Galleria Ca' di Fra'
Milano
via Carlo Farini, 2 (secondo cortile)
02 29002108 FAX 02 29002108

Luigi Ghirri
dal 4/2/2009 al 13/3/2009
Lun-Sab 10-13, 15-19

Segnalato da

Manuela Composti



approfondimenti

Luigi Ghirri



 
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4/2/2009

Luigi Ghirri

Galleria Ca' di Fra', Milano

Polaroids. "Con la fotografia, Ghirri ha raccontato il suo mondo, quello interiore. L'immagine del paesaggio diventa una scusa e una metafora per narrare qualcosa di piu' profondo. I luoghi quotidiani sono delle porte temporali, in cui tutti noi entriamo con il nostro bagaglio di sentimenti e ricordi." (C. Composti)


comunicato stampa

La Galleria Ca’ di Fra’ inaugura la stagione espositiva 2009 con una mostra importante e preziosa: Luigi Ghirri – POLAROIDS.
Importante, perché Luigi Ghirri (Fellegara 1943-Roncocesi 1992) è tra gli autori indiscussi nel panorama della fotografia contemporanea italiana. Preziosa, perché non è facile vedere le Polaroids di Ghirri, un aspetto molto importante e significativo della sua produzione. Dal 1979 Ghirri inizia ad usare anche la Polaroid 600 (oltre a una Mamya con dorso Polaroid).

Lo stesso anno, ai “Rencontres” di Arles, i lavori di Ghirri sono notati da Manfred Heiting, al tempo direttore della Polaroid Intl. di Amsterdam. In quel periodo, la Ditta Polaroid invitava vari fotografi per utilizzare una foto-camera sperimentale, la Giant Camera Polaroid, che produceva foto Polaroid giganti, di formato 50x60cm. Ghirri fu invitato nella sede centrale per due anni - 1980-1981 – e rifornito periodicamente di modelli Polaroid da provare. Qui nasce la serie “Amsterdam 1981”, versione “ingigantita” della serie “Still-Life” (1980) che scattava in piccolo formato, in Italia.

Non bisogna tuttavia considerare l’uso della macchina Polaroid 600 come un caso isolato o sperimentale per Ghirri: era un mezzo espressivo per i suoi “racconti visivi” (“Roma” 1979, “Identikit” Modena 1980) esattamente come le altre macchine fotografiche reflex che usava. Anzi, ancor più forte l’effetto straniante del narrare una quotidianità di luoghi e oggetti, estrapolati dal loro contesto, che diventano “altro” da sé stessi per essere specchio di una realtà ormai divenuta fantasia, ricordo, rimando, grazie all’immediatezza da “carpe diem” del mezzo Polaroid.

Prova del suo approccio intellettuale e concettuale all’arte e alla fotografia: “…I mobili sottratti all'atmosfera che regna nelle nostre case ed esposti all'aperto suscitano in noi un'emozione che ci fa vedere anche la strada sotto una luce nuova….Immaginiamoci una poltrona, un divano, delle seggiole, radunate…nelle praterie anonime della lontana America. Per contrasto anche l'ambiente naturale tutto intorno assume un aspetto prima sconosciuto... » (Giorgio de Chirico, da “Statues, meubles et généraux” 1927)

Con la fotografia, Ghirri ha raccontato il suo mondo, quello interiore. L’immagine del paesaggio diventa così una scusa e una metafora per narrare qualcosa di ben più profondo. I luoghi quotidiani sono delle “porte temporali”, in cui tutti noi entriamo ogni volta con il nostro bagaglio di sentimenti e ricordi. L’approccio “poetico” al paesaggio italiano, di cui diviene indiscusso interprete, è anche la sua inconfondibile cifra stilistica. La sua lettura nasce dall’anima, prima che dagli occhi, con cui scopre (o ri-scopre) la quotidianità dei luoghi e degli oggetti semplici, registrati con la macchina fotografica, sia essa Polaroid o reflex… “…Perché fotografare è soprattutto rinnovare lo stupore…” come lui stesso sosteneva.

E’ come guardare le metafisiche “Piazze d’Italia” di Giorgio De Chirico: senza tempo, senza presenze umane, in cui tutto è immobile ed il tempo si è fermato. Si crea così un senso d’enigma, malinconia e spaesamento. Il vero artista riesce a tradurlo in immagini. Inquietanti e allo stesso tempo attraenti. Come i “paesaggi mentali” di Luigi Ghirri. (Claudio Composti)

Inaugurazione giovedi 5 Febbraio ore 18

Galleria Ca' di Fra'
via Carlo Farini, 2 Milano
Orari galleria: Lun - Sab 10-13 15-19
ingresso libero

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