"Sopraluoghi in Lucania. Sulle tracce del 'Vangelo secondo Matteo' di Pier Paolo Pasolini". A distanza di piu' di 40 anni dal film l'artista e' andata in quegli stessi luoghi dell'Italia meridionale in cui il regista ambiento' la vita di Gesu'. 35 fotografie scattate nel corso del 2006 raccontano i paesaggi intatti del luogo. In mostra anche materiali video concessi da Rai Teche.
Roma, ottobre 2008
A distanza di più di quarant’anni dal film di Pier Paolo Pasolini ‘Il Vangelo secondo Matteo’ Giovanna Gammarota è andata in quegli stessi luoghi dell’Italia meridionale che il regista scelse per ambientarvi la vita di Gesù. “Sopraluoghi in Lucania. Sulle tracce del ‘Vangelo secondo Matteo’ di Pier Paolo Pasolini”, la mostra fotografica di Giovanna Gammarota, dal 30 ottobre al 28 novembre 2008 alla Sala Santa Rita di Roma, racconta in 35 fotografie scattate nel corso del 2006 la particolare esperienza artistica vissuta dalla Gammarota.
Ciò che l’ha spinta a seguire le tracce del “Vangelo” non è stato il desiderio di mostrare le bellezze dei paesaggi ma il bisogno di verificare, fisicamente ed emozionalmente, se i luoghi avessero conservato la forza ancestrale che comunicavano nel film. Ne sono nate immagini volutamente semplici e dirette, che accolgono il trascorrere lento del tempo, ma proprio per questo si caricano di memorie, si rivelano capaci di ascoltare i silenzi della terra e il linguaggio delle cose. Immagini che dimostrano che “quel paesaggio è ancora lì intatto” come Giovanna Gammarota stessa racconta.
La mostra di Giovanna Gammarota “Sopraluoghi in Lucania. Sulle tracce del ‘Vangelo secondo Matteo’ di Pier Paolo Pasolini” è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma in collaborazione con Zètema Progetto Cultura. I materiali video presenti in mostra sono stati gentilmente concessi da Rai Teche.
Mercoledì 29 ottobre alle ore 18, in occasione dell’inaugurazione della mostra, Lorenzo Lavia leggerà Pasolini.
Spiega Giovanna Gammarota: «All’inizio degli anni Sessanta Pier Paolo Pasolini si reca in Terra Santa accompagnato da don Andrea Carraro della Pro Civitate Christiana di Assisi che gli farà da guida e consulente, e da un operatore che filmerà l’intero viaggio. Il girato doveva avere la funzione di illustrare le possibili ambientazioni per il progetto cinematografico che Pasolini voleva trasporre dal “Vangelo secondo Matteo”. “Sopraluoghi in Palestina”, questo il titolo del film, testimonia il suo pellegrinaggio per cogliere l’essenza vera del paesaggio e dei volti che doveva aver incontrato il Cristo. Ma la delusione si rivela quasi immediatamente: man mano che il viaggio va avanti i luoghi confermano sempre più l’inadeguatezza a rappresentare la sacralità del tempo, così come i volti degli israeliani sono troppo “moderni” e quindi del tutto inutilizzabili. Egli si reca, così, nel sud d’Italia. I paesaggi sono molto simili ma qui trova maggiore coerenza. Nelle campagne appena fuori Barile ricostruisce i luoghi della natività, nei castelli medievali le dimore di Erode e Pilato, tra i sassi imbiancati dal sole di Matera ambienta Gerusalemme. A più di
quarant’anni di distanza quel paesaggio è ancora lì intatto: nelle campagne nude e aperte. Sulle colline coltivate a grano. Ai bordi di una strada che si affaccia su grotte preistoriche. Tra le pareti spezzate di case distrutte e abbandonate. Attraverso la contemplazione di questi luoghi si incontra quella spiritualità di tipo estetico che tanto aveva emozionato Pasolini durante il suo viaggio in Palestina».
Giovanna Gammarota vive e lavora a Milano. Comincia il proprio percorso creativo scrivendo scarni racconti ispirati alla prosa di Raymond Carver ma è solo dopo l’incontro con il primo cinema in bianco e nero di Wim Wenders e le sue rarefatte fotografie realizzate per il film “Paris Texas” che comincia a pensare alla fotografia come mezzo di espressione creativa.
Nel 1994 inizia la sua personale ricerca caratterizzata da immagini che tentano di dare forma al vuoto e al silenzio misurandosi con la dimensione della memoria.
Nel corso di questi anni i luoghi fotografati dall’artista sono stati privati di ogni orpello superfluo, in modo da svelare il paesaggio nella sua dimensione più minimale, raccordandosi con i brevi racconti all’origine del suo percorso creativo.
Tra le sue esposizioni ricordiamo “Donna fotografa” (1995, collettiva, Milano), “Là fuori” (1996, Milano), “Tempo fermo” (2003, Milano), “Sopraluoghi in Lucania. Sulle tracce del 'Vangelo secondo Matteo' di Pier Paolo Pasolini” (2007, Carpi e Milano), “The Places of Inspiration” (2008, collettiva, New York).
Inaugurazione Mercoledì 29 ottobre alle ore 18
Lorenzo Lavia leggerà Pasolini
Sala Santa Rita
via Montanara, 8 Roma
Dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 18 chiuso sabato e domenica
Ingresso libero