Luigi Nono
Pietro Fragiacomo
Ugo Pellis
Enrico Ursella
Vittore Cargnel
Giovanni Saccomani
Ernesto Mitri
Fred Pittino
Giuseppe Zigaina
Anzil Toffolo
Luciano Ceschia
Max Piccini
Giuseppe Bergamini
Giancarlo Pauletto
La mostra dopo il successo riscosso a Udine apre i battenti a Pordenone. Piu' di 100 opere provenienti da una collezione di oltre 500 pezzi di diversa tipologia di recente acquisizione da parte di Fondazione Crup. Il patrimonio e' costituito da dipinti antichi e moderni, sculture, incisioni, oreficerie, codici, libri miniati e monete longobarde, dal VI secolo ai giorni nostri, tesori tramandati dai monti di pieta' friulani, che costituiscono un patrimonio unico finalmente esposto al grande pubblico.
a cura di Giuseppe Bergamini e Giancarlo Pauletto
Udine, 5 dicembre 2008 - Testimonianze d'arte in Friuli. Capolavori della Fondazione CRUP, questo il titolo della mostra che, dopo il successo riscosso a Udine dal 5 ottobre al 30 novembre, aprirà i battenti a Pordenone dal 5 dicembre al primo febbraio presso l'ex Convento di San Francesco. Più di 100 opere provenienti da una collezione di oltre 500 pezzi di diversa tipologia di recente acquisizione da parte di Fondazione Crup. Il patrimonio è costituito da dipinti antichi e moderni, sculture, incisioni, oreficerie, codici, libri miniati e monete longobarde, dal VI secolo ai giorni nostri, tesori originariamente tramandati dai monti di pietà friulani, che costituiscono un patrimonio unico finalmente esposto al grande pubblico.
I più antichi dipinti trattano per lo più il tema della Pietà, cioè l’immagine della Madonna che tiene sul grembo il corpo del Cristo morto, per cui è facile pensarli commissionati dai reggitori del Monte di Pietà di Udine. Spicca tra gli altri la Deposizione dipinta nel 1576 da Pomponio Amalteo, pittore di San Vito al Tagliamento, allievo e genero di Giovanni Antonio Pordenone: scenografica, drammatica composizione di grande formato (198x198 cm) con il gruppo centrale e gli astanti sullo sfondo di un arioso paesaggio con la turrita città di Gerusalemme ed il lontano colle del Calvario. Di forte suggestione e di intensa emotività sono anche la Deposizione di Palma il Giovane (ca. 1595), dall’accentuato contrasto chiaroscurale, e il Cristo deposto di Camillo Lorio (fine sec. XVII), opera tanto bella per il sentimento drammatico che la pervade e per il livello pittorico da essere stata in passato assegnata ad Antonio Carneo.
Di notevole qualità anche alcune altre tele del primo Seicento di Sebastiano Secante, Nicolò Frangipane, Vincenzo Lugaro, Girolamo Lugaro: di quest’ultimo è un dipinto di grande dimensione eseguito nel 1624 per il Monte di Pietà di S. Daniele del Friuli, con l’immagine dei santi Daniele e Michele arcangelo ed una piacevole suggestiva veduta della cittadina di San Daniele abbarbicata sui colli. Al 1670 circa va datato un interessante ritratto a figura intera di Antonio Carli eseguito da Sebastiano Bombelli, mentre per quanto riguarda il Settecento, si segnalano i cinque dipinti del pittore carnico Nicola Grassi, quattro raffiguranti episodi evangelici (l’Annunciata, la Tentazione di gola, la Tentazione di dominio e la Samaritana al pozzo) e uno di carattere profano (Il sacrificio di Ifigenia), singolare copia di un quadro di Giambattista Tiepolo. Inoltre, una fresca composizione di Giannantonio Pellegrini (Il Giudizio di Mida).
A queste opere, che nella quasi totalità fanno parte del patrimonio storico del Monte di Pietà, molte altre se ne sono aggiunte nel secolo scorso, per mirato acquisto atto a salvaguardare importanti testimonianze d’arte e a favorire e sostenere la cultura locale. A questo proposito, di grande interesse le ultimissime acquisizioni portate a termine dalla Fondazione CRUP, una scultura in legno dipinto e dorato della bottega di Domenico da Tolmezzo (fine XV secolo) raffigurante un Santo diacono, e uno straordinario dipinto ad olio su tela che raffigura la soppressione del Patriarcato di Aquileia, eseguito dal pittore romano Placido Costanzi (1690-1759) su commissione del cardinal Orsini che ne volle far dono al papa Benedetto XIV.
Relativamente all’Ottocento, vanno ricordati un’ariosa, poetica tempera di Giuseppe Bernardino Bison, il pittore di Palmanova che viene considerato l’ultimo dei vedutisti veneti, la lirica, luminosa scultura in marmo di Luigi Minisini intitolata la Pudicizia, che fu particolarmente ammirata all’Esposizione Universale di Parigi del 1867 e alla quale i contemporanei dedicarono numerosi scritti elogiativi e perfino una poesia, il grande ed elegante vaso celebrativo in argento del 1845, alto ben settanta centimetri e con la veduta della piazza Contarena di Udine, considerato da molti il capolavoro dell’orefice udinese Luigi Conti.
L’arte del Novecento si manifesta in numerosissime pitture e sculture, spesso dovute ai maggiori artisti friulani del secolo. Stupefacente, anche per le straordinarie misure (276x360 cm) il dipinto di Domenico Someda raffigurante la Morte di Dante che si pone come specchio del gusto artistico imperante in Friuli nel periodo immediatamente seguente la grande guerra, quando gli artisti locali frequentavano l’Accademia di Venezia che annoverava tra i maestri pittori come Ettore Tito e Guglielmo Ciardi (opere dei quali pure sono presenti nella collezione della Fondazione CRUP), ma di notevole qualità sono anche i dipinti di Luigi Nono, Pietro Fragiacomo, Ugo Pellis, Enrico Ursella, Vittore Cargnel, Giovanni Saccomani, Ernesto Mitri, Fred Pittino, Giuseppe Zigaina, Anzil Toffolo, Luciano Ceschia, Max Piccini e tanti altri tra i quali l’architetto–urbanista Marcello D’Olivo, il ben noto progettista della città di Lignano Pineta cui nel 1991 la CRUP ha commissionato un grande dipinto (300x600 cm) intitolato Naturzerstorung (La distruzione della natura).
Significative, da ultimo, e straordinarie le opere dei fratelli Basaldella, Mirko e Afro: del primo, una scultura di grande effetto, del secondo un coloratissimo arazzo del 1975, realizzazione del periodo informale dell’artista. Firmata da entrambi, una Crocifissione del 1947 in ceramica colorata, che si colloca come solitario fior d’arte nella produzione artistica internazionale del Novecento, frutto di una collaborazione che non trova riscontri di altrettanta forza evocativa. Infine il grande bozzetto in scala originale (cm. 270x580) realizzato da Mirko Basaldella per la Cancellata delle Fosse Ardeatine, monumento simbolo della Resistenza in Italia.
Ufficio stampa: Studiocreta
Alberto Abate
alberto.abate@studiocreta.it
ufficiostampa@studiocreta.it
ex Convento di San Francesco
piazza della Motta, Pordenono
Orari: dal martedì alla domenica 10-19
ingresso gratuito