Uomini & cose. Nel Dicembre del 1932, Ugo Pellis inizia un lungo viaggio di ricerca attraverso la Sardegna, che lo porta, nel volgere quasi ininterrotto di tre anni, a indagare sistematicamente la struttura e le peculiarita' della lingua sarda, per la stesura del celebre Atlante Linguistico Italiano. Le sue fotografie fanno il paio con i meticolosi questionari linguistici che egli impartisce a centinaia di persone: ne scaturisce un ritratto di enormi proporzioni documentarie.
Nel Dicembre del 1932, Ugo Pellis inizia un lungo viaggio di ricerca attraverso la Sardegna, che lo porta, nel volgere quasi ininterrotto di tre anni, a indagare sistematicamente la struttura e le peculiarità della lingua sarda, per la stesura del celebre Atlante Linguistico Italiano. Nel corso del suo lavoro "nobilissimo ma gravissimo", insieme alla moglie Nelda, il filologo friulano visita 123 località diverse dell'Isola, percorrendo a piedi, sul dorso di muli e sulle traballanti ruote d'una Balilla donata dal Duce, migliaia e migliaia di chilometri, col suo carico di album d'illustrazioni, di questionari filologici, di taccuini da campo e di carte geografiche, che lo fanno spesso apparire agli occhi della gente un personaggio misterioso e buffo.
Nel suo bagaglio anche un corredo di lastre fotografiche (poi di pellicole) utilizzate per ritrarre la realtà che circonda il suo universo di parole: uomini e cose che, nell'immaginario dello studioso educato a Vienna e a Innsbruck si configurano all'inizio, come una sorta campionario di archetipi della "mediterraneità"
Durante i tre anni di lavoro, un po' alla volta, il contatto umano e la quotidiana indagine filologica gli permettono di capire la cultura sarda, sempre più dall'interno. Le sue fotografie fanno così il paio con i meticolosi questionari linguistici che egli impartisce alle centinaia di suoi informatori: ne scaturisce un ritratto di enormi proporzioni documentarie in cui immagini di un nitore talvolta inerme, e apparentemente prive di intenti decorativi, riproducono il contesto lessematico e l'articolazione interna del sistema/cultura ricalcandolo idealmente sul sistema/lingua che emerge dal lavoro di ricerca sul campo, attraverso il quale compone il suo Atlante.
Nella sua fotografia di "uomini e cose" c'è però molte volte qualcosa di più di un ritratto: c'è il gusto di mettere in rapporto fra loro i volumi e le forme; c'è il tentativo di restituire le sensazioni prodotte dai paesaggi; c'è la ricerca dell'inquadratura capace di rivelare come le piccole cose rimandino alle grandi, in un gioco sorprendente di miniaturizzazioni culturali; c'è l'assonanza fra l'immagine fotografica e il mondo della poesia e dell'arte; c'è la compassione per il mondo degli umili "che con tutto il loro gergo furbesco non han trovato il modo d'ingannare la miseria, che li sospinge raminghi di piazza in piazza, di strada in strada, di stalla in stalla per un tozzo di pane"; c'è il tentativo di ritrarre l'antico asserragliato nelle sopravvivenze e il moderno che inesorabilmente avanza; c'è il gusto di ritrarre il "bello" di un mondo popolare che egli sente dolorosamente prossimo al tramonto, c'è -in poche parole- oltre al documento, l'arte.
L'esposizione ideata e organizzata dal Museo delle Culture di Lugano è il quarto appuntamento del ciclo "Esovisioni" dedicato alle peculiarità e ai caratteri della visione delle culture nell'opera dei grandi fotografi del Novecento. Al progetto di ricerca e al progetto espositivo hanno partecipato la Città di Udine, la Città di Cagliari, l'Istituto per l'Atlante linguistico italiano dell'Università degli Studi di Torino, la Società filologica friulana di Udine, l'Associazione "vicino/lontano" di Udine".
Immagine: Uomo che pulisce le fave, 1934
Uffici Attività Culturali responsabile dott.ssa Donatella Quendolo
Palazzo Morpurgo - via Savorgnana, 12 3° piano Tel. 0432 414713 e-mail: donatella.quendolo@comune.udine.it
Galleria Tina Modotti Udine
Ex Mercato del Pesce
via Paolo Sarpi Udine
aperta con il seguente orario: da martedì a venerdì 15 – 18, sabato e domenica 10-12 / 15 – 18. Lunedì chiuso
ingresso libero