Cene-re. Il bello di cio' che resta. In occasione del Baccanale, la personale dell'artista descrive la metamorfosi dei resti di una tavola imbandita che diventano sculture di vetro. L'esposizione diventa una fusione tra quotidianita' ed immutabilita'.
A Imola in occasione della manifestazione enogastronomico-culturale Baccanale (8-23 novembre 2008) la mostra dell’artista catalano Joan Crous “Cene-re. Il bello di ciò che resta”
Lavificare, cristallizzare, fossilizzare un racconto, un’immagine.
Joan Crous, artista dalle profonde conoscenze storiche ed archeologiche, vive nelle sue opere un gioco senza tempo: passato, presente e futuro si fondono nella materia stessa che manipola.
Non esiste niente di più ordinario e consueto di un pasto.
Nelle sue mani una cena, un convivio si trasformano in un’opera d’arte che fissa nel tempo le emozioni. Sì, perché la cena è una congiuntura straordinaria di appagamento e di piacere, di condivisione, di incroci di sguardi, di rilassatezza e di curiosità, di relazioni e di alchimie.
E quello che resta, il dopo, muta, si rinnova, si riforma e l’attimo sospeso diventa scultura.
Nelle cene di Joan Crous ci si siede, si gode del cibo e di chi sta attorno, dei sapori, degli aromi e delle compagnie poi tutto si ferma immobilizzato e immortalato. Una fusione tra quotidianità ed immutabilità che tanto ricorda gli oggetti conservati a Pompei o ad Ercolano.
Un’esperienza che sa di incantesimo, che rapisce, seduce e ci chiede di ricordare.
Tutto questo attraverso una ricetta personalissima, frutto di sperimentazioni e di approcci inediti con la materia, che lui chiama “embocall” (rivestire, in catalano). Una formula che produce l’illusione dell’eternità attraverso trasparenze, colori, luminosità; la metamorfosi dei resti di una tavola imbandita che diventano sculture di un vetro diverso, che non brilla e che sa di vissuto.
“… è forse questa la sfida: raccontare la storia di una cena, di tante cene, magari dell’ultima cena, non parlandoci altro che di cene” (Massimo Montanari)
Joan Crous nasce in provincia di Girona, studia a Barcellona e si forma in varie località europee. Espone a partire dal 1986 a Barcellona, Madrid, Ginevra, Maiorca, Girona, Praga, Bologna, Venezia, Bergamo. Vive e lavora a Bologna dal 1982 dove dirige una “cooperativa sociale” specializzata nella produzione di oggetti e vetri artistici.
Dice di lui Graziano Campanini: “…Joan Crous è una di queste complesse personalità: ambiziosamente europeo nel promuovere la propria arte, saldamente con i piedi piantati nel terreno boscoso delle colline bolognesi, ricercatore affannoso nell’arte di fare il vetro…Ed infine tenacemente sicuro del proprio valore e lavoro tanto da desiderare che esso venga conservato, messo sotto vetro, sotterrato, fatto diventare archeologia e trasferito così, infine, ai posteri”.
Inaugurazione: sabato 8 novembre ore 18
Museo di San Domenico
Via Sacchi, 4 - Imola