Greatest failures XI. Oltre quaranta opere inedite su tela, appositamente realizzate dai due artisti, vengono presentate in occasione della mostra di Milano, accanto a inedite creazioni tridimensionali nei materiali piu' disparati.
Al termine di un appassionante triennio di sperimentazioni con ‘invasioni’ plurime nel campo dell’Editoria e dell’Arte, l’accumulo di diversi eventi ‘live’ e il lancio di artistici gadget già “cult”, Blue and Joy - Fabio La Fauci e Daniele Sigalot - decidono, dal loro nuovo studio di Berlin Mitte, di dedicarsi esclusivamente all’arte.
E dunque, dopo il grande successo ottenuto a Padova e Lugano con le recenti mostre di settembre e ottobre, Blue and Joy concludono la stagione espositiva a Milano - dove, sin dal 2005, quasi all’inizio della loro attività, si fecero notare dagli addetti ai lavori e la stampa con piccole ma innovative esposizioni che hanno lasciato il segno -.
Tutto nasce da Blue and Joy, pupazzi che forse non si incontrano casualmente…
Blue, con una lacrima pendente perennemente da un occhio e il cuore spezzato in due, sembra estremamente triste. Ma l’apparenza inganna, perché Blue in realtà è il più felice dei pupazzi. Nessuno resiste alla sua tristezza: tutti lo amano, tutti lo abbracciano.
Joy, al contrario, ha un immoto sorriso stampato in faccia e le braccia perennemente al cielo. Ma anche in questo caso non è come sembra: in realtà Joy è un pupazzo scettico ancor più che triste. Così compensandosi, Blue and Joy tentano di realizzare i loro sogni, senza alcuna fortuna, ma mai perdendo la speranza.
Attraverso l’apparente semplicità del loro dizionario emotivo, Blue and Joy declinano un mondo lucido e passionale, decisamente umano, e dunque non a caso i due artisti travalicano qualsiasi cifra casuale in gioco. L’estetica di Blue & Joy, infatti, è il loro riprodursi all’infinito, in uno stato d’animo immutabile, in un gioco di specchi e di rimando che li ha resi familiari, onnipresenti e grazie a questo “brand” artistico immediatamente e facilmente riconoscibile. Come, appunto, scrive Vittorio Sgarbi di loro nella introduzione al catalogo della loro recente mostra luganese: “A domanda sulla loro "doppiezza" rispondono "siamo soli anche quando siamo in due". Cioè "sempre". Come tutte le imprese riuscite sono riconoscibili.
Oltre quaranta opere inedite su tela appositamente realizzate dai due artisti verranno presentate in occasione della mostra di Milano, accanto a inedite creazioni tridimensionali nei materiali più disparati. Come i “Blue and Joy” in vetroresina alti un metro, esposti in prima assoluta e realizzati dagli stessi fornitori che hanno curato le più recenti statuine di Murakami. L’installazione “Friendship 1”, dove un aeroplanino di carta alto 1 metro e 80 cm (già presente nelle loro avventure) ‘incontra’ il suolo; la serie di oggetti multipli in copia unica o numerata, come il Raccogli-sogni, il Portalacrime, lo Smacchia-Cuore, le Speranze in conserva, la Graziella da corsa e le Zappe da darsi sui piedi.
Alle pareti si alterneranno anche le opere in legno solo bianco e nero, come la composizione “Shadow”; la collezione dei “Piatti del Non Ricordo”, che rappresentano, nell’inconfondibile stile B & J ben dodici delusioni amorose da dimenticare. E una sequenza di disegni originali a matita che ripercorrono la stessa mostra e anche i progetti non ancora realizzati.
A firmare l’introduzione del nuovo catalogo questa volta sarà Elio Fiorucci, un antesignano del rapporto tra Arte e Moda; padre nobile ed amato da tutti i giovani artisti che oggi agiscono in una realtà liquida dove i confini delle diverse arti si fondono e si esaltano in un unicum che Fiorucci aveva brillantemente intuito sin dai lontani anni ’60.
La mostra di Milano sarà completata da alcune invenzioni quali, ad esempio, i ‘mosaici moderni‘
Si tratta di multipli a pezzo unico: quadri realizzati con migliaia (30.000) di puntine da disegno che, attraverso un lavoro di composizione manuale unico per ogni pezzo, si uniscono a formare l’outline stilizzato di Blue e di Joy. Opere, queste, che hanno già conquistato i collezionisti d’avanguardia.
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