Un Papa veneto nella Roma di meta' 700. Clemente XIII con la sua famiglia si fece committente dei piu' noti artisti del tempo: da Anton Raphael Mengs a Pompeo Batoni, a Giovanni Battista Piranesi. Dopo la sua morte i nipoti, affidarono ad Antonio Canova il monumento funebre dello zio nella basilica di San Pietro. In mostra opere di scultura, pittura, grafica e oreficeria.
La mostra dedicata a Clemente XIII, al secolo Carlo Rezzonico, vuole essere non solo un momento di divulgazione rivolto al grande pubblico, ma anche occasione di studio e approfondimento, nonché inedita opportunità di valorizzazione del patrimonio culturale diocesano, che negli ultimi anni è stato oggetto di ricognizione grazie al progetto di inventariazione promosso dalla CEI.
Carlo Rezzonico apparteneva a famiglia di recente nobiltà ma in breve tempo divenuta protagonista della scena artistica veneziana, e che avrebbe acquistato ulteriore prestigio a Venezia e a Roma in seguito all’elezione pontificia. Dopo gli anni di formazione prima a Padova e poi a Roma, Carlo fu vescovo di Padova tra il 1743 e il 1758: uomo attento alle necessità dei fedeli e alla disciplina ecclesiastica, da subito si occupò di visitare tutte le vicarie della diocesi proprio per rilevare i bisogni e i malesseri più diffusi tra la sua gente e il clero. Fu spesso impegnato nella consacrazione di chiese edificate o rinnovate in quegli anni, sempre attento al decoro e all’arredo interno degli edifici. Si preoccupò inoltre della ridefinizione architettonica del Seminario Maggiore, voluto dal suo predecessore Gregorio Barbarigo (1664-1697), avvalendosi della consulenza dell’ingegnere e matematico Giovanni Poleni e dell’architetto Giorgio Massari, cui i Rezzonico avevano affidato la ristrutturazione del loro palazzo a Venezia. Alla famiglia di origine e all’attività pastorale del vescovo sarà riservata una sezione della mostra.
Il 6 luglio 1758 Carlo Rezzonico fu eletto papa: nel percorso espositivo verranno illustrati le fasi del conclave, i riti di insediamento e i festeggiamenti che si svolsero a Padova, Venezia e Roma in seguito all’elezione, con l’esecuzione di concerti e liturgie, e la messa in opera di apparati effimeri e spettacoli pirotecnici, di cui esistono ancora interessanti documentazioni grafiche.
Da pontefice Clemente XIII non dimenticò Padova, anche quando le attività istituzionali e politiche lo allontanarono dalle vicende venete: lo testimoniano i doni elargiti durante il suo pontificato alla Cattedrale e all’Università cittadina, che la mostra intende presentare per sottolineare il vivo legame con la sua terra d’origine.
Nel 1761 Clemente XIII proclamò beato Gregorio Barbarigo, e nello stesso anno nella basilica di San Marco a Roma, la chiesa dei Veneziani presso cui Carlo era cardinale titolare dal 1755, i Rezzonico dedicarono al nuovo beato una cappella, dotata di preziosi arredi. L’anno successivo anche nella Cattedrale di Padova venne edificato un altare dedicato al Barbarigo, su progetto di Giorgio Massari. L’evento della beatificazione dunque fu occasione per artisti veneti e romani di cimentarsi, poco dopo la metà del secolo, in opere di scultura, plastica, pittura e oreficeria, alle quali verrà riservato adeguato spazio nel percorso espositivo.
Sul piano culturale il papa veneziano, grazie anche alla personalità del cardinale Alessandro Albani, seppe fare sue le istanze che viveva la Roma settecentesca, crocevia di artisti e letterati, collezionisti e antiquari provenienti da tutta Europa e attratti dalla riscoperta delle radici del passato e del mondo classico che riemergevano attraverso gli scavi archeologici. Sono gli anni della creazione del Museo Profano nei Palazzi Apostolici, primo embrione dei Musei Vaticani, della crescita del Museo Capitolino grazie anche alle generose donazioni del papa, gli anni di Winckelmann, nominato Prefetto delle Antichità di Roma nel 1764, di Mengs e Batoni, pittori del Grand Tour ma anche raffinati ritrattisti del papa, come la mostra avrà modo di illustrare.
Un rapporto privilegiato lega Clemente XIII all’architetto e incisore Giovanni Battista Piranesi, che godette del favore dei Rezzonico a Roma, dedicò al papa alcune delle sue più famose raccolte di incisioni, e progettò gli arredi degli appartamenti del cardinale Giambattista e del senatore Abbondio Rezzonico, nipoti del pontefice. Una selezione di stampe piranesiane racconterà il rinnovamento del gusto antiquario nella Roma degli anni sessanta del Settecento, nel quale tanta parte ebbe il mecenatismo dei Rezzonico. Nel 1789 furono ancora i nipoti di Clemente XIII, a distanza di molti anni dalla sua morte, a commissionare ad Antonio Canova il monumento funebre dello zio nella Basilica di San Pietro a Roma: a quest’opera “postuma” sarà dedicata un’apposita sezione della mostra.
Immagine: Anton Raphael Mengs, Ritratto di Clemente XIII, olio su tela, 1758, Venezia, Ca’ Rezzonico
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Inaugurazione alle ore 17.00
Vernice aperta alla stampa dalle ore 15.00
Museo Diocesano
Piazza del Duomo 12 Palazzo Vescovile Padova
Orari: martedì - domenica h 10.00 - 18.00, apertura straordinaria il 24 e il 31 dicembre dalle ore 10.00 alle ore 14.00
chiuso il lunedì, il 25 dicembre e il 1° gennaio
Biglietto d'ingresso: Intero E 6, ridotto E 5
Servizio di visita guidata su prenotazione (min 15 persone)