Quadriquadri. In questa rassegna vengono proposti i suoi ultimi lavori, caratterizzati da uno stile ben riconoscibile, la cui realizzazione fa riferimento a un tipo di "grammatica" ascrivibile all'Arte Optical.
a cura di Carlo Pesce
QUADRIQUADRI è il titolo di questa mostra di Massimo Salvadori, artista casalese, attivo nel mondo dell’arte dagli inizi degli anni Novanta. In questa rassegna vengono proposti i suoi ultimi lavori, caratterizzati da uno stile ben riconoscibile, la cui realizzazione fa riferimento a un tipo di “grammatica” ascrivibile all’Arte Optical. Nel suo caso si tratta di composizioni basate su rigorose strutture geometriche nelle quali sono stese campiture di colore piatto che determinano sensazioni ottiche di movimento ottenute con l’applicazione della matematica alla realtà.
L’ESATTEZZA DELLA REALTÀ di Carlo Pesce.
L’Optical art di Massimo Salvadori ha la peculiarità di non rendere possibile un’interpretazione univoca poiché essa è come la matematica che, pur avendo un’unica soluzione, offre varie possibilità di ragionamento. Infatti, i lavori di Salvadori non si leggono mai osservandoli da un unico punto di vista percettivo e le sensazioni, totalmente individuali, sono differenti fra loro. Talvolta si ha l’idea di un movimento che si impone dal basso verso l’alto, altre volte sembra che l’immagine affiori risalendo dal centro della superficie pittorica distendendosi su di essa.
Ciò che Salvadori analizza con il suo lavoro è la realtà. Egli ha assunto come proprio punto di partenza i postumi di una riflessione tardoromantica, riflettendo sul rapporto tra individuo e mondo che lo circonda. In fondo, tutto è rapportabile a uno schema misurabile: individuato e stabilito un canone è soltanto una questione di rapporti.
In questa maniera si realizza uno spazio sfruttando un processo creativo basato sulla ripetizione di un modulo geometrico. L’arte diventa espressione matematica e si fonde su un rigore ineccepibile. L’occhio percepisce un’immagine trasmettendola al cervello, ma la visione non si risolve in una sola immagine, ma in una sequenza di immagini determinata da un ritmo. La capacità di tali immagini di associarsi può avvenire nella sequenza stessa, nello spettatore, oppure esternamente a lui, determinata da meccanismi ottici e luminosi. Ciò che sottostà a tali ricerche è un preciso rigore scientifico messo in atto attraverso l’utilizzo di elementi geometrici semplici – ma anche complessi – e una precisa conoscenza delle teorie del colore e della percezione visiva.
Il bianco e il nero rivestono un valore assoluto nell’arte di Salvadori. È a questi ultimi che spetta il compito di definire le forme. Quindi ecco i colori, piatti, in contrasto simultaneo tra loro. Le forme divengono sempre più complesse e pongono allo spettatore molteplici interrogativi. Ciò che si ha davanti non è solo un quadro, è un dispositivo estetico complesso la cui conoscenza presuppone la conoscenza dei codici costruttivi.
Partendo da questi elementi semplici si arriva a suggerire sulla piatta superficie effetti ottici tridimensionali ottenuti attraverso la strutturazione del piano secondo sofisticate e sempre più complesse regole percettive. In questo caso l’oggetto artistico è il risultato di un progetto la cui realizzazione presuppone una precisa operazione manuale, ben lontana dall’intervento della tecnologia industriale.
Galleria Costanzo
via Benvenuto Sangiorgio 4 - Casale Monferrato (AL)