L'artista proporrà un lavoro appositamente realizzato per questa occasioneespositiva.
mostra personale di Elena Cologni.
L'artista proporrà un lavoro appositamente realizzato per questa occasione
espositiva, la mostra sarà accompagnata da un catalogo bilingue contenente
interventi di Elena Cologni, Collin Blakemore, Roberto Daolio, Elio
Grazioli, Martin Kemp, Marina Wallace.
"PRIVATE PUBLIC PERCEPTIONS è una installazione video una versione della
quale avevo 'performato' dal vivo al Toynbee Theatre a Londra il 21 ottobre
2001 e presentato in ambito accademico al PARIP Simposio alla University of
Bristol il 10-11 novembre 2001 con un'intervento intitolato: 'Private
action becoming public. A practical investigation on the performer's
reactions to the environment.'
Il contesto in cui il lavoro si colloca è il rapporto corpo-ambiente
(milieu): come questo influenza la percezione di me stessa nel presentare
un pezzo (riflessione stimolata dall'evento alla Tate nel marzo 2001). Il
deprivarmi della vista temporaneamente ha aumentato la mia fragilità , ma
allo stesso tempo capacità di entrare a contatto con l'esterno dall'interno
attraverso il tatto.
Il bisogno di fare questa azione deriva dall'urgenza di riposizionare me
stessa in un particolare ambiente (sociale, fisico).
Il modo in cui registro le informazioni sui luoghi è soggetto al
cambiamento delle condizioni dei diversi contesti; inoltre attraverso la
giustapposizione di azioni presente e passata, la dimensione
spazio/temporale di transizione emerge, sovrapponendosi a, e diventando,
quella del momento di fruizione dell'audience.
Esplorando l'ambiente attraverso il senso del tatto con le mie mani con gli
occhi bendati, registro le informazioni di quello spazio fino ad allora
conosciuto attraverso la vista. Associo un colore ad una sensazione
tattile, in due diverse situazioni: a casa senza audience e nel teatro di
fronte ad un audience."
"Ho selezionato alcuni frammenti in rapporto al lavoro PUBLIC PRIVATE
PERCEPTIONS, presentato il 21 ottobre 2001 al Toynbee Theatre a Londra e il
16 marzo 2002 alla Galleria Neon a Bologna. Questa raccolta ha lo scopo di
fornire diversi punti di vista, scientifico, storico, critico, da cui
guardare l'opera che è equidistante e indipendente da tutti.
Negli ultimi anni, la mia ricerca si è evoluta nutrendosi di vari stimoli
tra cui: il concetto dello sguardo, 'le regard', di Jacques Lacan; il
concetto di Chiasmo di Merleau-Ponty. In particolare, il rapporto tra Lacan
e Merleau-Ponty nella riflessione sul rapporto soggetto-oggetto della
visione (già presente in Sartre) è stato estremamente stimolante per la mia
produzione artistica. Condivido la collocazione di queste teorizzazioni
all'interno dibattito esposto da Martin Jay in Downcast Eyes sulla critica
al sistema, da lui definito, ocularcentric (oculo-centrico) della filosofia
occidentale, critica di cui anche Debord, Barthes, Foucault, Derrida si
possono dire esponenti. Il modo in cui Jonathan Crary approfondisce
storicamente l'evoluzione del ruolo dello spettatore anche in rapporto a
questi concetti, mi ha portato a capire l'importanza degli aspetti
fisiologico e neurologico del vedere.
Uno degli effetti che la citata riflessione Lacan/Merleau-Ponty ha avuto
sul mio lavoro si è manifestato nella ricerca continua di soddisfare
l'irrealizzabile paradossale desiderio di mettermi nella posizione
dell'Altro da cui guardare me stessa per poi trovare nello spazio
intermedio 'transitorio' una condizione di 'stabilità '."
Inaugurazione sabato 16 marzo ore 18.00
galleria neon
via de'Bersaglieri 5/b
I-40125 Bologna