Ogni suo dipinto - dalle grandi tele di soggetto storico ai poetici paesaggi su tavoletta o alla grazia dei nudi - rivela un artista impegnato nella ricerca di sintesi fra tradizione e innovazione, classicismo e realismo; ricerca resa fertile dall'intensita' dell'esperienza italiana, ineludibile punto di passaggio nel cammino della pittura europea verso la modernita'.
Dopo la recente edizione spagnola all’IVAM di Valencia (Institut Valencià d’Art Modern), la mostra “Ignacio Pinazo in Italia, 1873-1880” approda ora al Museo Andersen di Roma.
E’ diventata infatti una tradizione ormai consolidata che le iniziative ospitate al piano nobile del Museo e dedicate periodicamente ad artisti stranieri a cavallo fra Otto e Novecento rivestano il carattere di una felice ‘scoperta’ per il pubblico romano e italiano in genere.
Grazie dunque all’IVAM – nelle persone della direttrice Consuelo Ciscar Casaban e del curatore Javier Pérez Rojas – il Museo Andersen ha l’opportunità di presentare per la prima volta in Italia la mostra monografica dedicata al pittore valenzano Ignacio Pinazo Camarlench (1849-1916), il cui soggiorno a Roma e i viaggi a Napoli e Venezia fra l’ottavo e il nono decennio dell’Ottocento costituirono parte fondamentale della sua formazione artistica. E sebbene il suo nome non abbia avuto, anche a causa del carattere schivo e solitario dell’artista, la risonanza internazionale di cui godette ad esempio il suo più fortunato concittadino Joaquìn Sorolla (1863-1923), Pinazo è oggi certamente da riconoscersi come uno più validi pittori del XIX secolo spagnolo, il cui rilievo va oltre il ristretto ambito della corrente del luminismo valenzano. Ogni suo dipinto - dalle grandi tele di soggetto storico ai poetici paesaggi su tavoletta o alla grazia dei nudi - rivela un artista impegnato nella ricerca di sintesi fra tradizione e innovazione, classicismo e realismo; ricerca resa fertile dall’intensità dell’esperienza italiana, ineludibile punto di passaggio nel cammino della pittura europea verso la modernità.
Nel 1872 Pinazo aveva tentato, senza esito, di ottenere il pensionato romano da parte della Deputazione di Valencia. Ma realizza ugualmente in piena autonomia un primo viaggio nella giovane capitale d’Italia, dove entra in contatto con Fortuny e il circolo romano attorno a lui affrontando con nuova sensibilità naturalistica il tema della veduta e del paesaggio. Rinnovata la richiesta di pensionato, questa volta con esito positivo grazie alla grande tela storica dello Sbarco di Francesco I a Valencia, soggiorna nuovamente a Roma, con studio in via Margutta, fra il 1876 e il 1880, anni per lui di fervida attività artistica. Oltre ai dipinti di tema storico (Le figlie del Cid, Abdicazione del re Don Jaime I), realizza con incisività di segno e leggerezza di pennello centinaia di disegni e studi dal vero che costituiscono una attenta cronaca, vivace e analitica, della vita romana del tempo e del locale paesaggio urbano; dipinge inoltre delicati nudi femminili e infantili dalla morbida e accattivante naturalezza delle forme. Ugualmente, il viaggio a Venezia ispira al pittore innumerevoli vedute della città lagunare dal tratto veloce e frammentato con suggestivi effetti luministici.
Il catalogo, in lingua italiana e inglese, è edito dall’IVAM di Valencia e contiene saggi di studiosi spagnoli e italiani.
Le opere provengono dalle collezioni dell’IVAM, dalla Casa Museo Pinazo, dal Museo di Bellas Artes e dal Museo Nacional de la Ceramica, tutte autorevoli istituzioni della città di Valencia.
Si ringrazia per il contributo il Gioco del Lotto.
Si ringraziano per il contributo l’Ambasciata di Spagna in Italia e la Reale Accademia di Spagna a Roma.
Martedì 16 dicembre 2008
ore 12.00 anteprima stampa
ore 17.00 inaugurazione
Museo Hendrik C.Andersen
Via P.S.Mancini 20, 00196 Roma
Orario: 9.00 / 19.30 (ingresso fino alle 19.00); lunedì chiuso
ingresso libero