Archeologia bellica viennese. Attraverso immagini commentate, rilievi, progetti realizzati e irrealizzati, viene offerta una panoramica su un aspetto storico, sociale e architettonico per lo piu' ignorato finora: un mastodontico programma di costruzione di oltre 20 torri-bunker di 40-50 metri di altezza.
"I templi incompiuti di Hitler - Archeologia bellica viennese", un inusuale itinerario visivo all’interno di Vienna.
Mostra a cura di Flavia Foradini e Edoardo Conte, promossa da Provincia di Milano/Settore beni culturali, arti visive e musei e Forum austriaco di cultura di Milano. Attraverso immagini commentate, rilievi, progetti realizzati e irrealizzati, viene offerta una panoramica su un aspetto storico, sociale e architettonico per lo più ignorato finora: un mastodontico programma di costruzione di oltre venti torri-bunker di 40-50 metri di altezza.
Una delle torri © ConteDurante la Seconda Guerra Mondiale, Hitler diede il via in Germania e in Austria ad un progetto per dotare Berlino, Amburgo e Vienna di bunker atti ad essere utilizzati come torri per la contraerea, rifugi per la popolazione, infermerie e depositi. Su indicazioni dettagliate dello stesso Führer, ispirate ad identificabili architetture del passato tra cui il Mausoleo di Teodorico, Castel del Monte e Castel Sant’Angelo, il progetto delle torri-bunker venne ideato da un solo architetto, Friedrich Tamms, uno degli artefici delle autostrade tedesche e nel dopoguerra direttore della ricostruzione di Düsseldorf.
Costruite in cemento armato, a tappe forzate con la mano d’opera dei prigionieri di guerra, le torri della contraerea avrebbero dovuto essere convertite dopo la vittoria finale in “santuari nazionalsocialisti“ con la copertura degli esterni in marmo e sovradimensionati simboli nazisti a vista. L’unitario progetto non si limitava dunque ad una funzionalità bellica, e mirava fin dall’inizio ad una permanenza socio-estetica delle sei costruzioni nel tessuto urbano e sociale.
Una delle torri © ConteDopo il 1945, le torri costruite a Berlino e ad Amburgo vennero distrutte con immenso dispendio di mezzi ed energie o subirono radicali rimaneggiamenti. Solo le tre coppie di Vienna (3 torri da combattimento, 3 torri logistiche), sono rimaste pressoché invariate nell’aspetto. E con il loro possente impatto visivo rappresentano un tangibile esempio metropolitano, unico in Europa, della determinazione di un regime a voler fissare a memoria futura la propria autocelebrazione. Mentre altri monumentali progetti architettonici di Hitler restarono sulla carta o incompiuti, come il Reichsparteitagsgelände di Norimberga, o come le faraoniche trasformazioni vagheggiate per Berlino o Linz, al contrario, con la loro massiccia e aggressiva mole, le sei torri della contraerea viennese sono tuttora inserite nel tessuto urbano della capitale austriaca, in forma stridente anche in zone del centro storico.
Una delle torri © ConteLe torri rianimano ciclicamente nel Paese un dibattito sulla loro persistenza, sul loro utilizzo, sul loro futuro, che ha coinvolto artisti come Christo o studi di architettura come quelli di Hans Hollein o di Coop Himmelb(l)au. Anche il sempre maggiore interesse della Soprintendenza alle Belle Arti di Vienna ha portato nel tempo anche ad un nuovo approccio estetico e di tutela a questi edifici.
“I templi incompiuti di Hitler” propone un originale percorso conoscitivo attraverso questo aspetto di Vienna, solitamente celebrata soprattutto per i suoi gioielli barocchi o jugendstil, ma che proprio attraverso le torri della contraerea offre un approfondimento importante del passato recente europeo.
Spazio Guicciardini
via Guicciardini, 6 Milano
Dal lunedì al venerdì 9.30 - 12.30 / 14.30 - 18.30
Sabato e festivi chiuso