In mostra un gruppo di fotografie di Gabriele Basilico e tre opere di Alberto Garutti. Di Basilico e' esposta una serie di scatti che ritraggono paesaggi costieri e citta' europee attraversate da grandi fiumi: dalla Normandia a Mosca, passando per Roma. Per Garutti la distanza che separa luoghi di alcune metropoli europee diventa segno grafico che forma sulla superficie dell'opera una trama delicata e bizzarra.
In mostra un gruppo di fotografie di Gabriele Basilico e tre opere di
Alberto Garutti.
Di Basilico verrà esposta una serie di scatti che ritraggono paesaggi
costieri e città europee attraversate da grandi fiumi: a partire
dalle famose vedute in bianco e nero della costa in Normandia della
metà degli anni ’80 fino ad arrivare alle recenti fotografie a
colori di Roma e Mosca. Una ricognizione sentimentale e nello stesso
tempo rigorosa di luoghi distanti tra loro, collegati in questo caso
dalla costante presenza dell’acqua.
Per Garutti la distanza che separa luoghi di alcune grandi città
europee diventa segno grafico che forma sulla superficie dell’opera
una trama delicata e bizzarra , un disegno astratto e minimale,
irreale e documentario al tempo stesso.
“Ognuna di queste opere è generata da un segno unico e
ininterrotto: una linea che misura la distanza esatta tra alcuni
luoghi, persone, istituzioni politiche, culturali ed economiche.
La linea è un percorso nella città compresso in un quadro.
Queste opere appartengono ad un ipotetico catalogo di altre immagini,
realizzabili su misura e adattabili a infinite persone, committenti e
città.”
Alla base dei quadri una frase incisa sulla cornice di alluminio
rende esplicito il meccanismo dell’opera, indicando i luoghi toccati
e la loro distanza.” Alberto Garutti.
“… nel vedere e rivedere i luoghi che maggiormente mi avevano
interessato e soprattutto nell’abbracciare temi per me assolutamente
inediti, come il paesaggio naturale e le grandi vedute, ho scoperto
nuovi orizzonti, ho improvvisamente allargato, e in un certo senso
semplificato, l’osservatorio sul mondo, dilatando nello stesso tempo
le mie capacità percettive: uno sguardo lontano e un tempo
“rallentato” mi avevano consentito di scoprire le cose osservate
quasi al di là della loro apparenza. Le grandi visioni d’insieme, i
punti di fuga che avvicinano l’orizzonte, il gioco dialettico dei
vari piani e l’armonia che unisce le diverse parti, erano diventati
per me nuovi terreni di conquista. L’osservazione insistente e il
ritorno in alcuni luoghi avevano generato un rapporto di maggiore
confidenza, quasi di affetto, come se le città, i villaggi, i cieli,
le campagne, i paesaggi, guardati con il giusto approccio, avessero
potuto restituire e irraggiare una loro armonia …In queste
condizioni mi piace pensare di essere quasi scomparso, in quanto
fotografo, di aver saputo mettermi da parte, rinunciando al
narcisismo e a una rappresentazione troppo soggettiva e spesso
artificiosa in favore di una rappresentazione apparentemente
oggettiva fino all’assenza, ma caratterizzata dal rispetto verso le
cose…
… ritmo rallentato, atteggiamento più meditativo, raggiungimento di
grande dettaglio, non concorrono alla celebrazione di un virtuosismo
tecnico e di un appagamento formale, ma creano in me i presupposti
per un modo nuovo di capire e di trattenere la realtà con un
atteggiamento segnatamente contemplativo.”
Gabriele Basilico in Bord de mer, Baldini & Castoldi, Milano 2003,
volume dedicato al progetto della MISSION PHOTOGRAPHIQUE DE LA
D.A.T.A.R 1984-85.
Immagine Gabriele Basilico, Mosca, 2007
Inaugurazione: 27 novembre dalle ore 18
Studio Guenzani
via Eustachi, 10 - Milano
Orari: dal martedì al sabato, dale 15 alle 19.30. La mattina su appuntamento.
Ingresso libero