficiale.
Immagine: Felix Dario Ruggeri, Architectures
-----english
"Architecture is the art of how to waste space."
(Philip Johnson)
This exhibition is in search of the reasons why architecture exists,
deconstructing space up to the bearing structure. Mental and real
architecture in a game of abstractions and dependencies, reflecting on
the mobile and the stationary, on the materials and the symbols of
space divided between internal and external.
Seizing all this; not only through the photographer's eye, becomes a
useful provocation for an esthetic and intimate enhancement of
reality.
Human creations seen by human eyes, transfigured and frozen in their
details are conductive to an intense inspection; but at the same time
is the world that is looking at us, the observer becomes the target,
in a topsy-turvy mode of sense and superficial logic.
Inaugurazione: GIOVEDI' 23 OTTOBRE ORE 18.30
Performance di Brina Stinehelfer
ScalaMata Exhibition Space
Venezia, Ghetto Vecchio, Cannaregio 1236
Orari: lunedì - domenica ore 10:30-18:30, sabato chiuso