Corpo senza Corpo. Venti opere tra carte e tele eseguite dall'artista bergamasco negli anni recenti. Verdi intreccia nella sua narrazione pittorica le esperienze della vita e le sue letture psicologiche di essa. Le opere esposte illustrano il suo itinerario attorno al corpo, di cui racconta presenza e assenza, materia e spirito, con immagini suggestive, enigmatiche e ambigue, cariche di mistero.
La Galleria Blu di Milano, attenta e propositiva da cinquant’anni nell’ambito dei grandi maestri internazionali, ma anche degli artisti che hanno operato a partire dagli anni Sessanta su un versante al quale non è stata prestata finora la dovuta attenzione né dalla critica né dal mercato (si vedano le tre recenti mostre su Vincenzo Ferrari, Claudio Costa e Guido Biasi), si rivolge anche al mondo dell’arte contemporanea e presenta ora, a partire dal 17 novembre (inaugurazione alle ore 21) un’esposizione personale di Alessandro Verdi, con venti opere tra carte e tele eseguite dall’artista bergamasco negli anni recenti.
Verdi è artista particolare che intreccia nella sua narrazione pittorica le esperienze della vita e le letture psicologiche di essa e del suo divenire, in rapporto all’uomo che è comunque il protagonista della sua pittura. Comprensibile quindi – vista la tematica affrontata fin dagli esordi – l’attenzione che ebbe per lui Giovanni Testori che, viste le riproduzioni di alcune sue opere, lo andò a rintracciare in un abbaino di Bergamo dove, solitario, egli realizzava i suoi dipinti.
Le opere esposte alla Galleria Blu, illustrano il suo itinerario attorno al corpo, di cui racconta presenza e assenza, materia e spirito, con immagini suggestive, enigmatiche e ambigue, cariche comunque di un mistero che può svelarsi solo nella profondità dell’animo umano: “il corpo senza corpo - ci dice Stefano Crespi, autore del testo in catalogo - come in una notte visionaria, il corpo allucinazione (rosso), il corpo cenere, il corpo nella vanità spettrale, il corpo in un cielo azzurro della lontananza, il corpo nella perduta preziosità di frammenti in oro. Il corpo ossessione, senza conclusione, senza verità, senza prova. Nella superficie mediatica, globale, ha scritto Bonito Oliva per Alessandro Verdi, il corpo “implode dentro di sé costretto a defluire soltanto attraverso la maschera del linguaggio”.
Alessandro Verdi è nato nel 1960 a Bergamo dove ha compiuto gli studi presso l’Accademia di Belle Arti. Giovanni Testori, che lo incontra nel 1985, lo presenterà nel 1987 nella prima mostra personale alla Compagnia del Disegno di Milano. Tra i momenti significativi e sintomatici nel suo percorso sono da ricordare una mostra nel 1998 a Dachau in Germania (con testi in catalogo di Marco Vallora e Lieselotte Wacker), l’antologica alla Casa dei Carraresi di Treviso nel 1998 con una monografia nelle edizioni Electa, a cura di Marco Goldin, l’esposizione alla Fondazione Mudima nel 2001 (con uno scritto di Philippe Daverio); la mostra nel 2005 alla Casa Cavalier Pellanda di Biasca (Svizzera); la mostra ad Anversa (Belgio) alla Mudimadrie-Galerie Gianluca Ranzi nel 2007 (con testo di Achille Bonito Oliva).
Nel 2005, presso la casa editrice Le Lettere di Firenze, fondata da Federico Gentile, nella collana Atelier, viene edito il libro di Alessandro Verdi, Nella pagina bianca. Scritture dal diario.
Catalogo in galleria. Immagini ad alta risoluzione disponibili su richiesta.
Immagine: Senza volto, 2007, olio su tela, cm. 100x100
Inaugurazione: lunedì 17 novembre 2008, ore 21.
Galleria Blu
via Senato, 18 Milano
Da lunedì a venerdì 10-12,30 / 15.30-19, sabato 15.30-19 (chiusa domenica e festivi)