Temporundum. L'artista invitato dalla curatrice Gaia Pasi presenta in anteprima quattro nuovi lavori - una scala senza titolo, due opere dal titolo Temporundum e un intervento audio nello spazio dell'azienda. Questo ciclo di opere, sotto il titolo di Carborundum, e' iniziato nel 1997 con un'opera costruita utilizzando come base una Fiat Regata Turbodiesel funzionante.
a cura di Gaia Pasi
progetto di Ronaldo Fiesoli
Riapre con un intervento di Luca Pancrazzi (1961) la stagione artistica della Tessilform di Patrizia Pepe a Capalle (FI).
Il 25 novembre, alle ore 18:00, l’artista invitato dalla curatrice Gaia Pasi presenterà in anteprima quattro nuovi lavori - una scala senza titolo, due opere dal titolo Temporundum e un intervento audio nello spazio dell’azienda.
Le forme reali e già cariche di simbologia di una scala e di due orologi di grande formato saranno lavorati con una tecnica di accurato rivestimento attraverso l’utilizzo di pezzi di vetro di diversi spessori. Una fitta maglia di luce riveste le forme allontanandole dalla funzione e dalla forma. I vetri incollati uno ad uno per il loro spessore lasciano trasparire per la naturale caratteristica del materiale tutto ciò che ricoprono, rifrangendo e spostando sul piano visivo la descrizione di quello che rivestono.
Due grossi orologi sono l’anima delle due opere dal titolo Temporundum. La forma che spesso è un pretesto, in questo caso diviene un nobile supporto simbolico, per il vero soggetto che Pancrazzi ci sembra indicare: il tempo. Il tempo in questa installazione rivela la sua natura meno cronologica e più simbolica e si fa soggetto. Nei due orologi ricoperti di luce in forma di vetro il tempo cronologico viene frammentato, spezzato sino a renderne visibile la sua natura di attimo soggettivo. Un attimo astratto e intimo che indica un tempo individuale (uno per ciascun osservatore), si avranno quindi tanti tempi, uno vicino all’altro, ma diversi uno dall’altro per sincronia e scorrimento.
I due Temporundum esposti, inoltre, hanno una qualità installativa che li porterà ancora di più ad astrarsi dalla funzione cronologica in favore di una possibilità poetica. Un Temporundum sarà installato nella hall di ingresso dello spazio di Patrizia Pepe in forma di luna nera e alta e l’altro Temporundum sarà installato nello stesso spazio in forma di luna piena e al tramonto. A comporre quest’installazione in forma di paesaggio, c’è un’altra opera, una scala alta 350 cm., Senza Titolo questa volta, semplicemente e comunemente appoggiata ad una parete ad indicare
un movimento verticale, di crescita e d’uscita, ed anche il raggiungimento di un piano superiore della comprensione. Questa scala fisicamente impraticabile, ricoperta di vetri come gli orologi, lascia solo le possibilità di essere agita dal movimento del pensiero.
L’installazione audio, anch’essa dal titolo Temporundum, nasce dalla registrazione audio di suoni originati dalla meccanica di orologi diversi e montati in maniera da rendere tridimensionale il flusso audio dell’orchestrazione dei singoli suoni. Questa installazione audio viene distribuita in alcuni punti all’interno dello spazio dell’azienda che ospita la mostra.
Questo ciclo di opere, sotto il titolo di Carborundum, è iniziato nel 1997 con un’opera costruita utilizzando come base una Fiat Regata Turbodiesel funzionante. Questa opera è stata guidata all’interno della mostra ed è poi uscita a fare un giretto per la città documentato da un video. Nel 2002 è il turno, invece, di una Renault Megan esposta in diverse occasioni in Italia e all’estero con la Galleria Continua. Nel 2007 è la volta di Maseratirundum, una Maserati 4 porte rivestita di 800 kg di vetro superclear, sfornata dall’hangar della Vetreria Sestese che collabora da anni a questi progetti di Pancrazzi. Maseratirundum ha viaggiato per Mosca durante una freddissima notte nel contesto della Biennale di Mosca del 2007, generando un film che è stato poi presentato insieme alle altre opere al Museo di Arte Contemporanea di Mosca dove Pancrazzi ha rappresentato l’Italia in una sua mostra personale.
Racconta l’artista ai microfoni di Stefano Chiodi “ Carborundum è il materiale più abrasivo che si conosca, e immaginavo che questa auto potesse camminare in giro per le città abradendo tutto quello che le passava vicino. Inoltre il vetro in quella quantità, attraverso la luce riflessa, spezza completamente la forma dell’oggetto che riveste appena qualche centimetro sotto”. Dal 1997 ad oggi altre opera sono nate con questa tecnica, oggetti e forme di uso quotidiano vengono rese archetipi fuori dalla fisicità della funzione.
Inaugurazione:
25 novembre 2008 - 18:00/19:30
Patrizia Pepe
Via Gobetti, 7/9 - Capalle (FI)
Orario: lun-ven 9.30/12.30, 14.30/18.30 solo su appuntamento
Ingresso libero