In occasione della presentazione del volume "Harald Szeemann, with by through because towards despite", il Museo d'arte Mendrisio dedica una mostra al lavoro del curatore, esponendo modelli, oggetti, video, proiezioni, manifesti, cataloghi, fotografie, lettere ed altro, provenienti in gran parte dall'Archivio personale di Maggia e dal Museo del Monte Verita', Casa Anatta, creato dallo stesso Szeemann. A cura di Simone Soldini.
a cura di Simone Soldini
Venerdì 16 gennaio ore 17.00: presentazione del volume Harald Szeemann, with by through because towards despite di Harald Szeemann, Tobia Bezzola e Roman Kurzmeyer.
Harald Szeemann (Berna 1933 – Locarno 2005) è stato uno dei protagonisti dell’arte contemporanea del secondo dopoguerra. Celebrato come “Il re delle esposizioni”, a partire dagli anni Sessanta egli ha radicalmente cambiato il modo di concepire, organizzare e allestire una mostra d’arte. Conferendogli nel 2000 il prestigioso Premio Max Beckmann, la giuria definì alcune sue mostre come eventi storici e le collocò sullo stesso piano del celeberrimo Armory show. Dal momento della scomparsa, la sua figura e la sua opera sono state tema di mostre, conferenze, celebrazioni e anche di diversi studi, i quali hanno sottolineato la forte influenza da lui esercitata sul mondo delle arti contemporanee; e questo pur seguendo un percorso particolarissimo e del tutto marginale rispetto ai canoni espositivi tradizionali.
Nel 2007, Tobia Bezzola e Roman Kurzmeyer hanno ultimato un poderoso studio (Harald Szeemann with by through because towards despite) che ripercorre nei minimi dettagli e attraverso documenti e fotografie la storia delle esposizioni di Szeemann. In occasione della presentazione del libro (16 gennaio, ore 17.00) da parte di uno dei curatori del volume, Tobia Bezzola, conservatore del Kunsthaus di Zurigo, il Museo d’arte Mendrisio dedicherà nei suoi spazi una mostra al lavoro di Szeemann, esponendo modelli, oggetti, video, proiezioni, manifesti, cataloghi, fotografie, lettere ed altro, provenienti in gran parte dall’Archivio personale di Maggia e dal Museo del Monte Verità, Casa Anatta, creato dallo stesso Szeemann.
Terminati gli studi parigini con un dottorato sulla grafica dei Nabis, a soli 27 anni Harald Szeemann venne scelto alla guida della Kunsthalle di Berna, divenendo il più giovane direttore di un istituto museale. Dal 1961 al 1969, sotto la sua direzione, la Kunsthalle si profilò come uno fra gli spazi culturali più dinamici e all’avanguardia. In un crescendo di iniziative, l’opera di Szeemann in veste di direttore della Kunsthalle culminò con la mostra When attitudes become form. Si trattò di una vera e propria legittimazione delle nuove correnti artistiche (arte concettuale, minimal, environment e land art, happening…) che determinò un radicale cambiamento di rotta nel modo di organizzare le mostre e nell’utilizzazione degli spazi museali. La mostra ebbe enorme eco e uno strascico di polemiche che comportarono la decisione da parte di Szeemann di lasciare la carica di direttore.
Tra il 1969 e il 1972, venne chiamato come curatore indipendente da importanti musei europei, un periodo d’intenso lavoro che terminò con la vastissima Documenta 5 di Kassel (1972), dove trovava compimento la linea espositiva avviata negli anni bernesi. L’esperienza di Kassel maturò in lui un radicale ripensamento sulla figura del curatore di mostre. Con la mostra Grossvater, ein Pionier wie wir, che organizzò nel suo stesso appartamento di Berna, cominciò a mettere le basi per questa nuova figura di creatore di mostre. Nacque l’Agentur für geistige Gastarbeit (Agenzia intellettuale per il lavoro straniero) e prese forma in breve tempo l’idea di un Museo delle Ossessioni; un museo immaginario, senza fissa dimora, concentrato sulle sue meditazioni, filo conduttore d’ora in poi dei suoi progetti. A partire dalla seconda metà degli anni Settanta, l’Agentur e il Museo delle Ossessioni costituirono immancabilmente i principi base della sua attività, perseguita in piena autonomia.
È precisamente in questo senso che il suo percorso resta un fatto straordinario: al di fuori di una funzione istituzionale, indipendentemente, egli è riuscito a creare esposizioni di grande risonanza, in istituti e occasioni di prestigio. Dagli anni Ottanta fino alla sua morte, egli è stato ideatore e curatore di innumerevoli mostre di richiamo internazionale, spesso presentate in diverse sedi museali europee. Solo per citarne alcune, ricordiamo: Aperto 80 alla Biennale di Venezia, Der Hang zum Gesamtkunstwerk, al Kunsthaus di Zurigo, De Sculptura, al Palazzo della Fiera di Vienna, Zeitlos, al Museo d’arte contemporanea di Berlino, Svizzera visionaria al Kunsthaus di Zurigo, le Biennali di Lione (1997), di Venezia (1999-2001), di Siviglia (2004), oltre a mostre monografiche su alcuni maestri dell’800 e ‘900 (Delacroix, Victor Hugo, Baudelaire, Ensor, Duchamp, Fautrier…) e su alcuni dei maggiori autori del secondo dopoguerra (Beuys, Naumann, Serra, De Maria, Twombly, Polke, Klein, Merz…).
Nel Ticino, Harald Szeemann trascorse un periodo importante della sua vita; al Ticino dedicò alcune sue iniziative espositive, fra cui una fondamentale: Monte Verità; mostra che rimase, con la creazione del museo Casa Anatta e fino alla fine, una storia d’amore.
Museo d’arte Mendrisio
Piazza San Giovanni, Mendrisio
martedì-venerdì, 14-17; sabato e domenica 10-12 / 14-17
ingresso libero