Sequenze Interrotte, processi d'Irrealta'. Oltre alle bacheche che racchiudono prototipi di diorama, studi, carnets ci sono le tele della serie ''Cecenialand'', ''Sequenze interrotte'' e diverse fotografie.
a cura di Angela Madesani
''Sequenze Interrotte, processi d'Irrealtà'' presenta nella cornice barocca dell'ex chiesa di Santa Chiara in Vercelli, l'ultimo lavoro di Fiorenzo Rosso, ''artista appartato, -come lo definisce Angela Madesani nel testo critico in catalogo- che da oltre trent'anni conduce una ricerca coerente, determinata, anche se silenziosa...''. La frase di Marcel Duchamp ''...se avessi mai praticato l'Alchimia lo avrei fatto nell'unico modo possibile oggi, cioè, senza saperlo...'' apre il percorso espositivo in penombra, illuminato dalla luce azzurrognola di un televisore che trasmette ''in loupe'' il video ''In un paese lontano''. In una notte di neve, compare come in un sogno, dopo una lunga carrellata attraverso il diorama di una cascatella, un cervo.
E' la prima di una serie di ''visioni'' che alternano simbologie della vita e della morte in una proposta di tecniche e di temi come il light-box ''Ultima visione, La caduta'' del 2007, con l'immagine di quello che vede il soldato, f''erito a morte, mentre cade a terra nella battaglia di Bull Run o l'installazione ''La fonte,2008'' , una ''caverna'' di cartone con un clichè-verre retroilluminato che raffigura una sorgente d'acqua.
Oltre alle bacheche che racchiudono prototipi di diorama, studi, carnets ci sono le tele della serie ''Cecenialand'' 2007-2008,''Sequenze interrotte'' 2006-2009 e la fotografia con i ''clichè-verre'', gli ''anaglifi'', ''stereoscopi'' e ''macchine per la visione''. Questa ultima parte che chiude idealmente il percorso con le fotografie stereoscopiche ed il View-Master rimandano sicuramente al Duchamp de l'''Etant donnés'' ma sono anche il tentativo di riportare alla visione di ''una realtà reale'', come se dopo il sogno di una realtà immaginifica, elaborata, virtuale, si ritorni, si ''rinasca'' ad una iperrealtà più ricca ma più ambigua, quindi, aperta a innumerevoli soluzioni interpretative.
Studio Dieci
Il percorso espositivo inizia con una frase di Marcel Duchamp in risposta ad una domanda dell'amico Lebel: ''Se avessi mai praticato l'alchimia lo avrei fatto nell'unico modo possibile oggi, cioè senza saperlo''. Queste parole, forse ambigue, costituiscono il filo rosso che unisce tutte le opere esposte in Santa Chiara a Vercelli. Nella prima saletta, idealmente al buio, il televisore trasmette in loupe un video (''In un paese lontano'', 2009) : in una notte con la neve, compare, come in un sogno, dopo una lunga carrellata attraverso il diorama di una cascatella, un cervo.
E' la prima di una serie di ''visioni'' che alternano simbologie della vita e della morte in una proposta di tecniche e di soggetti come il light-box ''La caduta'' 2007 (l'immagine di quello che vede il soldato, ferito a morte nella Guerra Civile americana, mentre cade a terra nella battaglia di Bull Run) o l'installazione ''La fonte'', 2008 ( una ''caverna'' di cartone dipinto di nero con un clichè-verre retroilluminato che raffigura una sorgente d'acqua). Passando nella seconda sala (la navata centrale) oltre alle bacheche che racchiudono i prototipi dei diorama, gli studi e i carnets, ci sono, allineate in sequenza, le tele della serie ''Cecenialand'', 2007-2008 e ''Sequenze interrotte'', 2006-2009. Proseguendo idealmente il ''viaggio'' ci troviamo di fronte, simmetricamente alla ''caverna'' iniziale della ''Fonte'', al light-box ''L'albero caduto'', 2008 (simbologia della perdita di corrispondenza reciproca fra l'uomo e la Terra). Infine la sala rotonda è dedicata alla fotografia, con gli studi per ''clichè-verre'', gli ''anaglifi'', ''stereoscopi'' e ''macchine per la visione''. Nelle salette laterali si alternano ''cassette ottiche'' ed il video ''Come in un acquario'' super 8 del 1985. Quest'ultima parte ed in particolare le fotografie stereoscopiche ed il ''View-master'' rimandano sicuramente al Duchamp de ''L'etant donnè'' ma sono anche il tentativo di riportare alla visione di una ''realtà reale''. Dopo il sogno immaginifico, elaborato e virtuale, ci si sveglia, ''rinati'' in una ricca ma ambigua irrealtà, aperta ad innumerevoli soluzioni interpretative.
presentazione catalogo Domenica 15 febbraio ore 17,30
Spazio Culturale S. Chiara
Corso Liberta', 300 - Vercelli
Orario: tutti i giorni dalle 17 alle 19,30, sabato e Domenica dalle 10 alle 12,30 - dalle 17 alle 19,30
Ingresso libero