I codici minati/Exlibri. Fusca intende attraverso la parodia e la ricomposizione di frammenti di memoria, denunciare il dramma ironico della cultura attuale sottolineandone i disagi.
Mostra personale a cura di Luigi Paolo Finizio e Graziano Menolascina
Fusca intende attraverso la parodia, la ricomposizione di frammenti di memoria, denunciare il dramma ironico della cultura attuale, sottolineandone i disagi.
La storia si auto lacera, la sensualità Barocca delle opere precedenti muta in un “Espressionismo Distruttivo” che esibisce in primo piano lacerazioni e bruciature che simboleggiano la perdita dei valori, ma sostanzialmente di identità storica.
Le battaglie scompaiono, il tempo diventa non tempo, i cavalieri, i cavalli un lontano ricordo per l’artista.
E’ tutto da ricucire, da riassemblare, bisogna ricominciare per acquisire valori, ideali divorati nel tempo e dal tempo.
Fusca attinge con foga e disinvolte ironia a un fondo di sembianze figurate, di segni e icone che nella storia e nella sua memoria hanno animato e dislocato gli assetti compositivi.
In pittura e variamente nelle arti plastiche egli sommuove una linfa generica d’immagini divenuta pure di consumo iconografico, di istoriazione per ogni ordine di apparati figurativi tra frontespizi, cartigli, fondali e scenografie.
Parabole visive insomma evocate e consumate attraverso stilemi variabili di pittura e scultura. Questo gioco consapevole di scambi iconografici messo in atto da Fvsca negli smistamenti figuranti e decostruenti non esce mai dal campo dell’arte.
All’interno del suo studio, la pittura, nel gioco di memoria che la genera e consuma, che la dissemina e corrode, che la scambia e frantuma nei propri termini di immagine, continua a farsi arabesco di se stessa seppure nel decoro disfatto del proprio tessuto immaginativo. E sia detto per questo ciclo di opere di pittura-non pittura, Fusca dispiega nel visivo un dispositivo coinvolgente la sua stessa vicenda espressiva in pittura. A seguirla dentro l’attuale proporsi, nei lacerti cui è arrivata, le frequentate istituzionali realtà immaginative di natura e di storia si sono piegate e dissolte all’azione vorace e assimilante del segno corrivo: quando non sono altro che il frutto del gesto che trova e svolge distratto o involontario.
Opening 14 gennaio ore 19
Istituto Portoghese di Sant'Antonio IPSAR
via Dei Portoghesi, 6 Roma
Dal martedì alla domenica 16.00-20.00