Sono circa 60 le opere esposte di Tonino Caputo presso lo Show Room Telemarket di Genova. Si tratta prevalentemente di vedute urbane di Manhattan dove i grattacieli deserti, immobili e silenziosi, hanno porte e finestre sbarrate e dove il concetto di citta' come luogo di armonia e sviluppo umano e' completamente soppiantato dalla citta' come cimitero, come luogo mortale e disumano.
TONINO CAPUTO
Sono circa 60 le opere esposte di Tonino Caputo presso lo Show Room
Telemarket di Genova (Palazzo Orsini, inaugurazione ore 18.00). Si
tratta prevalentemente di vedute urbane di Manhattan dove i grattacieli
deserti, immobili e silenziosi, hanno porte e finestre sbarrate e dove
il concetto di città come luogo di armonia e sviluppo umano è
completamente soppiantato dalla città come cimitero, come luogo
mortale e disumano.
Questa visione pessimista (l'uomo non ha edificato Gerusalemme ma
continua a morire in immense Necropoli), rivela l'atteggiamento
assolutamente non antropologico di Caputo. Nei suoi quadri non si
percepisce il rammarico di una città che non è più un giardino,
non c'è la malinconia dell'individuo sperduto in reticoli di
grattacieli che lo sovrastano e lo annullano. Tutto ciò è giÃ
assodato da tempo.
Il grande assente delle sue vedute (quello che invece un tempo animava
le vedute del Cataletto) è l'uomo: via via divenuto troppo marginale e
secondario nella riflessione filosofica sulla contemporaneità per
suscitare l'attenzione di un pittore culturalmente aggiornato come
Tonino Caputo. Nelle sue opere egli registra uno dei paradossi della
contemporaneità , che l'essere umano con il suo genio e il suo talento
edifica città e impianta stili di vita che sempre più lo alienano.
Ma liberate dal senso di impotenza che suscitano nell'individuo, dalla
brulicante attività umana che le giustifica e le avvolge, dalla loro
natura funzionale, le metropoli appaiono finalmente, sotto lo sguardo
oggettivante del pittore, come entità autonome, sembrano organismi che
l'artista contempla avendone scoperto l'insospettata bellezza.
Si hanno così gli scuri e impenetrabili paesaggi urbani di Caputo, che
tentano di riportare sul quadro la visione della città come entitÃ
estetica autonoma da scoprire e da definire. Si hanno i piani verticali
di grigi, gli sfondi plumbei, le finestre regolari e ripetitive, gli
incroci di linee che spezzano l'orizzonte, le ringhiere che tagliano con
neri verticali il piano della prospettiva, o le reti metalliche che nel
loro modo muto e serio orlano di rombi l'intera veduta.
Le nostre metropoli si rivelano capaci di bellezze impreviste,
indifferentemente nel centro di Manhattan o negli angoli dimessi o nelle
strade abbandonate: sono infatti tutti aspetti di questo strano essere
che abitiamo e che chiamiamo città .
Cenni biografici
Tonino Caputo è nato a Lecce nel 1933. Nel '52 si trasferisce a Roma.
Dal '63 al '64 vive e lavora a Parigi; dal '77 al '79 in Australia,
nell'83 in Svezia. Dall'84 divide la sua attività tra Roma e New York.
È stato scenografo del teatro di Carmelo Bene dal '66 al '68. Nel '74
collabora alla Enciclopedia Treccani come coordinatore nella ricerca per
l'immagine nel vocabolario. Sue opere figurano in collezioni private e
pubbliche in Italia, Francia, U.S.A., Belgio, Germania, Israele, Olanda,
Svizzera, Inghilterra, Svezia, Danimarca, Argentina e Australia. Alcune
sue opere sono state acquistate dal Museo di Stato dello Iowa, U.S.A.
Immagine: Tonino Caputo - Recinto di isolamento - 1987
Inaugurazione: 23 febbraio 2002, ore 18.00.
Informazioni: tel. 010.57.61.306
Ufficio stampa: Giovanni Simoneschi - 035.899111
Orari di apertura:
da martedì a venerdì ore 10.00-13.00/15.00-19.30;
sabato ore 10.00-19.30;
domenica e lunedì chiuso
Showroom Telemarket,
Palazzo Orsini, via Roma 61r-8/2, Genova