La sua esperienza artistica comincia con paesaggi dalle forme ben delineate e leggibili; ma a poco a poco il colore tende a prendere il sopravvento sulla forma: talvolta e' un solo colore a dar vita a tutta la rappresentazione, piu' spesso pero' sono vari colori a prendere consistenza e a farsi soggetto in quello che l'artista definisce 'paesaggio cromatico'." (Andrea Bolognesi)
Presentazione critica di Andrea Bolognesi
Immergersi nei quadri luce e colore di Domenico Asmone è come trovarsi immersi in una realtà viva e palpabile nella quale il colore assume un'importanza fondamentale nel trasmettere emozioni e sentimenti. Ma i suoi cromatismi non sono casuali o dovuti a una intuizione improvvisa, ma sono il frutto e la logica conseguenza di un lavoro iniziato vari anni fa e proseguito con coerenza e attenzione ad assimilare ed evidenziare quegli aspetti emotivi ed estetici che nel corso della sua ricerca di volta in volta si sono presentati.
Sono i luminosi paesaggi, dipinti dal vero per catturare la luce e i colori, alla base di tutto. Ma è quel gusto del colore, della luce piena, della sintesi del colore inteso come elemento preponderante nella costruzione dell'opera, a stravolgere l'usuale visione della realtà, portando l'artista a fare del colore l'unica rappresentazione del mondo oggettivo che, man mano si procede nel lavoro, diventa sempre più intima e soggettiva, fino a farsi solo rappresentazione delle sensazioni e delle emozioni più profonde e immediate.
La sua esperienza artistica, quindi, comincia con paesaggi dalle forme ben delineate e leggibili; ma a poco a poco il colore tende a prendere il sopravvento sulla forma: talvolta è un solo colore a dar vita a tutta la rappresentazione, più spesso però sono vari colori a prendere consistenza e a farsi soggetto in quello che l'artista definisce "paesaggio cromatico". Da questa fase il passaggio a un cromatismo puro che apparentemente sembra negare ogni riferimento con la realtà oggettiva, è facile e non a caso il pittore comincia a intitolare i suoi quadri con la parola "cromatico" seguita dal colore di volta in volta interessato nella stesura dell'opera (cromatico rosso, verde, blu ecc.).
Ma a ben guardare, anche in queste opere monocromatiche, i riferimenti con la realtà che le ha generate sono evidenti e sono rappresentati dal costante tentativo di recuperare una forma oggettiva o attraverso brevi variazioni di colore, o tracciandola con segni o incisioni, o scavandola nella consistenza del colore stesso. Questa ricerca, che tende ad assumere un carattere tridimensionale interessando anche lo spessore del colore, se da una parte diventa un lavoro di scavo alla scoperta delle ragioni e delle emozioni più profonde che sono all'origine dell'opera, dall'altra non manca mai di riaffermare l'intimo e profondo legame con la realtà. Si può dire, quindi, che anche negli ultimi quadri il soggetto è sempre la realtà (in particolare gli originari paesaggi visti, goduti e assimilati) solo che ora attraverso la sensibilità e la capacità di sintesi dell'artista è diventata incisiva, immediata e percepita nella sua intima essenza: insomma è tornata a essere l'originaria percezione che noi godiamo attraverso i nostri occhi: appunto luce e colore.
Inaugurazione domenica 15 febbraio ore 18
Galleria Valiani
via Cavour, 55 Pistoia
Feriali e festivi dalle 16.30 alle 19.30, chiuso il martedì.