Personale di pittura. L'artista milanese, erede della tradizione figurativa lombarda, sceglie la natura come soggetto privilegiato, e la ritrae in tutte le sue innumerevoli suggestioni.
Artefilia, galleria d’arte contemporanea di Torino e nuovo punto di riferimento per collezionisti ed appassionati d’arte, è lieta di presentare una nuova mostra personale di Antonio de Rosa, il pittore milanese, erede della tradizione figurativa lombarda, che ama la natura e la narra nelle sue innumerevoli suggestioni.
La mostra è allestita presso i locali della galleria, in via Barbaroux 40/D a Torino, dall’11 al 18 marzo. Vernissage previsto per il 10 marzo, alle ore 19.30, su invito.
De Rosa, nato a Milano nel 1937, dipinge ed espone sin dalla fine degli anni ’50, maturando una lunga carriera artistica. Presenta le sue opere per la prima volta nel 1958, alla Biennale di Milano, al Palazzo della Permanente. Dopo aver partecipato a varie edizioni della mostra, nel 1968 si trasferisce a Londra, dove conosce i grandi vedutisti inglesi, e dove espone ed insegna acquerello. Tra il 1970 ed il 1985 tiene numerose mostre personali nelle principali città italiane ed estere. Nel 1979 è tra gli artisti segnalati dal Catalogo Bolaffi, mentre nel 1982 è in Spagna per “Il Corriere della Sera” al seguito dei Campionati mondiali di calcio, insieme allo scrittore ed amico Mario Soldati, realizzando i disegni che poi illustreranno il volume di Soldati “Ah, il Mundial”, edito da Rizzoli. Pochi anni più tardi lascia Milano per la pace della campagna lodigiana, ed apre il suo atelier nella settecentesca Villa Litta, ad Orio Litta. Qui, ispirato dal paesaggio e dalla luce in cui è immerso, realizza opere di grande formato aventi come tema le vigne ed i campi di granoturco. Nel 1993 è invitato in Arabia Saudita per realizzare affreschi nei palazzi della principessa Nauaf ben Abdul Aziz, a Jeddah e a Riyadh. Per un breve periodo vive e lavora poi a Cisigliana, un piccolo borgo sui monti della Lunigiana, per iniziare in seguito a Torino un nuovo capitolo della sua esperienza, esponendo in varie sedi, tra le quali il Castello di Grinzane Cavour.
Il grande Mario Soldati, amico dell’artista, definisce così Antonio de Rosa: “un eroe solitario. Ogni suo parto è il frutto di un diverso momento della sua vita, di una nuova ispirazione. Se non inventa, si annoia...”. Ed è dalla natura che l’artista prende spunto, re-interpretando con passione assoluta i “suoi” paesaggi della campagna lodigiana che tanto conosce. Le sue nature sono “nature vive”, vibranti di intensità e colori, di caldo e di sole; un’offerta di doni, le pannocchie ed i frutti, che arrivano a noi attraverso le sue tele, offerta sacra della natura come cornucopie colme della fantasia del pittore.
I quadri esposti esprimono la necessità espressiva dell’artista, arte figurativa per il rispetto e l’amore dovute e garantite ai soggetti delle opere stesse, esaltate ma mai soverchiate dalle tecniche raffinate utilizzate dal De Rosa.
“I singolari viluppi, i veri e propri contorcimenti, quelle forme così estrose, capricciose che la natura inventa del tutto inconsapevolmente [...] sembrano la quintessenza della forza e della capacità creativa e inventiva della natura stessa, la materializzazione, fissata in pose dinamicissime, dello slancio vitale che la natura porta in sé...” dice il critico prof. Willi Beck nel 1998, in occasione della personale dell’artista al Castello Grinzane Cavour.
Non un nuovo talento, questa volta, per Artefilia. La galleria, che solitamente scommette su nuovi talenti, decide di proporre al suo pubblico un “grande artista”, già affermato e conosciuto sul territorio nazionale.
“A chi come noi “uomini d’oggi”, è abituato a perdersi tra milioni di immagini che ci colpiscono ogni giorno; che è influenzato dall’astrattismo contemporaneo, e spinto a trovare a qualsiasi costo un significato in linee e colori a volte insignificanti, Antonio de Rosa fa bene” spiega Elena Filippone, uno dei soci di Artefilia. “Il maestro ci riporta su piani sentimentali meno freddi, ci aiuta a ritrovare la bellezza nelle immagini naturali dei campi di mais, e negli alberi di cachi, scarni come dita scheletriche rivolte ad un cielo che ora è sempre più anelato”.
La mostra resterà aperta presso la sede di Artefilia, in via Barbaroux 40/D a Torino, fino al 18 marzo, visitabile dal lunedì al sabato, dalle 16,00 alle 19,30, o al mattino su appuntamento chiamando il numero 3357787136.
Inaugurazione 10 marzo 2009
Artefilia
via Barbaroux, 40 - Torino
Lu-sab 16-19.30
Ingresso libero