Galleria Raucci/Santamaria
Napoli
corso Amedeo di Savoia, 190
081 7443645 FAX 081 7442407
WEB
Due Mostre
dal 12/2/2009 al 23/7/2009
dal lunedi al venerdi 11 - 13,30 e 15 - 18.30

Segnalato da

Galleria Raucci/Santamaria


approfondimenti

Herve' Ingrand



 
calendario eventi  :: 




12/2/2009

Due Mostre

Galleria Raucci/Santamaria, Napoli

Showroom presenta esempi di arte applicata dal 1900 al 2000: ceramiche vetri e metalli di alcuni autori cosi' come mobili ed oggetti realizzati da designers e industrie italiane. L'opera di Herve' Ingrand e' il risultato di un processo in continuo divenire, che, dal 1994, si e' sviluppato attorno alla rappresentazione del proprio Atelier, luogo fisico di creazione e ispirazione, ma, al tempo stesso, luogo mentale trasfigurato in opera d'arte.


comunicato stampa

Molte volte consideriamo con sufficienza gli oggetti funzionali che ci circondano o quelli che acquistiamo per il semplice gusto decorativo. Questi oggetti in verità sono, anche se non soddisfano il nostro gusto, il risultato di una sedimentazione legata ai cambiamenti dello stile nel suo processo storico. Essi sono il risultato della creatività ed approccio con la materia e di linguaggio che il designer, l’artigiano o l’artista conferisce ad una particolare forma, sia che essa abbia funzione o che sia solo il prodotto di una ricerca estetica. Questo vale per quelli prodotti industrialmente e per quelli che hanno caratteristiche sperimentali di unicità o di piccola serie. Il fatto che un oggetto risulti più o meno importante di un altro va considerato alla luce della ricerca personale dell’autore e alla capacità di leggere in prospettiva, quindi prima di altri, oppure di trasmutare in estetica le necessità del contemporaneo attraverso la perizia e l’ingegno e l’aderenza della forma ai limiti della materia cha la costituisce. Questa mostra non vuole essere esaustiva sull’argomento o un compendio di oggetti storici degli ultimi cento anni , più volte considerato dagli specialisti del settore, ma piuttosto esprimere il senso ed il sentimento della nostra ricerca e l’affezione particolare per alcuni autori, sia che essi abbiano realizzato prodotti in serie o pezzi unici.

Guardandoli attentamente si scoprono aspetti, da non sottovalutare, tra cui l’importanza storica e l’evoluzione della forma dell’oggetto e le connessioni così strette che questa aveva con quella dell’arte. Questo intreccio di informazione si affievolisce con il tempo e, a torto o a ragione, creerà un distacco tra la ricerca formale artistica e quella degli oggetti, così proficua fino alle fine degli anni 60, e quindi la successiva scomparsa della perizia artigianale e la nascita in forme auliche e poco convincenti di prodotti definiti “artistici”. E’ proprio in questo periodo che si sviluppa e si potenzia la figura del designer tanto da definirne il concetto e da rendere palese il significato di questa parola che oggi ben conosciamo. Sia da un punto di vista sperimentale che di ricerca sino al radical design, nella piccola o grande industria, i designer italiani impongono internazionalmente il proprio prodotto definendo “l’italian style” sino a celebrarlo in tante esposizioni internazionali come quella realizzata dal Moma di New York nel 1972 (Italy - The New Domestic Landscape). Va detto che questo era avvenuto già negli anni 50 ma relativo a piccole produzioni o a quelle definite artigianali, che avevano avuto un massiccia diffusione soprattutto in America, preparando il terreno per la definitiva consacrazione del made in Italy. Sono tanti e tali gli aspetti importanti che gli oggetti esprimono che non basterebbe rammentarli in poche righe: mobili, ceramiche, vetri, plastica, metalli ed altro non possono essere definiti da poche sentenze se non come espressioni di idee, dell’ingegno e del talento creativo di chi ha creduto con umiltà di lasciare una traccia del proprio tempo attraverso la trasformazione di un materiale che definisce la forma.
Umberto Raucci e Carlo Santamaria

Showroom è una mostra che presenta esempi di arte applicata: ceramiche vetri e metalli di alcuni autori così come mobili ed oggetti realizzati da designers e industrie italiane. Per poter dare spazio a parte della collezione la galleria presenterà dal 13 Febbraio sino al 24 luglio esposizioni a scadenza mensile. Per poter essere informati delle nuove esposizioni si prega di lasciare la propria e-mail.

.....................................

Hervé Ingrand
Dal 13 Febbraio al 18 Aprile 2009

“Bene, ci siamo, sono passato alla fase del risparmio energetico,
perfettamente in accordo con il regime ideologico che ci circonda,
anch’io non produco più così tanto, almeno, il meno possibile.
Vi presento dunque la mia nuova esposizione intitolata: EIN, il promemoria”.
Hervè Ingrand

L’opera di Hervé Ingrand (Parigi, 1972) è il risultato di un processo in continuo divenire, che, dal 1994, si è sviluppato attorno alla rappresentazione del proprio Atelier, luogo fisico di creazione e ispirazione, ma, al tempo stesso, luogo mentale trasfigurato in opera d’arte. Attraverso una pittura dalla connotazione narrativa e installativa, l’artista francese ha documentato oggetti, avvenimenti ed azioni che negli anni hanno modificato i suoi studi-laboratorio. Un lavoro basato sulla cristallizzazione del ricordo, come una simbolica e periodica distruzione e ricostruzione. Per la sua terza personale nella Galleria Raucci/Santamaria, Hervè Ingrand ferma temporaneamente il flusso creativo, rieditando la sua opera precedente, proponendo nuove soluzioni formali tratte dalle orme del suo passato.

La Pense-Bête - il promemoria – richiama direttamente l’opera dell’artista belga Marcel Broodthaers che, nel 1964, ingessò un pacco di cinquanta volumi rimasti invenduti del suo omonimo e criptico poema con l’intento di interdirne la lettura. L’invisibilità dell’opera d’arte, degradata ad oggetto, è lo spunto che porta Ingrand ad esporre la rivisitazione di undici tele, primi esperimenti di riproduzione dell’Atelier, multipli di una realtà mai mostrata e che oggi non esiste più. Un impianto ciclico temporale, un promemoria, appunto, in cui la pittura cita e ritrasforma se stessa. L’hic et nunc legato a quei dipinti è svilito, ponendo l’artista (e lo spettatore) di fronte ad un ideale punto di partenza. Un ironico simbolismo di echi e colori, enfatizzato dal ricorrere del numero 1 – principio di ogni inizio -, onomatopeicamente richiamato dal neologismo EIN ripetuto in modo seriale sulle tele. Una parola che ricorda inoltre il suono dell’esclamazione “Cosa?”, ma è anche parte integrante del termine pEINture. Muovendosi sul terreno dei fraintendimenti e dei giochi di parole l’artista imbriglia la mostra in una fitta rete semantico-figurativa. Un Ingrand in parte inedito - nonostante le dichiarazioni di “risparmio energetico” - anche nella grande tela del 2003 “Complot Cabane” (290X350 cm) che completa l’esposizione: la compostezza formale caratteristica dell’artista cede il passo ad un tratto più graffiato e indefinito. Un quadro misterioso, in bilico tra astratto e figurativo, che si svincola dalla ricerca strettamente connessa all’Atelier, che per anni ha atteso la sua occasione espositiva.

Inaugurazione venerdì 13 febbraio 2009 dalle 19 alle 21,30

Galleria Raucci/Santamaria
corso Amedeo di Savoia, 190 - Napoli
Ingresso libero

IN ARCHIVIO [27]
Required Ubiquity
dal 21/5/2015 al 29/6/2015

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede