Galleria Simona Vendrame
Milano
via Cernaia, 4
02 89659225
WEB
Benjamin Greber
dal 17/11/2008 al 9/1/2009
martedi' - sabato 15-19

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Galleria Simona Vendrame



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Benjamin Greber



 
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17/11/2008

Benjamin Greber

Galleria Simona Vendrame, Milano

La galleria inaugura i suoi spazi con la mostra "The Invented Life" dell'artista tedesco, incentrata sul tema del rapporto tra gli esseri umani e la tecnologia. Il tempo accomuna la vita dell'uomo a quella degli utensili, protagonisti della mostra, lasciati a dialogare con la loro intrinseca malinconia. Essendo in parte decostruiti, gli oggetti tecnici diventano tracce del passaggio dell'uomo e portatori di un loro significato nella nostra "vita inventata".


comunicato stampa

La Galleria Simona Vendrame apre al pubblico e inaugura il proprio programma con Benjamin Greber, il quale incentra la mostra sul tema del rapporto tra gli esseri umani e la tecnologia. Questa tematica, sviluppata da Greber fin dall’inizio dei suoi studi artistici – sotto la guida di Katharina Fritsch – si è ulteriormente arricchita con la lettura del saggio scritto da Josè Ortega y Gasset nel 1939, Meditazioni e alterazioni. Meditazione sulla tecnica. Nel testo il filosofo spagnolo individua i tre bisogni primari dell’uomo: riscaldarsi, nutrirsi, dissetarsi. La tecnica, sostiene Ortega, si è ormai impadronita di questi stati di natura trasformandoli in bisogni: in tal modo, l’uomo ha perso il senso della vita. Partendo da questo assunto, Greber postula l’impossibilità dell’uomo di vivere senza un senso e quindi la necessità di crearsi una vita inventata. “The Invented Life”, appunto.
Un altro riferimento importante per Greber è costituito dall’affermazione di Martin Heidegger, secondo cui “lo spirito della tecnica non è per nulla tecnico”. Nell’opera di Greber questa frase diventa lo spunto per comprendere come, in effetti, lo spirito tecnico altro non è che lo spirito della vita, in quanto da esso dipendono i nostri bisogni primari. Come la vita umana, anche quella degli oggetti è ciclica: ad una prima fase di invenzione seguono la creazione, l’uso e l’abbandono dell’oggetto.

I riferimenti a Ortega e a Heidegger permettono a Benjamin Greber di concepire una mostra in cui il visitatore è chiamato a riflettere sul suo rapporto con l’arte, con la tecnica, con se stesso. Tutti i lavori presentati sono posti su una piattaforma: in questo modo l’oggetto viene proiettato su un livello altro rispetto allo spettatore, in quanto sulla pedana ognuno diventa simbolo e significante dei bisogni vitali delineati da Ortega. Greber gioca sull’evocazione di questi bisogni, non sulla loro diretta esibizione.

Il concetto relativo al “riscaldarsi” viene rappresentato da due tralicci elettrici e da alcuni trasformatori: in entrambi i casi, si tratta di oggetti che rendono una forza primaria utilizzabile dall’uomo.
Per rappresentare la nutrizione, Greber allestisce alle pareti alcuni distributori automatici di vivande.
Mentre la ricerca dell’acqua è evocata da due idranti e una fila di serbatoi di latta installati nel sotterraneo a guisa di fonti primarie.

Tutti gli oggetti sono dipinti di vernice gialla, intensa, spessa. La scelta del colore e della stesura non è casuale: il giallo è una tinta industriale – in genere utilizzata nella colorazione di macchinari e gru – ma al tempo stesso è il simbolo della luminosità naturale. Questa frizione è resa ancora più evidente dallo spessore dello strato di vernice: gli oggetti sembrano ridipinti, non pitturati a nuovo, come si trattasse di una coltre che copre un oggetto dimenticato dall’uomo.
In questo modo, nell’installazione di Greber si insinua un elemento nuovo: il tempo, vero filo rosso che lega e delinea la situazione narrativa proposta dall’artista. Il tempo accomuna la vita dell’uomo a quella degli utensili – protagonisti della mostra, lasciati a dialogare con la loro intrinseca malinconia. Essendo in parte decostruiti, gli oggetti tecnici diventano tracce del passaggio dell’uomo e portatori di un loro significato nella nostra “vita inventata”.

Immagine: Benjamin Greber, Foto Zeno Zotti. Courtesy VIR Viafarini-in-residence

Inaugurazione martedì 18 novembre ore 18.30

Galleria Simona Vendrame
via Cernaia, 4 - 20121 Milano
da martedì a sabato 15-19

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