La casa dell'ospite. Un'installazione temporanea in occasione di Arte Fiera vede i due artisti relazionarsi con un edificio in degrado. L'evento e' supportato dalla Galleria Lipanjepuntin di Trieste.
Nella sua realtà vissuta il muro e’ già fortemente intriso di significati. Il tessuto e’ l’altro muro, la vita altra.
La percezione dell’immagine urbana si trasforma a partire dalla relazione che abbiamo con essa.
L’intervento proposto mette in atto il gioco di scambi nello spazio e lo reinventa nel narrato dei suoi abitanti.
Il preesistente e’ la struttura architettonica portante sulla quale il tessuto interviene quale elemento relazionale che mostra l’altro tempo urbano.
L’arte esibisce la percezione dell’immagine in quanto acustica, esito della relazioni di chi abita i luoghi .
Il gesto artistico ridisegna il percorso con la leggerezza della stoffa che si fa trama ideale del ripensamento, come le tracce di un sarto che posa il gesso per la sinopia dell’imbastitura.
Buchi neri, (le finestre e le porte) allineati sui diversi piani dell'edificio, fungono da cardine-pretesto per umanizzare l'attimo della modificazione creando in tal modo relazioni differenti ed imprevedibili, (legame interno delle famiglie che abitano i diversi appartamenti in relazione al passaggio aleatorio e casuale che il tessuto ridisegnera'sulla facciata esterna) facendone oggetto altro. Senza soluzione di continuità la materia stoffa circuisce l’interno e l’esterno dell’edificio, rendendo un senso di organicità che ne sovverte la dimensione spazio temporale, alimentando forme preesistenti di nuova linfa vitale.
Di volta in volta l’adattabilità dell’intervento dipendera' dal carattere dell’edificio scelto, dal contesto urbano e dall’interazione che si attiverà con i suoi abitanti, fino a prevedere anche la possibilità di riattivare la memoria di luoghi abbandonati. Il motivo della passamaneria può creare i legami più svariati che partono dalla semplice facciata, e relativo interno, fino all’unione di più edifici.
Queste brevi considerazioni sono il presupposto teorico alle piu' recenti installazioni di Stefano Scheda e Devis Venturelli denominate “La casa dell'ospite“ che hanno avuto il loro inizio nell'ambito della manifestazione Innovetion valley a Bassano del Grappa promossa da Fuoribiennale, e sviluppate su edifici di diversa tipologia e carattere architettonico. Il sito individuato per l'installazione temporanea in occasione di Artefiera 2009 e' la cosiddetta “Casbah'' di Via Stalingrado, anche per la forte connotazione sociale e simbolica. Tale condominio, con la presenza di inquilini di provenienza multietnica, e' collocato in in zona Fiera, punto nevralgico della città.
Osservare la casa dall’auto nel percorrere la via in direzione del centro usciti dall'autostrada, evidenzia il senso di degrado dell'edificio, recintato come fosse un carcere, recluso in se stesso. Una sorta di resistenza-memoria anche nell'ottica del suo previsto e annunciato abbattimento.
L'evento e' supportato dalla Galleria Lipanjepuntin di Trieste, che lo rappresentera' in Arte Fiera presso il pad. 18 stand C/34.
in collaborazione con Fuoribiennale , Vicenza
sponsor: Lanificio Bonotto, Molvena
Edificio Casbah
via Stalingrado 86-90 - Bologna