Museo Civico Giovio
Como
piazza Medaglie d'Oro, 1
031 271343
WEB
Armeni
dal 28/2/2002 al 1/4/2002
031 271343

Segnalato da

Paola Carlotti - ElleCi Studio




 
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28/2/2002

Armeni

Museo Civico Giovio, Como

Presenze e destino di un popolo fra Oriente e Occidente. La mostra riporta l’attenzione su un popolo che per millenni ha vissuto fra Oriente ed Occidente in luoghi dove, come in un grande crocevia della storia, si sono incontrate/scontrate etnie e religioni diverse. In Armenia sorse nel 301 il primo regno cristiano della storia, e di questa precocissima cristianizzazione e' stato dunque appena celebrato il XVII centenario.


comunicato stampa

Presenze e destino di un popolo fra Oriente e Occidente

I Musei Civici di Como, l’Associazione Culturale Iubilantes e l’Istituto di Storia Contemporanea Pier Amato Perretta, in collaborazione con Unione Armeni d’Italia, con Associazione ItaliArmenia, con Deutches Literaturarchiv di Marbach, Politecnico di Torino – Seconda Facoltà di Architettura, Archivio di Stato di Como, Biblioteca Comunale di Como, Comunità SS. Trinità di Vertemate presentano la mostra “Armeni: presenze e destino di un popolo fra Oriente e Occidente”, che si terrà presso il Museo Archeologico “P. Giovio”, in Piazza Medaglie d’Oro 1 a Como, dal 1 marzo al 1 aprile 2002.

La mostra verrà inaugurata venerdì 1 marzo alle ore 17 presso la Sala Perrone del Museo “P. Giovio” di Como, con interventi di: Ambra Garancini, Presidente Associazione Iubilantes, Ricciotti Lazzero, Presidente Istituto di Storia Contemporanea Pier Amato Perretta, Agopik Manoukian, Presidente Unione Armeni d’Italia, Pietro Kuciukian, saggista, membro dell’Unione Armeni d’Italia, Ermanno Arslan, Direttore Civiche Raccolte Archeologiche e Numismatiche di Milano, Vartuhi Demirdjian Pambakian, studiosa di cultura armena.
Seguirà breve visita guidata alla mostra, a cura di Anna Maria Kuciukian Samuelli

La mostra riporta l’attenzione su un popolo che per millenni ha vissuto fra Oriente ed Occidente in luoghi dove, come in un grande crocevia della storia, si sono incontrate/scontrate etnie e religioni diverse.
In Armenia sorse nel 301 il primo regno cristiano della storia, e di questa precocissima cristianizzazione è stato dunque appena celebrato il XVII centenario. Ripensare all’Armenia, ripercorrere le vicende spesso tragiche del suo popolo vuol dire dunque anche tornare alla nostre più antiche radici cristiane e riappropriarci di una parte significativa della nostra identità culturale.
Se a questo si aggiunge lo splendido contributo dato alla civiltà occidentale dalla costante presenza degli Armeni, soprattutto in Italia, non si può non definire il popolo armeno un popolo che le avverse vicende non hanno mai domato e la cui civiltà è patrimonio comune del mondo cristiano e del mondo intero.


La mostra si articola in tre sezioni:

Sezione 1: “Gli Armeni sulle strade d’Italia” di proprietà del Politecnico di Torino – Seconda facoltà di Architettura. La mostra documenta, in 30 pannelli di foto e documenti, le più importanti presenze armene in Italia, dislocate lungo le principali arterie di traffico della Penisola. Particolarmente significative le presenze armene lungo l’asse della via Francigena, fondamentale percorso di pellegrinaggio per Roma.

Sezione 2: “Armin T. Wegner e gli Armeni in Anatolia, 1915: immagini e testimonianze” di proprietà dell’Unione Armeni d’Italia – Milano. La mostra presenta, in 24 suggestivi pannelli fotografici più vario materiale documentario esposto in apposite bacheche, il genocidio armeno compiuto in Anatolia nel 1915 e documentato fotograficamente dall’ufficiale tedesco Armin T. Wegner. Il genocidio armeno solo negli ultimi mesi è stato riconosciuto ufficialmente dal Parlamento Europeo e da pochi altri Parlamenti, fra cui quello italiano.

Sezione 3: Oggetti di arte e documenti armeni di provenienza comasca.

Sono inoltre previste alcune manifestazioni collaterali alla mostra nelle seguenti date:
? Domenica 3 marzo, ore 15, presso l’Abbazia di Vertemate, incontro con il Priore, padre Adalberto Piovano, e visita ai libri di argomento armeno e agli oggetti d’arte armeni presenti in Abbazia. Seguirà visita al laboratorio di restauro di libri antichi e alla chiesa abbaziale di S. Giovanni Battista.
? Venerdì 8 marzo, ore 21, a Villa Olmo a Como, si terrà un concerto pianistico di musica colta armena dal titolo “Como incontra gli Armeni e la loro musica”, con musiche di Khacyaturian e Babagyanian, interpreti Nunè Hayrapetian e Tatevik Hayrapetian. La serata sarà arricchita da assaggi di specialità armene.
? Sabato 9 marzo, ore 14.30, al Museo archeologico “P. Giovio”, si terrà una visita gratuita alla mostra a cura dell’Unione Armeni d’Italia e alle 16, in Sala Perrone, è prevista la conferenza di Boghos Levon Zekiyan, docente di Lingua e Letteratura Armene all’Università Cà Foscari di Venezia, dal titolo “Gli Armeni e l’Italia: un’antica amicizia e un incontro nel segno dell’integrazione differenziata”.
? Sabato 23 marzo, ore 14.30, al Museo Archeologico “P. Giovio”, si terrà una visita gratuita alla mostra a cura dell’Unione Armeni d’Italia e alle 16, in Sala Perrone, è prevista la conferenza di Agopik Manoukian, sociologo e presidente dell’Unione Armeni d’Italia, dal titolo “Le vicende del popolo armeno: il perché di una diaspora”.

Alla mostra si accompagna un catalogo bilingue e un video dal titolo “Usher, la memoria. Voci italiane di sopravvissuti armeni”. Inoltre, sarà allestito un bookshop di testi relativi alla storia e alla cultura armene e sarà possibile acquistare copia del film –documentario “Destinazione il nulla- Il testimone” (1996, RAI 3 - distribuzione Coop. SERMIS -Bologna).
Agli insegnanti accompagnatori di scolaresche sarà dato in omaggio, fino ad esaurimento, una copia del volume di C. Mutafian Metz Yegern, breve storia del genocidio degli Armeni, Guerini, Milano 1997.

L’Istituto di Storia Contemporanea Pier Amato Perretta e l’Associazione Iubilantes presenteranno l’iniziativa agli insegnanti interessati mercoledì 20 febbraio alle ore 15.00 presso la sede dell’Istituto (Via Brambilla 39). Per tutta la durata della mostra l’Istituto di Storia Contemporanea PIER AMATO PERRETTA organizzerà anche un servizio gratuito di visite guidate per studenti di scuole medie e medie superiori.
Info e organizzazione: tel. 031. 306970 (ISC PIER AMATO PERRETTA) 031.572793 (Giorgio Cavalleri), 031.590294 (Ambra Garancini); e-mail: iubicomo@tin.it isc-como@isc-como.org Le
Con l’organizzazione di questa mostra, l’Associazione IUBILANTES e l’Istituto PIER AMATO PERRETTA, sostengono l’Associazione ITALIARMENIA nel progetto di adozione a distanza dei bambini di Panik, poverissimo paese dell’Armenia indipendente, e nella fornitura di materiale medico per il funzionamento dell’ospedale locale.


Intervento dello storico Franco Cardini

La storia degli Armeni

E' già Tertulliano, tra II e III secolo d.C., a testimoniarci dell'esistenza della Chiesa cristiana tra i fieri popoli di quell'Armenia che, al suo tempo, era contesa tra la sovranità dei Parti arsacidi e quella romana. La chiesa armena vera e propria, che conosciamo attraverso testimonianze storiche certe, fu tuttavia quella fondata alla fine del III secolo da San Gregorio detto “l'Illuminatore” cioè il pittore e decoratore di manoscritti: il “miniatore”, diremmo più modernamente noi che, formatosi a Cesarea di Cappadocia, accettò il primato del metropolita di quella sede il quale aveva diritto di nominare il “katholikos”, il capo della Chiesa nazionale armena che forse anche in quanto le guerre tra persiani e impero romano-orientale dei secoli V-VI avevano impedito una corretta informazione sullo sviluppo teologico e disciplinare delle Chiese cristiane greca e latina, strette attorno al dettato ortodosso del concilio di Calcedonia (451) già dai primi del VII secolo si dichiarò formalmente monofisita. Insieme con quella etiopica monofisita essa stessa la Chiesa armena è la prima Chiesa nazionale cristiana della storia.
Una storia ormai quasi bimillenaria, ed eroica. Gli armeni resistettero valorosamente all'invasione arabo-musulmana, crearono tra IX e XI secolo un fiorente regno cristiano sotto la dinastia bagratide, entrarono in complesse relazioni con Bisanzio e con i crociati, fondarono fra le montagne del Tauro e il golfo di Alessandretta, vale a dire nella regione chiamata Cilicia, un regno della cosiddetta “piccola Armenia” che si mantenne, con alterne vicende, fino al Quattrocento. Era armena la grande città di Edessa (oggi Urfa in Turchia), santuario di quel Mandylion che custodiva la vera effigie del Signore e ch'è stato variamente posto in relazione con la Veronica di Roma e la Sindone di Torino. La pressione musulmana aveva obbligato una parte della Chiesa armena, alla fine del XII secolo e poi di nuovo durante il XV, ad aderire alla Chiesa romana: oggi esistono due catolicosali, una maggioritaria - monofisita - e una che riconosce il primato di Roma, alla pari di una terza e più piccola, con sede in Libano. Dal 1701, in seno alla chiesa armena ''cattolica'', è sorto l'Ordine mechitarista, così chiamato da Mechitar di Sebaste, il glorioso fondatore del monastero dell'isola di San Lazzaro degli Armeni a Venezia, tuttora faro della cultura armena nel mondo.
La durissima campagna di snazionalizzazione degli armeni, posta in atto a partire dalla fine del XIX secolo da una Turchia che aveva ormai imparato dall'Occidente il triste vangelo del nazionalismo, culminò dopo i massacri del 1894, del 1895-96, del 1909 - in un vero e proprio genocidio ricordato da F. Welfel ne ''I quaranta giorni del Mussa Dagh'': esso dette luogo alla cosiddetta “diaspora armena”, diretta soprattutto verso la Francia e gli Stati Uniti d'America. La repubblica autonoma indipendente, nata nel 1918 nell'area armena pertinente alla Russia e riconosciuta nel 1920, venne riconosciuta solo nel 1936 come repubblica formalmente autonoma all'interno dell'Unione Sovietica. Ma in realtà il calvario degli armeni non è ancora finito, e il genocidio del quale sono stati vittima resta in gran parte agli occhi dell'opinione pubblica - tuttora ”negato”.
In rapporto alla durezza immeritata di questo destino, il contributo che l'Armenia ha offerto alla civiltà è straordinario. Tutti conoscono le splendide architetture delle chiese armene e ammirano la bella liturgia che vi si celebra. Gli armeni sono stati scrittori e miniatori di manoscritti di straordinaria raffinatezza, e ben note sono le ricche tradizioni artistiche, letterarie e folkloriche d'un popolo che le avverse circostanze storiche non hanno mai piegato e che costituisce un'autentica gioia per la cristianità e per il mondo intero.

Inaugurazione venerdì 1 marzo ore 17

Museo Civico Giovio
Piazza Medaglie d'Oro 1, Como
Tel. 031.271343

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