Cinque incontri sulla pittura moderna in Europa. In occasione dell'importante rassegna dedicata dalla GAM di Torino a Giuseppe De Nittis e alla pittura europea della vita moderna, il visitatore può ricostruire - attraverso le opere di De Nittis e di alcuni grandi maestri italiani e stranieri come Allebé, Adler, Boudin, Boldini, Caillebotte, Daumier, Degas, Luce, Sisley, Steinlen e Zandomeneghi, gli anni in cui si affermò a Parigi la pittura degli indépendants, passata poi alla storia con il nome di impressionismo.
La ricchezza e la complessità dei temi in mostra ha spinto il Museo ad
organizzare per il proprio pubblico un ciclo di incontri gratuiti che
avranno luogo presso la sala didattica del Museo. Saranno accompagnati
dalla proiezione di diapositive e preceduti dalla presentazione in Sala
Conferenze del Direttore Pier Giovanni Castagnoli.
In occasione dell'importante rassegna dedicata dalla GAM di Torino a
Giuseppe De Nittis e alla pittura europea della vita moderna, il
visitatore può ricostruire - attraverso le opere di De Nittis e di
alcuni grandi maestri italiani e stranieri come Allebé, Adler, Boudin,
Boldini, Caillebotte, Daumier, Degas, Luce, Sisley, Steinlen e
Zandomeneghi, gli anni in cui si affermò a Parigi la pittura degli
indépendants, passata poi alla storia con il nome di impressionismo.
In quegli anni i dibattiti estetici, la critica e l'operare artistico,
che ebbero in Parigi una capitale d'avanguardia, sono il terreno d'avvio
di una trasformazione senza precedenti in tutta Europa, una
trasformazione tanto nell'immagine dipinta quanto nel pensiero artistico
moderno.
Gli incontri saranno così articolati:
1° incontro
domenica 3 marzo h.16.00 presso la sala conferenze GAM
Pier Giovanni Castagnoli presenta la mostra:
De Nittis e la pittura della vita moderna in Europa
Con questa occasione verranno mostrate al pubblico le ragioni della
rassegna e, nel presentare le opere in mostra, si tenterà coi
visitatori di ricostruire la complessità degli eventi culturali che
durante la seconda metà del secolo XIX hanno determinato una radicale
riforma della pittura europea.
Si tratterà pertanto di un'introduzione a quegli argomenti che saranno
approfonditi nei successivi incontri.
2° incontro
domenica 10 marzo h. 16.00 presso la sala didattica GAM
Baudelaire e Parigi capitale artistica della modernité
Negli anni in cui si stava formando l'arte degli indipendenti - ma era
ancora aldilà da venire la consacrazione critica che li consegnerÃ
alla storia col nome di impressionisti - Baudelaire teorizzava sui
giornali l'estetica di quella pittura nuova. È infatti nel 1863,
quando a Parigi si organizza il primo Salon de Réfusés con le opere
di Manet, Pisarro, Jongkind, Guillaumin, Whistler e Cézanne, che
Baudelaire pubblica su "Le Figaro" il suo: Il pittore della vita
moderna. Il saggio dedicato a Constantin Guys, pittore di cui si esalta
la figura fino al travisamento, è l'occasione per enunciare i principi
della nuova pittura moderna.
Nel definire la linea artistica degli amici pittori che, rifiutati alle
Esposizioni Ufficiali, si trovavano costretti ad esporre come
indipendenti Baudelaire conia l'espressione modernité.
3° incontro:
domenica 17 marzo h.16.00 presso la sala didattica della GAM
La pittura della vita contemporanea e il mercato artistico:
il caso
Goupil e Durand-Ruel
La fortuna dell'impressionismo è legata a quei galleristi che
rischiarono le proprie finanze investendo per primi su nomi dalla
fortuna ancora incerta. E così Durand-Ruel con coerenza inizia presto
a sostenere la pittura del futuro. La sua galleria commercializzerà i
dipinti dei giovani Monet, Sisley, Pissarro e Degas e più tardi anche
le opere di Manet, Renoir, Cézanne e Berthe Morisot.
Nel frattempo è cambiato il pubblico, sono cambiati gli acquirenti e
gli estimatori d'arte. La diffusione di riviste illustrate favorisce
presso un vasto pubblico la circolazione di immagini attinenti alla vita
moderna. Nella commercializzazione di immagini d'autore, e a costi
contenuti, si specializza l'impresa Goupil. La sua galleria investe in
simili vedute e tra i nomi di punta figura proprio quello di Giuseppe De
Nittis. L'impressionismo diverrà ben presto un caso internazionale e
uno dei primi grandi fenomeni commerciali per i galleristi che come
Goupil e Durand-Ruel apriranno all'estero - in Inghilterra e in Belgio,
negli Stati Uniti e in Australia - filiali della propria attivitÃ
commerciale spianando la strada alla diffusione della pittura
indipendente.
4° incontro
domenica 24 marzo h.16.00 presso la sala didattica della GAM
Il malinteso impressionista:
fortuna e sfortuna critica degli
indépendents
Il caso impressionista scoppia a Parigi nel 1874. Il 15 aprile il gruppo
inaugura nello studio del fotografo Nadar, in Boulevard des Capucines,
la prima collettiva. Anche se i critici hanno commenti durissimi, o
persino si rifiutano di prendere la mostra sul serio, è chiaro che,
come dichiara Leroy, tutto è cambiato. È però difficile per i
contemporanei pronosticare la portata e le conseguenze della rivoluzione
in atto. I critici che non censurano il caso impressionista, dunque, si
interrogano. Esistono delle caratteristiche comuni agli artisti che
espongono da Nadar ed è possibile parlare per loro di una "scuola
impressionista"? Ci sono delle ragioni profonde alla radice di questa
trasformazione dell'immagine dipinta o si tratta di una ribellione
transitoria? È davvero possibile ravvisare nella pittura indipendente
un movimento coeso oppure la sigla impressionista raccoglie da Nadar e
solo temporaneamente tensioni differenti, frammenti che non avranno
soluzione di continuità in un'unica cifra stilistica?
I quesiti che dividevano la critica del tempo sono tutt'altro che
datati. Per comprendere, dunque, la riforma impressionista è opportuno
ripartire dalla cronaca di quei giorni e ricostruire le ragioni che
hanno concorso alla nascita del mito impressionista, un mito che
paradossalmente proprio nel diffuso malinteso contemporaneo ha
costituito la propria futura fortuna.
5° incontro:
lunedì 1 aprile (lunedì di pasquetta) h. 16.00 presso la sala
didattica della GAM
Il caso De Nittis: un impressionista italiano
"Abbiamo detto che De Nittis figurava in prima fila dei pittori
impressionisti; aggiungiamo che uomo di spirito, e insomma, Italiano
com'era, si era ben guardato dalle deviazioni di coloro che vedono in
questa scuola una facilitazione ad uso dei pittori i quali, sprovvisti
di studi sufficienti, confondono in uno stesso disprezzo, colore,
composizione e disegno". Così nel 1884 "Le Figaro" ricordava in un
articolo il pittore barlettano appena scomparso. I giornali francesi
piangono in quella data la morte di uno dei più grandi talenti
dell'arte contemporanea. Un talento, dunque, il suo, che come riconosce
il cronista è accompagnato da una grande perizia tecnica e da una
straordinaria serietà di studio. Sono queste le qualità che
renderanno la carriera di De Nittis tanto ambivalente da poter essere
suscettibile nella critica postuma di capovolgimenti repentini.
Rassegna a cura di Alessandra Mascia
Per informazioni: 011 4429518