Federico Faruffini
Pasquale Massacra
Tranquillo Cremona
Giorgio Kienerk
Plinio Nomellini
Angelo Inganni
Francesco Trecourt
Luigi Trecourt
Vincenzo Cabianca
Vittore Grubiey de Dragon
Serafino Macchiai
Oreste Alberini
Leonardo Bazzaro
Mario Acerbi
Federico Zandomeneghi
Angelo Tommasi
Daniele Ranzoni
Giovanni Boldini
Giuseppe De Nittis
Susanna Zatti
Giovanna Petrenga
Ferdinando Creta
La Donna, il Paesaggio e l'Impressione. Dipinti dei Musei Civici di Pavia tra 800 e 900. La mostra contribuisce a svelare la dimensione pienamente europea della produzione artistica italiana ripercorrendo il clima culturale e la cifra poetica sviluppatasi in quegli anni. Una rassegna con piu' di 80 dipinti, di cui e' parte l'importante esperienza maturata all'ombra del Vesuvio e la cosiddetta Scuola di Posillipo. A cura di Susanna Zatti, Giovanna Petrenga e Ferdinando Creta.
L’esperienza artistica italiana della Seconda metà dell’Ottocento è stata oggetto in questi anni di una
doverosa rilettura critica che ha portato a recuperarne il significato, facendo emergere situazioni e
personalità di grande fascino pur nella specificità delle diverse scuole regionali.
La mostra ospitata negli scenografici ambienti del Palazzo Reale di Caserta, dal 20 dicembre
2008 al 29 marzo 2009, s’inserisce in questo contesto, contribuendo a svelare la dimensione
pienamente “europea” della nostra produzione artistica: una ricca rassegna degli sviluppi della
cultura figurativa italiana tra il XIX e il XX secolo - più di ottanta opere - che diviene ancor più
interessante ricordando l’importante produzione ottocentesca maturata all’ombra del Vesuvio e
l’originale esperienza della cosiddetta Scuola di Posillipo, con cui idealmente si “impone” un
confronto.
La mostra, curata da Susanna Zatti e Francesca Petrenga e promossa dalla Regione Campania,
Assessorato al Turismo e ai Beni Culturali - con la partecipazione della Direzione Regionale per i Beni
Culturali e Paesaggistici, Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di
Caserta e Benevento, Provincia di Caserta ed Ente Provinciale del Turismo di Caserta, Comuni di
Caserta e di Pavia, Confindustria e Camera di Commercio di Caserta - proponendo alcuni tra i più
significativi dipinti delle collezioni dei Musei Civici di Pavia, consente dunque da un lato di
tracciare un percorso della pittura lombarda del tempo - e nello specifico di una scuola dalla
forte identità come quella pavese – dall’altro, grazie agli indiscussi capolavori e alla variegata
composizione della collezione Morone, ripercorre il clima culturale e la cifra poetica
sviluppatasi in Italia in quegli anni, rivelandone l’assoluta qualità e seguendo il trapasso dal
paesaggio all’impressione.
I dipinti conservati presso i Musei Civici di Pavia costituiscono un repertorio ampio ed originale
dell’arte ottocentesca e di quel percorso alternativo al classicismo e al romanticismo storico e
romanzesco che la scuola pavese propose e sviluppò nel variegato panorama italiano pre e
post unitario. L’orientamento alternativo si andò enucleando intorno all’Accademia attiva a Pavia dal
1842, a seguito del legato testamentario di Defendente Sacchi, noto poligrafo e conoscitore d’arte,
che con la sua donazione diede il primo impulso a quella che fu una feconda fucina di talenti: dai
fratelli Trécourt a Federico Faruffini, da Pasquale Massacra a Tranquillo Cremona, fino a Giorgio
Kienerk, ultimo direttore della Civica Scuola di Pittura di Pavia dal 1905 al 1934.
Accanto ai pregevoli prodotti della scuola artistica locale, si affiancano le raffinate scelte
collezionistiche dei coniugi Morone - confluite nel 2001, grazie a una esemplare donazione, nelle
raccolte civiche del Castello Visconteo di Pavia – che consentono una puntuale
documentazione della pittura italiana tra Otto e Novecento prediligendo soprattutto i pittori
legati alla scuola francese: da Boldini a De Nittis, a Zandomeneghi.
Temi conduttori scelti per la mostra casertana sono il paesaggio e la donna: due soggetti in
grado di offrire, come pochi altri, chiavi di lettura e lenti d’ingrandimento attraverso cui indagare le
tante novità di quella stagione artistica.
Sul finire dell’Ottocento il paesaggio si trasforma in “teatro di emozioni” e dall’osservazione en plain
air – che scalzerà la tradizionale trascrizione mimetica della realtà per cogliere la fuggente
impressione di una visione, attenta alle mutevoli suggestioni della luce e del colore – si giunge alla
forza evocativa della pittura simbolista, in cui realtà ed immaginazione concorrono all’espressività
pittorica dei sentimenti.
Dai paesaggi cittadini di Angelo Inganni e Francesco Trécourt la mostra dunque ci conduce alle
prime prove d’impronta macchiaiola di Vincenzo Cabianca, alla sperimentazioni divisioniste di Vittore
Grubiey de Dragon, alla pittura - attenta ai passaggi cromatici e alla resa dell’atmosfera - di Serafino
Macchiai, il terzo “italiano di Parigi” accanto a De Nittis e Zandomeneghi, fino ai paesaggi di montagna innevati di Oreste Alberini.
Nello stesso lasso di tempo il diversificato repertorio del ritratto femminile ratificherà, nella innovativa
trattazione del soggetto, una rivoluzione del tessuto sociale in cui la borghesia e l’ideologia
progressista giocano un ruolo dominante. La signora con bincolo di De Nittis e le numerose donne
in lettura (nelle opere di Luigi Trécourt o di Leonardo Bazzaro o nel Ritratto di Carla Morone in
lettura di Mario Acerbi) mostrano la partecipazione della donna alla vita salottiera e mondana ma
anche la sua emancipazione culturale.
In mostra, i volti, i sentimenti, i gesti delle donne si succedono, proponendo un catalogo di figure
femminili di grande fascino secondo un percorso creativo che, passando attraverso l'iconografia
intimista di Federico Zandomeneghi - capace pur nel contesto della rivoluzione impressionista di
mantenere una forte individualità che ripropone con vigore l'ipotesi di un impressionismo italiano
dotato di una propria fisionomia - giunge all'alternativa divisionista e poi simbolista di Plinio Nomellini
e Giorgo Kienerk.
Ecco allora esposte a Caserta le donne còlte nelle fatiche quotidiane di Angelo Tommasi e di
Dall'Oca Bianca, che in Donna che che cuce mostra ormai matura una nuova esperienza pittorica
attraverso la pratica della fotografia; e ancora gli olii e i pastelli - come Donna nuda coricata, La
toilette, il Busto di ragazza nuda o la singolare e affascinante Roussott - in cui Zandomeneghi si
sofferma sulla figura femminile con un'intonazione carezzevole ed affettuosa, senza nulla
concedere al voyerismo.
Ecco l'impressione temporanea, pallida e tremolante delle pitture scapigliate di Daniele Ranzoni -
che traccia volti di giovani donne minute dagli atteggiamenti naturali e colloquiali - affiancate alla
bellissima Lucilla di Nomellini, dallo sguardo intenso e fuggente (opera che venne esposta nella sala
personale dedicata al pittore nella Biennale di Venezia del 1920) in cui l'artista livornese,
avviluppando il corpo e il volto della donna in una vegetazione rigogliosa, sembra volerla cogliere in
un momento di metamorfosi con l'elemento naturale, sorta di trasfigurazione dal sapore simbolista;
mentre, infine, saranno sempre tre figure femminili enigmatiche quanto affascinanti, nel trittico
dedicato all'Enigma umano, a rappresentare nell'opera di Kienerk il Dolore, Il Silenzio e il Piacere.
Informazioni: ENTE PROVINCIALE PER IL TURISMO CASERTA: tel: 0823 55001/3222233, fax: 0823 326300 -
info@eptcaserta.it
UFFICI STAMPA
Per l’ambito nazionale
Villaggio Globale International Antonella Lacchin – Rachele Gibin 041 5904893 / 335 7185874 a.lacchin@villaggioglobale.191.it
Maria Beatrice Crisci 339-5454974 mariabeatrice4@gmail.com
Per l’ambito regionale
Susanna Savastano 335 498816 susannasavastano@virgilio.it
Vernissage per la stampa della mostra venerdì 19 dicembre 2008, ore 11.30
Sala Conferenze Ente Provinciale per il Turismo Reggia di Caserta
Reggia di Caserta
via Giulio Dohuet, 22
Orario: Dalle ore 8.30 alle ore 19.30, ultimo ingresso alle ore 19.00. La mostra resta chiusa il MARTEDI’.
Biglietti: Il biglietto di ingresso alla mostra comprende la visita agli appartamenti reali del ’700 e ’800 e la visita della
mostra “Terraemotus”. Intero: € 4,20 - Ridotto: visitatori di età compresa tra 18 e 24 anni € 2,10 - Gratuito: (visitatori
sotto i 18 anni e sopra i 65 anni). I possessori ARTECARD hanno diritto ad uno sconto.
Biglietteria: Arethusa s.r.l. tel. 0823/44.80.84, fax 0823/22.08.47- caserta@arethusa.net