Padiglione d'Arte Contemporanea - PAC
Milano
via Palestro, 14
02 88446359 FAX 02 88446351
WEB
Vanessa Beecroft
dal 15/3/2009 al 5/4/2009
lun 14.30-19.30, mar, mer, ven, sab e dom 9.30-19.30, giov 9.30-22.30, la biglietteria chiude un'ora prima
02 76020400

Segnalato da

Ilaria Maggi




 
calendario eventi  :: 




15/3/2009

Vanessa Beecroft

Padiglione d'Arte Contemporanea - PAC, Milano

La mostra si compone di una nuova performance dal titolo VB65 e 16 video con immagini di opere recenti, come VB61 e VB62, o dei suoi esordi. I drammi dell'immigrazione sono al centro di VB65, la prima performance in cui l'artista utilizza solo uomini. Venti immigranti africani stanno seduti a una lunga tavola come in un'ultima cena, con vestiti formali neri eleganti, ma a volte fuori misura o strappati. L'immagine ha una evidente sacralita' e chiari riferimenti pittorici, ma rimanda anche alla realta' che questi uomini vivono ogni giorno nel nostro Paese. A cura di Giacinto Di Pietrantonio.


comunicato stampa

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A cura di Giacinto Di Pietrantonio

Prodotta dal Comune di Milano-Cultura e da MiArt, in esclusiva assoluta per il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, la prima mostra della grande artista in uno spazio pubblico milanese. Vanessa Beecroft (Genova 1969; vive a Los Angeles) si è formata presso l'Accademia di Belle Arti di Brera agli inizi degli anni Novanta e, come dice il curatore della mostra Giacinto Di Pietrantonio, allora suo professore, “già lasciava intuire le sue capacità artistiche innovative”.

“Una mostra frutto della collaborazione operativa fra Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e MiArt - afferma Alessandro Cappello, project manager di MiArt. Uno sviluppo importante grazie anche al nuovo Assessore Massimiliano Finazzer Flory che ha nel suo programma la collaborazione in un’ottica di sussidiarietà con le diverse realtà che operano a Milano. Un rapporto sinergico che, a partire dalla SFIDA, evento prodotto da MiArt per la 4a Giornata del Contemporaneo 2008, e ora grazie a questa importantissima mostra al PAC, genera iniziative per la valorizzazione e la promozione dell’arte contemporanea. L’obiettivo è riportare Milano ad essere la capitale della cultura italiana e ciò è possibile solo attraverso la collaborazione fattiva tra soggetti pubblici e privati”.

“L’invito rivolto a Vanessa Beecroft - spiega Massimiliano Finazzer Flory, Assessore alla Cultura del Comune di Milano - si inserisce in un nuovo e diverso approccio tra etica ed estetica di cui il PAC si fa carico in nome e per conto della propria vocazione: essere lo spazio di un progetto per l’arte contemporanea. Progetto significa gettare in avanti anche coloro che sono rimasti indietro, porsi dunque la questione di quale integrazione è possibile. L’arte recupera qui una scena anche per il silenzio, lo sguardo, il gesto dove cadono o dovrebbero cadere i muri tra gli uomini. Muri costruiti con parole quali omologazione, conformismo, ipocrisia, ignoranza. In quest’ottica la performance di Vanessa Beecroft si inscrive all’interno di una dialettica tra carne e corpo, tra il possesso della vita e la sua proprietà dove assistiamo a un cortocircuito tra consumi e costumi. Da ciò - conclude l’Assessore - il pubblico non potrà che essere emotivamente coinvolto”.

La mostra si compone di due parti: una nuova performance dal titolo VB65 appositamente ideata per il PAC (che avrà luogo il giorno dell’inaugurazione, lunedì 16 marzo) e 16 video di sue passate performances, tra cui le più recenti VB61 e VB62, ma anche alcune dei suoi esordi come VB16 e VB35, rieditate su dvd e proposte al pubblico in anteprima mondiale. Un’occasione davvero unica e inedita per vedere insieme un così nutrito gruppo di lavori della star italiana dell’arte contemporanea, molti dei quali mai mostrati prima.

La performance VB65 al PAC
I drammi dell’immigrazione sono al centro di VB65, la prima performance in cui l'artista utilizza solo uomini. Venti immigranti africani stanno seduti a una tavola trasparente di dodici metri come a un’ultima cena, con abiti da sera, smoking, vestiti formali neri eleganti, ma a volte fuori misura, strappati, impolverati o vecchi. Di fronte a un pubblico di invitati mangiano carne e pane nero senza piatti, senza posate, e bevono acqua e vino. I commensali siedono silenziosamente durante la performance. Il pubblico appare come ospite non invitato alla loro cena. Mangiano cibo intero, non tagliato. L’immagine ha una sacralità ben evidente e chiari riferimenti pittorici, ma ci rimanda anche alla cruda realtà che questi uomini vivono ogni giorno nel nostro Paese. Il PAC appare come la loro casa in cui noi saremo gli ospiti che non si siedono con loro. Questi uomini sono veri immigrati che arrivarono dall’Africa a bordo di una barca. Verrà chiesto loro di lavorare due giorni interi, preparati anche a comprendere il concetto e il fatto che quest’immagine è una finzione, una metafora e che deve comunicare un certo messaggio al pubblico. È importante che i performers non rompano il silenzio e la tensione tra loro e il pubblico, affinché l’immagine rimanga intatta. Il video dell’opera sarà donato dall’artista alle Civiche Raccolte d’Arte del Comune di Milano.

“Come sappiamo, Vanessa Beecroft ha proposto al mondo dell'arte una serie di performances che affondano le radici nella pittura e nella scultura antica, scegliendo e prendendo per questo all'inizio, ma non solo, performer dalla strada, non alla stregua del neorealismo del cinema italiano, ma piuttosto ispirandosi alla fase successiva, a quel realismo pittorico che fu di Pier Paolo Pasolini. Difatti, le modelle, quasi sempre tutte donne, venivano impiegate anche per fare un commento sul consumo del corpo femminile nella società dello spettacolo contemporaneo che del corpo e della sua estetica ha fatto il centro della riflessione sociale” dice G. Di Pietrantonio. Che si trattasse di un'azione con cui l’arte entra nel sociale è reso evidente anche dalle performances degli ultimi anni in cui l'artista ha impiegato sempre più donne di colore in riferimento alle prostitute nigeriane che costellano il centro storico di Genova. VB48, nel 2001, nella stessa sala di Palazzo Ducale dove si sarebbe tenuto il G8, vede trenta modelle di colore disposte come in una composizione pittorica antica; commento dell'artista in occasione del ritorno alla città natale e frutto del suo interesse per la luce di Caravaggio e per le composizioni monocromatiche, in questo caso nero su nero.

VB54 è la performance del 2004 tenutasi nel Terminal 5 del Kennedy Airport di New York: una cinquantina di modelle sempre di colore stanno nella lounge incatenate ai piedi con manette uguali a quelle usate dagli uffici dell'immigrazione a memoria della deportazione degli schiavi e difatti l'autorità aeroportuale non tardò ad interrompere l’azione. Performance che, partita da una composizione geometrica, via via perde la sua forma originaria. Con questo l'artista passa ad inserire nel suo lavoro anche i riferimenti all'espressionismo astratto che si renderà più evidente nella performance VB61 presso la Pescheria di Rialto a Venezia, nel 2007, durante la Biennale. Qui corpi di donne di colore giacciono distesi a terra schizzati dall'artista stessa con colore rosso per mettere in atto un'opera che sta tra mattanza e action painting, un modo per riflettere sui drammi di sempre della libertà dell'esistenza a seguito di soggiorni che Vanessa ha intrapreso in Sudan, terra di costanti guerre etniche.
La donna è ancora al centro della performance VB62 realizzata da Vanessa Beecroft a Lo Spasimo di Palermo. Ventisette donne dipinte di bianco si sono confuse a tredici statue in gesso con un richiamo alla scultura siciliana barocca ed in particolare a quella dell’artista Giacomo Serpotta (1656 - 1732, Palermo). Una ricerca voluta dalla Beecroft ed enfatizzata dallo spazio di accoglienza, la Chiesa di Santa Maria dello Spasimo, che ha rappresentato una nuova occasione per indagare la condizione femminile nell’arte e nella vita attraverso il corpo.

La performance VB65 è realizzata con il sostegno di TOD’S e sarà accompagnata da un catalogo edito da Electa con un testo critico di Giacinto Di Pietrantonio e un ricco apparato di immagini.

Mostra prodotta da: Comune di Milano-Cultura e MiArt

Ufficio Stampa mostra:
Maria Grazia Vernuccio Tel: +39 0248550474 / Mob: +39 3351282864 mg_vernuccio@libero.it; press_miart@fmi.it

Ufficio Stampa Comune di Milano:
Martina Liut Tel. + 39 02 884 50150/56796 http://www.comune.milano.it

Conferenza stampa: 16 marzo 2009, ore 12.00, PAC
Anteprima stampa performance su accredito: 16 marzo 2009, ore 17.30
Performance: 16 marzo 2009, ore 18.30 - 21.30
L’ingresso all’evento verrà regolato in base all’affluenza

Video exhibition: 17 marzo - 5 aprile 2009

PAC Padiglione d’Arte Contemporanea
Via Palestro, 14 Milano
Orari: lunedì 14.30-19.30;
martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 9.30-19.30;
giovedì 9.30-22.30,
Ingresso: € 5,00 intero │€ 3,00 ridotto (studenti, ultra 65enni, disabili) │€ 2,00 ridotto gruppi e scuole
Minori fino ai 5 anni gratuito, dai 6 ai 14 anni ridotto.
Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura della mostra.

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VB65
Vanessa Beecroft

Curated by Giacinto Di Pietrantonio

Performance of 20 African immigrants, seated at a table 12m long, dining as if at a Last Supper, dressed formally, wearing black dinner jackets, suits, eating meat, brown bread, drinking water (or wine), without platters or silverware, in front of an audience of invited guests. The 20 hosts of the supper would sit silently eating during the opening (appx 3 hours).
17th March - 5th April 2009

Video exhibition
The first time of Vanessa Beecroft in a public exhibition space in Milan. VB48, VB54, VB61, VB62 - four performances produced by the artist in the last years - and the new VB65 will be at PAC until 5th Arpil

The PAC is next to Villa Belgioioso Bonaparte - Museo dell'Ottoceto (site of the "Galleria d'Arte Moderna").
It is an exhibition space belonging to the City of Milan.
Our Address is 14, Via Palestro, 20121 Milan Italy.

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