Design Ultrapoverissimo. In mostra una selezione di 40 progetti con un design in cui viene negato ogni elemento di ricchezza esteriore nei materiali e nella lavorazione. Il suo lavoro ha radici nella "tecnica povera" teorizzata dal designer nei primi anni '70 attraverso i laboratori fatti in collaborazione con gli abitanti del Rione Traiano a Napoli.
Triennale Design Museum presenta Design Ultrapoverissimo di Riccardo Dalisi, a
cura di Silvana Annicchiarico, direttore del museo.
In mostra una selezione di quaranta progetti di Riccardo Dalisi che rientrano
nella poetica del “design ultrapoverissimo”. Con questo termine, Riccardo Dalisi
indica un design in cui viene negato ogni elemento di ricchezza esteriore nei
materiali e nelle tecniche di lavorazione.
Il Design Ultrapoverissimo si caratterizza per un legame con la manualità, per la
semplificazione delle forme e per il basso costo.
Questo design ha le sue radici nel Design Radicale degli anni settanta e nella
“tecnica povera” teorizzata dal designer nei primi anni settata attraverso i
laboratori fatti in collaborazione con gli abitanti del Rione Traiano a Napoli.
Dalisi ha sempre amato lavorare con materiali poveri, come cartapesta, legno
abbandonato, ferro grezzo, latta, rame, in cui individua un grande valore
comunicativo e una preziosità intrinseca. Propone un ritorno alla manualità che
si pone in contrasto con la meccanizzazione e l’omologazione produttiva,
formulando modalità espressive inedite e attribuendo un valore aggiunto agli
oggetti d’uso.
Vassoi, centrotavola e contenitori assumono così una nuova valenza attraverso
la semplificazione delle linee e il recupero della figurazione, della decorazione,
del segno e del colore.
Riccardo Dalisi nasce a Potenza e vive a Napoli. Di Napoli ha fatto il suo
quartiere generale per truppe di varia natura e dimensione. La prima truppa
marcia da tempo verso l’architettura con opere e riconoscimenti vari. Una
seconda truppa, con a capo Pulcinella e con Totò come secondo in campo,
marcia nel design con speciali accampamenti dal nome di “Design
ultrapoverissimo” e di “Opera buffa del design”, entrambi armati di tutto punto
di caraffe e caffettiere, cucchiaini, forchette e forchettoni. Una terza
compagine si destreggia nel mondo della scultura con guerrieri, spade, lance e
poi Madonne con e senza Bambini. Una quarta ancora è munita di pennelli,
pennarelli, pennelloni e pennellacci con colori contundenti che si mescolano,
gocciolano e giocano variamente. Una quinta colonna è composta di pupazzi,
pupazzelli che creano popoli e popolini e tante altre cose nominabili, quasi
sempre. Una sesta compagine è la scrittura fatta di parole vaganti, segni,
segnali. Ora è anzianotto però prosegue nella sua marcia nel sociale partita tra i
bambini di strada del rione Traiano (1971-1975), continuata con gli anziani di
Ponticelli (1977) e giunta oggi al rione Sanità con il laboratorio “Progettazione e
compassione”. La decrescita oggi comprende tutto, passato, presente e,
soprattutto, futuro.
Ufficio stampa
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Inaugurazione mercoledì 17 dicembre, ore 18.30
Triennale Design Café
Triennale Design Museum
Viale Alemagna 6, 20121 Milano
Orari di apertura degli spazi espositivi: Martedì - Domenica 10.30-20.30
La biglietteria chiude alle ore 19.30
Lunedì chiuso